Covid mondo, Usa superano i 13 milioni di contagi. Asia in allerta per la terza ondata

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La contea di Los Angeles ha varato un nuovo decreto in cui invita la popolazione a rimanere in casa e vieta a partire da lunedì ogni raggruppamento di persone. Gli Stati Uniti temono anche l'effetto delle riunioni familiari del Thanksgiving. Record di nuovi casi in Giappone e Indonesia, allarme anche in Corea del Sud e Iran. In Europa superati i 400mila decessi

Gli Usa superano quota 13 milioni di contagi dall'inizio della pandemia di Covid-19, con un milione registrati solo negli ultimi 6 giorni. Ed è record di casi giornalieri in Messico, oltre 12mila. Nonostante il numero dei decessi abbia superato quota 400mila, cala invece l'aumento dei contagi in Europa, con l'Rt che nel Regno Unito scende sotto quota 1 per la prima volta da agosto. L'Asia si prepara invece già alla terza ondata. E' questo, in estrema sintesi, il quadro della diffusione del coronavirus nel mondo (AGGIORNAMENTI - SPECIALE).

Usa, vietati raduni a Los Angeles e timore dopo Thanksgiving

Negli Usa, la contea di Los Angeles, dove era già stato introdotto il coprifuoco per frenare il contagio, ha varato un nuovo decreto in cui invita la popolazione a rimanere in casa e vieta a partire da lunedì ogni raggruppamento di persone, pubblico o privato, al di fuori di ogni singolo nucleo familiare. A proposito di riunioni familiari, si teme che i contagi aumentino ulteriormente dopo le riunioni familiari del Thanksgiving. Jonathan Reiner, professore di medicina presso la George Washington University, prevede nei prossimi 10 giorni quasi 4.000 morti al giorno.

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Messico, in 24 ore sono stati 631 i decessi

Il Messico ha registrato ieri un nuovo record giornaliero di contagi da coronavirus, con 12.081 casi rilevati in un giorno per un totale di 1.090.675. Lo hanno reso noto le autorità sanitarie. Nelle ultime 24 ore sono morte 631 persone a causa del Covid-19 nel Paese centroamericano, per un totale ufficiale di 104.873 decessi.

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In Asia si teme la terza ondata

Cresce invece l'allarme in Asia. In Giappone, Tokyo ha toccato il record di contagi, a quota 570 su base giornaliera e gli esperti parlano già di terza ondata. Potrebbe essere imminente l'annuncio dello stato di emergenza da parte dell'esecutivo, come già aveva lasciato intendere nei giorni scorsi il ministro per l'emergenza sanitaria Yasutoshi Nishimura. Anche a livello mensile le infezioni segnalate da inizio novembre nella capitale si assestano a 8.567, superando il precedente record di agosto fermo a 8.125. E da domani sarà proibita la vendita di alcol a partire dalle 22 da parte di bar e ristoranti per tre settimane.

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Record di casi in Indonesia. Allarme in Sud Corea e Iran

Record di casi anche in Indonesia con 5.829 nuovi malati e 169 morti. L'allerta è alta già da giorni anche in Corea del Sud che sta registrando i livelli più altri da oltre otto mesi, alimentando i timori sulla terza ondata. Ed è allarme anche in Iran, con 900 mila casi totali e quasi 14 mila nelle 24 ore con 482 morti.

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In Europa superata quota 400mila decessi

Intanto in Europa, sono più di 400mila i decessi dovuti al nuovo coronavirus, secondo un conteggio dall'Afp sulle segnalazioni fornite dalle autorità sanitarie. L'Europa è la seconda area più colpita al mondo dalla pandemia con 400.649 morti in totale (per 17.606.370 infezioni), dietro all'America Latina e ai Caraibi (444.026 morti, 12.825.500 casi). Negli ultimi sette giorni sono stati registrati più di 36.000 decessi, il bilancio più pesante in una settimana dall'inizio della pandemia. In totale, quasi due terzi dei decessi in Europa sono stati segnalati nel Regno Unito (57.551 decessi, 1.589.301 infezioni), Italia (53.677, 1.538.217), Francia (51.914, 2.196.119), Spagna (44.668, 1.628.208) e Russia (39.068, 2.242.633).

Nel Vecchio Continente cala però aumento contagi

Nonostante il numero di decessi, l'Europa tira un po' il fiato puntando sui lockdown variamente assortiti. La buona notizia giunta ieri dalla Gran Bretagna parla di un livello medio dell'indice di contagio fra 0,9 e 1 (contro 1-1,1 delle ultime settimane): un segnale confortante trainato dal lockdown bis imposto dal governo Tory in tutta l'Inghilterra a partire dal 4 novembre e fino al 2 dicembre prossimo. E il lockdown si conferma la via maestra anche per l'Irlanda del Nord, dove riparte oggi per due settimane dopo il fallimento di un approccio più soft. In Irlanda, uno dei Paesi Ue a reimporre per primi misure restrittive stringenti sei settimane fa, dalla prossima settimana riapriranno ristoranti, negozi e palestre.

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L’Oms: “Tenere alta la guardia”

La crescita esponenziale della curva è stata quindi interrotta in molti Paesi Ue ma, come ha ricordato ieri la cancelliera tedesca Angel Merkel dopo la proroga al 20 dicembre del semi-lockdown, resta ancora a un livello eccessivo, anche alla luce del fatto che in Germania le infezioni hanno superato il milione da inizio pandemia. L'avvertimento a tenere alta la guardia è arrivato oggi dall'Oms, nel corso del consueto briefing virtuale. Anche se i Paesi vedono un calo dei casi di coronavirus, devono rimanere vigili, ha avvertito Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico dell'Oms della sanità per il Covid-19. La chiave per tenere sotto controllo la pandemia, ha aggiunto il direttore generale Tedros Ghebreyesus, è quella di espandere i test per tracciare più accuratamente la diffusione del Covid-19.

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