Attacco in Congo, morti l’ambasciatore italiano Luca Attanasio e un carabiniere

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L’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere 30enne Vittorio Iacovacci e un autista sono morti tra Goma e Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo, nel corso di un attacco ai danni del loro convoglio della missione Onu. Tre persone sono state rapite. Ancora da chiarire le dinamiche dell'uccisione. Fonti: opera delle Forze di Liberazione del Ruanda

L’ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e un autista sono morti nella Repubblica Democratica del Congo, nel corso di un attacco ai danni del convoglio MONUSCO (la missione Onu per il Congo) su cui viaggiavano. Durante l'attacco sono state rapite anche tre persone, secondo il ministero dell'Interno di Kinshasa. L'agguato è avvenuto nel percorso tra Goma e Bukavu da parte, secondo le prime informazioni, di un commando terroristico che ha utilizzato armi leggere. I responsabili dell'assalto, secondo fonti inquirenti, sarebbero gli uomini delle Forze Democratiche per la liberazione del Ruanda.

Media locali: l'obiettivo era proprio l'ambasciatore

Il sito congolese 'Actualite.cd', citando "alcune fonti", scrive che "gli autori dell'attacco avrebbero avuto come obiettivo principale proprio il diplomatico italiano". L'imboscata è avvenuta "nei pressi di Goma (Nord-Kivu) nel territorio di Nyiragongo", precisa il sito riferendo che "sono intervenute le Fardc", ossia le Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo, "e le guardie del Parco nazionale dei Virunga".  "L'attacco ha avuto luogo circa 15 km a nord della città di Goma, in pieno parco dei Virunga", scrive Actualite.cd. "La zona è ritenuta pericolosa a causa della presenza in particolare dei ribelli della Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr) che tendono imboscate sulla RN4 a partire dal parco", ricorda il sito.

La dinamica

Ancora da chiarire la dinamica. In un primo momento è emerso che Attanasio è stato colpito da spari "all'addome", ed è stato trasportato all'ospedale di Goma "in condizioni critiche". Lì è deceduto. L'attacco è avvenuto intorno alle 10 (le 9 italiane) presso la cittadina di Kanyamahoro. Successivamente, però, è emerso che l'ambasciatore e il carabiniere sarebbero stati portati nella foresta e uccisi. Il commando, costituito da 6 persone, avrebbe prima attaccato il convoglio e ucciso l'autista. Gli assalitori avrebbero quindi condotto gli altri nella foresta e, proprio mentre stavano arrivando delle forze locali in soccorso, avrebbero sparato al carabiniere, circostanza nella quale anche l'ambasciatore è morto. Sono molti i gruppi armati che operano nella zona dei monti Virunga, fra Congo, Ruanda e Uganda, e spesso prendono di mira i ranger del parco, famoso per i gorilla di montagna.

Chi era Attanasio

L'ambasciatore Luca Attanasio aveva 43 anni. Nato a Saronno, in provincia di Varese, era cresciuto a Limbiate (provincia di Monza-Brianza). Era sposato con Zakia Seddiki, fondatrice e presidente dell'associazione umanitaria 'Mama Sofia' a sostegno delle donne in Africa. Padre di tre bimbe, con la moglie lo scorso ottobre aveva ricevuto il Premio Internazionale Nassiriya per la Pace. Laureato alla Bocconi con il massimo dei voti, aveva intrapreso la carriera diplomatica dopo una prima esperienza aziendale ricoprendo diversi incarichi, prima all'Ambasciata d'Italia a Berna (2006-2010), poi console generale reggente a Casablanca, in Marocco (2010-2013). Dopo essere rientrato nel 2013 alla Farnesina, come Capo Segreteria della direzione generale per la mondializzazione e gli affari globali, era tornato nel 2015 in Africa quale primo consigliere presso l'ambasciata d'Italia ad Abuja, in Nigeria. Dal 5 settembre 2017 era capo missione a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, dove era stato riconfermato in qualità di Ambasciatore Straordinario Plenipotenziario accreditato in RDC.

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Chi era il carabiniere Vittorio Iacovacci

Il carabiniere che ha perso la vita dell'attacco, Vittorio Iacovacci, era invece un giovane di 30 anni che era in servizio presso l'ambasciata italiana dal settembre del 2020. Iacovacci era originario di Sonnino, in provincia di Latina. A breve avrebbe concluso la sua missione nel paese Africano e sarebbe rientrato in Italia. In forze al 13/o Reggimento di stanza a Gorizia, a quanto si apprende, viveva in caserma e aveva una fidanzata. Aveva prestato servizio anche per la Folgore. Il sindaco di Sonnino, Luciano De Angelis, ha detto che "la comunità è sgomenta per questa giovane e tragica perdita. Proclameremo il lutto cittadino. Era andato a portare la pace ed è stato ucciso -conclude il sindaco - ci stringiamo attorno alla famiglia".

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Farnesina: dolore per ambasciatore e carabiniere

La Farnesina “con profondo dolore” ha confermato il decesso dell'Ambasciatore e del militare dell'Arma dei Carabiniere. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha disposto, per le giornate del 22 e 23 febbraio, l'esposizione a mezz'asta della bandiera italiana e della bandiera europea sugli edifici pubblici degli Organi Costituzionali e dei Ministeri, in segno di lutto.

Di Maio lascia Bruxelles

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha appreso la notizia del decesso dell'ambasciatore e del carabiniere mentre era al Cae di Bruxelles. Dopo aver informato i colleghi Ue del tragico evento esprimendo tutto il suo dolore per la morte del nostro ambasciatore in Congo e del carabiniere, ha deciso di lasciare in anticipo i lavori del Cae e sta rientrando in queste ore in Italia. Ha poi parlato con la ministra degli Esteri congolese, Marie Tumba Nzeza rbadendo la necessità di far luce sulle dinamiche e le responsabilità dell'attentato. 

Ue: seguiamo da vicino estremamente preoccupati

"Abbiamo visto le notizie", ha detto il portavoce della Commissione Ue, Eri Mamer. "Sono notizie estremamente preoccupanti e seguiamo da vicino. L'Alto rappresentante ha presentato le sue condoglianze all'Italia. Il ministro degli Esteri condivide le informazioni con i colleghi Ue".

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Onu: "Devastati, perseguire i responsabili"

"Sono devastato dalla morte dell'ambasciatore Luca Attanasio", ha detto il vice rappresentante speciale del segretario generale e capo della missione Onu in Congo (Monusco), David McLachlan-Karr, il quale ha "condannato fermamente" l'attacco al convoglio del Pam. "I responsabili di questo attacco devono essere identificati e perseguiti con la massima determinazione", ha aggiunto. Inoltre ci sarà un'indagine sostenuta dalla missione Onu in Congo sull'attacco, come ha detto il capo delle operazioni di pace delle Nazioni Unite, Jean-Pierre Lacroix.

Presidente Congo: responsabili da assicurare alla giustizia

Il presidente della Repubblica democratica del Congo, Félix Tshisekedi Tshilombo, si è detto costernato per le uccisioni. Il capo dello Stato congolese, citato dal sito Actualite.cd, condanna fermamente "questi atti odiosi perpetrati a Kibumba, vicino a Goma (nel Kivu-Nord)" e ha dato l'incarico ai "servizi preposti" di fare luce sul caso in modo che i responsabili siano identificati e assicurati alla giustizia. 

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