Luogo unico per la sua biodiversità, è il posto in cui sono stati uccisi in un agguato l’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e un autista. Al confine con il Rwanda, l’area negli anni è diventata una vera e propria polveriera, già teatro della cosiddetta "grande guerra africana"
L’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci si trovavano vicino al parco del Virunga quando sono stati uccisi in un agguato il 22 febbraio. L’area, che si trova nella provincia del Nord-Kivu nella Repubblica Democratica del Congo, è diventata patrimonio mondiale dell'Unesco nel 1979, ed è stata decretata in pericolo dal 1994. Luogo unico per la ricchezza della sua biodiversità è diventato una vera e propria polveriera in una regione storicamente instabile, al confine con il Rwanda, già teatro della cosiddetta "grande guerra africana", combattuta tra il 1998 e il 2003.
Il Parco del Virunga
Famoso in tutto il mondo come remoto rifugio delle ultime specie di gorilla di montagna, il Parco del Virunga è uno spazio di 7.800 chilometri quadrati che ospita importanti popolazioni di elefanti, ippopotami, okapi e scimpanzè. Nel corso degli anni si è trasformato nel covo di numerosi gruppi armati che minacciano il futuro della più vecchia area protetta di tutta l'Africa, in primis dei rangers che ne assicurano la protezione e di chiunque si avvicini e possa minacciare i loro interessi. Secondo un bilancio diffuso dalle stesse autorità del parco, negli ultimi 25 anni almeno 200 ranger sono stati uccisi al suo interno per difendere animali e civili, gli ultimi sei il 10 gennaio 2021.
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Le vittime e il saccheggio delle foreste del parco
Il parco del Virunga è l’area naturale protetta che ha pagato il più alto tributo di sangue al mondo proprio per la sua tutela. La maggior parte degli ultimi attacchi mortali compiuti ai danni delle guardie è stata messa a segno dai miliziani Mai-Mai, uno dei tanti gruppi armati che seminano morte nella regione e si contendono il controllo delle risorse naturali e minerarie. Questa vasta area nel cuore della regione dei Grandi Laghi, une delle più povere e densamente popolate dell'Africa, è ricca di risorse naturali che fanno gola ai diversi gruppi armati congolesi, ruandesi e ugandesi che vi hanno trovato rifugio negli ultimi 20 anni. Secondo le stime ufficiali, il saccheggio delle foreste del parco in carbone di legna ha un valore annuo di circa 27,5 milioni di euro. Gli elefanti invece vengono uccisi per il loro avorio, venduto dai trafficanti attraverso i confinanti Ruanda e Uganda. A queste attività di contrabbando si aggiungono le tasse percepite illegalmente dai gruppi armati, sia i Mai Mai che le Forze democratiche di liberazione del Ruanda (Fdlr), tasse imposte ai pescatori sulle sponde del Lago Eduardo: in tutto ogni settimana circa 2 mila piroghe pagano ai miliziani cinque euro in cambio di un gettone che autorizza la loro circolazione. A denunciarlo è stato il Centro di ricerca sull'ambiente, la democrazia e i diritti umani (Creddho) di Goma, capoluogo del Nord Kivu.
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I rapimenti dei dipendenti delle Ong
Nel Virunga si è poi sviluppata un'altra attività altamente redditizia per i gruppi armati: il rapimento dei dipendenti delle Ong internazionali, ma anche di poveri contadini e soprattutto dei preti. I rapiti vengono liberati solo se le famiglie, in genere molto povere, riescono a pagare il riscatto, somme esorbitanti fino a 500 mila dollari. Numerose famiglie hanno raccontato di essersi indebitate a vita pur di salvare i propri cari. Essendo diventata sempre più insicura, dal 2016 la nazionale numero 2, la principale strada che attraversa il parco, si può percorrere soltanto sotto scorta. Dieci anni fa è stata costituita l'Alleanza Virunga - su iniziativa dell'Istituto congolese per la conservazione dell'ambiente (Iccn), di ong locali ed internazionali, dell'Unesco, dell'Unione europea e altri donatori - per garantire lo sviluppo economico delle zone limitrofe.
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Gli interventi per i residenti e il lavoro delle guardie ambientali
Tra gli interventi prioritari c'è il rifornimento di energia elettrica ai 4 milioni di residenti e il miglioramento delle loro condizioni di vita, in particolare grazie ad alcune centrali idro-elettriche già in servizio ed altre in costruzione, poco fuori dal parco. Nel corso degli anni le guardie ambientali sono diventate veri e propri soldati incaricati di proteggere anche i civili, ma evidentemente non basta. Oggi 800 agenti sono dispiegati nel parco del Virunga, ben equipaggiati e addestrati dalle forze belghe. Nonostante le aggressioni subite, il numero di gorilla e di altre specie è in aumento e il miglior rifornimento in luce e acqua sta giovando al turismo, concentrato nell'enclave dei vulcani Mikeno e Nyiragongo. "I gruppi armati cercano di sabotare le nostre azioni a favore delle popolazioni ma non ci scoraggiamo" aveva dichiarato al quotidiano francese “Le Monde” il vice direttore del Virunga, Innocent Mburanumwe.