L'Associazione per l'assistenza ai prigionieri politici parla di 202 vittime nel corso delle manifestazioni contro il colpo di Stato dell’1 febbraio. L’Onu: “Ci sono molte altre segnalazioni di ulteriori uccisioni che non siamo stati ancora in grado di confermare" e le forze di sicurezza “hanno utilizzato la forza letale in modo sempre più aggressivo e continuano ad arrestare e detenere arbitrariamente persone in tutto il Paese"
Più di 200 persone sono rimaste uccise in Birmania nel corso delle proteste contro il colpo di Stato militare dell’1 febbraio, sfociate ormai da settimane in pesanti repressioni da parte delle forze di sicurezza del Paese
Birmania, oltre 200 morti dall'inizio delle proteste. VIDEO
Lo ha reso noto l'Associazione per l'assistenza ai prigionieri politici (AAPP), un'organizzazione no profit per la difesa dei diritti umani con base in Thailandia
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Il 16 marzo, sottolinea la Ong, hanno perso la vita almeno due manifestanti
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Anche l'Alto commissariato Onu per i diritti umani, tramite la sua portavoce Ravina Shamdasani, ha parlato sella situazione del Paese: “Ci sono molte altre segnalazioni di ulteriori uccisioni che non siamo stati ancora in grado di confermare"
Legge marziale: cos'è e cosa significa
Con l'imposizione della legge marziale in un certo numero di regioni, confermare le informazioni sta diventando sempre più difficile, ha spiegato la portavoce
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In Birmania le forze di sicurezza "hanno utilizzato la forza letale in modo sempre più aggressivo contro manifestanti pacifici e continuano ad arrestare e detenere arbitrariamente persone in tutto il Paese" con oltre 2.084 persone che sono ancora arbitrariamente detenute, ha riferito la portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani
Secondo le informazioni dell'Onu, nelle ultime settimane si sono verificati almeno cinque decessi in detenzione e almeno due corpi hanno segni di gravi abusi fisici che indicano che sono stati torturati, ha aggiunto Ravina Shamdasani, ribadendo l'appello alla fine delle violenze