
Afghanistan, la gestione dell'aeroporto di Kabul è un'incognita. Cosa sappiamo
I talebani hanno isolato lo scalo e sono tornati ad affermare che presto ne avranno il controllo totale, probabilmente con l'aiuto della Turchia o del Qatar. Ma l'accordo con Ankara non è semplice. La decisione finale è stata rinviata alla prossima settimana, dopo la scadenza del 31 agosto per il ritiro delle truppe statunitensi

Nel caos dell'Afghanistan anche la gestione dell'aeroporto, punto strategico, rappresenta una vera e propria incognita. I talebani sono tornati ad affermare che presto avranno il controllo totale dello scalo, probabilmente con l'aiuto della Turchia o del Qatar, dopo che nelle ore precedenti era arrivata una smentita dagli americani. La decisione finale è stata rinviata alla prossima settimana, dopo la scadenza del 31 agosto per il ritiro delle truppe statunitensi. Ecco cosa sappiamo finora
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Ieri i talebani hanno isolato l'aeroporto, impedendo l'accesso alla maggior parte di coloro che sperano di poter essere evacuati dal Paese, per evitare che si possano creare grandi affollamenti. Lo hanno riferito alcuni media internazionali, tra cui Sky News e il Guardian
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Nella serata di sabato 28 agosto un portavoce dei talebani, citato dall'agenzia Reuters, ha affermato che i militanti avranno il controllo completo dell'aeroporto di Kabul "molto presto". E ha aggiunto che "è presto per decidere se avremo bisogno dell'aiuto della Turchia o del Qatar per gestire lo scalo". Lo stesso portavoce, commentando l'attacco Usa contro obiettivi dell'Isis-K, ha detto che gli americani "avrebbero dovuto informarci prima. È stato un raid in territorio afghano, due persone sono state uccise, due donne e un bambino sono rimasti feriti"
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Ma lo stesso portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid ha scritto su Twitter: "La Reuters mi ha intervistato e ha distorto le mie parole. Esorto i media e i giornalisti a non prendere sul serio queste parole". Lo ha scritto su Twitter il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid. Mujahid non ha spiegato quali parole sarebbero state "distorte"
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Secondo quanto rivela l'agenzia Reuters, che cita fonti ufficiali di Ankara, la Turchia sta valutando la richiesta dei talebani di inviare dei tecnici che garantiscano il funzionamento dell'aeroporto di Kabul, ma chiede che siano i turchi a gestire anche la sicurezza dell'infrastruttura e l'accordo tra le parti non sarebbe vicino. "Allo stato attuale la proposta è inaccettabile. Se i talebani non vogliono l'esercito allora può essere istituito un gruppo di sicurezza fatto di ex militari, polizia e contractors", hanno detto due funzionari turchi
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Nei giorni scorsi anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva parlato della richiesta arrivata dai talebani: "Ci hanno proposto di gestire l'aeroporto di Kabul. Ci hanno detto: 'Noi garantiremo la sicurezza, voi l'operatività'. Ma non abbiamo ancora preso una decisione"

Tra i diplomatici di Ankara e i rappresentanti dei mullah nell'ala militarizzata dell'aeroporto Hamid Karzai si è svolto un faccia a faccia di tre ore e mezza, all'interno della struttura che da un paio di settimane ospita l'ambasciata turca. "Non possiamo permetterci il lusso di chiedere il permesso a nessuno su con chi, dove, quando e come dobbiamo tenere colloqui. In Afghanistan - ha affermato il presidente turco - c'è un serio vuoto amministrativo, dobbiamo tenere i colloqui necessari"

"E, se servirà, ci saranno altri colloqui. Quando tutti hanno lasciato l'Afghanistan - ha insistito il presidente turco - noi non l'abbiamo lasciato". Una presenza di cui ora punta a raccogliere i frutti. Tramontata l'ipotesi del controllo militare dello scalo a garanzia della comunità internazionale, alla Turchia resta la possibilità di cooperare direttamente con i talebani, fornendo i propri tecnici civili per assicurarne il funzionamento

Cooperare coi talebani per la gestione dell'aeroporto permetterebbe ai turchi di restare a Kabul con un ruolo chiave. I rischi per la sicurezza - Erdogan ha parlato esplicitamente di "possibilità di morte" - spingono però alla prudenza. con l'aeroporto nelle mani dei fondamentalisti, comincerà una nuova stagione. "Non si può sapere quali siano le loro aspettative o le nostre senza parlarne. Questa è la diplomazia", ha rivendicato ancora il leader di Ankara

La permanenza permetterebbe alla Turchia di rafforzare anche le sue ambizioni geopolitiche nella regione. Non solo: potrebbe diventare il punto di riferimento occidentale per ogni mediazione sulle future operazioni commerciali e umanitarie nello scalo. Un'opzione da sfruttare anche in vista di una possibile ricostruzione, magari con altri Paesi, dalla Cina alla Russia, che in un modo o nell'altro sembrano decisi a restare