“Ho visto militari americani e dietro di loro militari turchi. Gli spari arrivavano da lì, dalle torri”, ha raccontato il fratello di una delle vittime dell'attacco che ha causato oltre 170 morti. Il Pentagono: “Non possiamo confermare né smentire. Stiamo investigando sul caso"
Sono almeno 170 i morti e 200 i feriti dell’attentato allo scalo di Kabul avvenuto il 26 agosto. Ma a causare le vittime non sarebbe stato soltanto l’attacco kamikaze, rivendicato dall’Isis-K. “Molte delle persone morte nell'attentato all'aeroporto sono state uccise dai soldati americani nella calca e nella confusione seguita alle esplosioni”. Lo ha riferito l'inviato in Afghanistan della Bbc riportando le parole di alcuni testimoni. Il Pentagono non ha confermato né smentito la testimonianza (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI SULL'AFGHANISTAN - LO SPECIALE SULLA CRISI).
Testimone: “Gli spari arrivavano dai militari americani e turchi”
“Ho visto militari americani e dietro di loro militari turchi. Gli spari arrivavano da lì, dalle torri”, ha raccontato il fratello di una delle vittime, un tassista afghano che era arrivato da Londra per cercare di salvare la sua famiglia. Il Dipartimento della Difesa Usa non ha risposto alla richiesta della Bbc di commentare queste affermazioni.
vedi anche
Afghanistan, rientra in Italia il diplomatico Tommaso Claudi: chi è
Il Pentagono: “Stiamo investigando sul caso”
Successivamente, Washington è intervenuta sul caso, con una dichiarazione del portavoce del Pentagono, John Kirby. “Non possiamo confermare né smentire”, ha detto Kirby riguardo alle notizie per cui alcune vittime dell'attentato a Kabul sarebbero morte per il fuoco aperto dalle truppe americane nel caos seguito all'esplosione. Il portavoce del Pentagono ha aggiunto che "sul caso si sta investigando".