Germania, attentato mercatino Magdeburgo. Si va verso perizia psichiatrica per il killer

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Gli inquirenti indagano sul passato di Taleb Al Abdulmohsen, che il 20 dicembre si è lanciato in auto contro la folla al mercatino di Natale causando 5 vittime e oltre 200 feriti. Dalle sue frasi complottiste emerge il profilo di un odiatore seriale simpatizzante dell’AfD. Probabilmente verrà sottoposto a un test psichiatrico. Un uomo è stato arrestato dopo un video di minacce per il mercatino di Bremerhaven

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In Germania proseguono le indagini a tutto campo dopo la strage al mercatino di Natale di Magdeburgo. Il bilancio delle vittime è di 5 morti: il piccolo Andrè di 9 anni e quattro donne tra i 45 e i 75 anni. Tra i 41 pazienti in terapia intensiva - sugli oltre 200 colpiti - oltre una decina sembrano essere fuori pericolo. Tra i feriti più lievi, anche un 39enne italo-tedesco, nato a Gifhorn, nella Bassa Sassonia, e residente a Wolfsburg dove lavora. È attualmente ricoverato in ospedale, dopo aver subito un intervento alle gambe, ma non è in pericolo di vita. Gli inquirenti stanno scavando a fondo nel passato dell’attentatore, Taleb Al Abdulmohsen. Quello che emerge sempre di più come un odiatore seriale simpatizzante dell'AfD dovrà affrontare dal penitenziario cinque capi d'imputazione per omicidio plurimo e molteplici accuse per tentato omicidio plurimo e lesioni gravissime. E, con tutta probabilità, una perizia psichiatrica. Dopo i primi esami medici e mentali disposti dalle autorità della Sassonia-Anhalt, le indagini potrebbero presto passare nelle mani della procura federale tedesca pronta a disporre un test psichiatrico sul 50enne. Nella sua abitazione a 50 chilometri a sud di Magdeburgo, intanto gli investigatori non hanno trovato prove di premeditazione o di radicalizzazione islamica. Tutto il contrario: "Sembrava fare di tutto per distaccarsene" (DA NIZZA A STRASBURGO: I PRECEDENTI).

Le precedenti minacce

La strage del 20 dicembre non era il primo piano oscuro che aveva immaginato Taleb Al Abdulmohsen. Già undici anni fa, all'indomani dell'attentato islamista dell'aprile 2013 a Boston, aveva espresso la sua minaccia - diventata poi una profezia - di compiere "azioni di risonanza internazionale". L'aveva usata contro l'ordine dei medici del Land del Meclemburgo-Pomerania e, qualche mese più tardi, fu sanzionato. Poi numerose grane giudiziarie, dall'abuso di chiamate d'emergenza - per il quale era convocato in aula a Berlino alla vigilia della strage - alle denunce per insulti, minacce, sospetto di contrabbando. Proveniente da un Paese in cui l'Islam è l'unica religione consentita in pubblico, l'islamofobo dichiarato è descritto da esperti e autorità come "un profilo del tutto insolito, mai visto prima". Atipico anche nella sua decisione di imitare lo schema degli attentati terroristici di matrice islamica per esprimere la sua "insoddisfazione" nei confronti del sistema di accoglienza del suo Paese adottivo per i connazionali rifugiati.

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Le teorie complottiste

Negli interrogatori che hanno preceduto la decisione del giudice di Magdeburgo di metterlo in custodia cautelare ha pronunciato frasi confuse, tirando ancora in ballo teorie della cospirazione riconducibili agli ambienti dell'estrema destra. Una sindrome di accerchiamento, nella versione della presidente del Consiglio centrale degli ex musulmani (Zde), Mina Ahadi, che andava avanti ormai da anni. E rintracciabile anche nei suoi post su X contro Angela Merkel rea di voler "islamizzare" la Germania. Per l'associazione, Abdulmohsen era "uno psicopatico" e "aveva ripetutamente dichiarato di voler far pagare ai tedeschi il loro disinteresse verso il pericolo dell'islamismo". Ma il suo odio, viene rimarcato, "non era più rivolto soltanto alla sinistra", bensì "si estendeva anche alle autorità" nazionali. E quando il saudita - che a 32 anni era fuggito dal suo Paese voltando le spalle all'Islam e rendendosi un eretico agli occhi di molti - "ha capito" che i suoi radicali sentimenti anti-islamici "non attecchivano nel gruppo, ha iniziato a diffamare pubblicamente" anche gli attivisti per i diritti dei rifugiati. Tanto da portare un membro del Secular Refugee Aid a sporgere una denuncia rimasta però inascoltata.

L'estradizione a Riad fu rifiutata 

Le autorità tedesche avevano rifiutato l'estradizione dell'attentatore, chiesta da Riad: l'indiscrezione, uscita nei giorni scorsi sulla stampa, è stata confermata da fonti vicine al governo tedesco. "C'è stata una richiesta" di estradizione saudita, nella quale si avvertiva che Taleb Jawad Hussein Al Abdulmohsen "potesse essere pericoloso", afferma la fonte.

Minacce su TikTok contro mercatino di Bremerhaven: un arresto

La paura in Germania resta alta. Dopo alcune minacce su TikTok, la polizia ha fermato ieri sera un uomo che minacciava atti dolosi contro il mercatino di Natale di Bremerhaven. Gli agenti, riferisce l'agenzia Dpa, sono riusciti a identificarlo "molto rapidamente" dopo la pubblicazione del video. Sinora non sono stati forniti altri dettagli sul caso né è chiara la gravità delle minacce, ma le autorità hanno assicurato che non vi sono pericoli per la popolazione.

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