Con un Paese in sciopero generale e almeno 54 manifestanti morti da quando sono iniziate le proteste, le forze di sicurezza birmane ora danno la caccia ai dissidenti anche negli ospedali che accolgono i feriti. Occupati dai militari nosocomi e università
Non è bastata la repressione armata dell'ultima settimana. Con un Paese in sciopero generale, almeno 54 manifestanti morti da quando sono iniziate le proteste e un membro del partito di Suu Kyi morto in carcere in circostanze misteriose, le forze di sicurezza birmane ora danno la caccia ai dissidenti anche negli ospedali che accolgono i feriti. Lungi dal fare un passo indietro di fronte al rigetto del colpo di Stato da parte della popolazione, il regime mostra di voler consolidare il proprio potere stroncando il dissenso, rimanendo sordo agli appelli internazionali.
Esercito occupa università e ospedali
E’ dal fine settimana che l'esercito birmano ha occupato gli ospedali e le università del Paese in vista dello sciopero generale indetto dai sindacati per protestare contro il colpo di Stato militare dell'1 febbraio scorso. Durante il fine settimana testimoni hanno visto i soldati occupare ospedali e università a Yangon. Da parte sua, un funzionario dell'ufficio dell'Alto Commissario Onu per i diritti umani - James Rodehaver - ha detto che almeno cinque ospedali sono stati occupati oggi, di cui quattro a Yangon e almeno uno a Mandalay. Il gruppo internazionale di Medici per i Diritti Umani ha condannato "l'invasione e l'occupazione di ospedali pubblici e la forza eccessiva usata contro i civili".