Primo storico volo diretto tra Israele ed Emirati Arabi uniti

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Il veivolo, partito da Tel Aviv ed arrivato ad Abu Dhabi, è passato per i cieli dell'Arabia Saudita. Ulteriore passo verso gli accordi di pace mediati dagli Usa. Sul tavolo intese commerciali tra i due Paesi e l'ipotesi di aprire ambasciate

Un volo destinato a entrare nella storia. L'El-Al LY971 in un giorno solo ha infranto due tabù: è volato direttamente da Tel Aviv ad Abu Dhabi ed è passato per i cieli dell'Arabia Saudita. Sono dei risultati figli dell'Accordo di Abramo raggiunto a metà agosto tra Israele, Emirati Arabi ed Usa, che fa di oggi "un giorno storico", come l'hanno salutato il premier israeliano Benyamin Netanyahu e l'inviato speciale (e genero) di Trump Jared Kushner che, a bordo, ha invocato "la pace nella regione".

Sull'aereo la parola "Pace" scritta in arabo, inglese ed ebraico

Il velivolo - con la carlinga vergata dalla scritta 'Pace' in arabo, inglese ed ebraico - ha portato nel Golfo le delegazioni israeliane e statunitense con il compito di avviare la normalizzazione delle relazioni tra lo Stato ebraico e gli Emirati. All'annuncio del pilota, il comandante Tal Beker, dell'ingresso nello spazio aereo saudita (avvenuto alle 11.52, a 30 minuti dal decollo dal Ben Gurion di Tel Aviv) Kushner e il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Robert O'Brien hanno subito ringraziato le autorità di Riad. "Questo è un tempo di speranza. Credo che siano possibili pace e prosperita' nella regione e nel mondo", ha detto Kushner, che ha fatto appello al resto della regione "ad unirsi alla pace" e ai palestinesi a tornare al tavolo delle trattative: "Abbiamo avanzato una buona proposta e adesso dipende da loro. Quando saranno pronti, lo faranno. Noi non facciamo pressione".

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Avviati accordi di cooperazione economici e sanitari

Il lavoro delle delegazioni è cominciato subito dopo l'atterraggio (alle 15.38 locali) con il primo incontro tra il ministro di Stato emiratino Anwar Mohammed Gargash e il capo della delegazione israeliana, il Consigliere per la sicurezza nazionale Meir Ben Shabbat, al quale ha preso parte anche Kushner. "Sono estremamente orgoglioso - ha detto l'israeliano parlando in arabo - di guidare questa delegazione. Stiamo trasformando un sogno in realtà". Sul tavolo accordi di cooperazione su aviazione, turismo, energia, commercio, finanza, sanità, energia ma non sulla sicurezza, tema che sarà oggetto di prossimi incontri.

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Sul talvolo anche l'apertura di nuove ambasciate

E si è discusso anche dell'apertura di ambasciate nei rispettivi Paesi, a suggello del terzo accordo di pace tra Israele e un Paese arabo (dopo Egitto e Giordania) che Netanyahu si è detto convinto sarà presto firmato ufficialmente a Washington.  Per dimostrare che tutto avverrà rapidamente, il premier ha annunciato di "aver invitato in Israele una delegazione degli Emirati Arabi". Poi ha rivendicato che l'accordo è il frutto della sua ultraventennale linea politica basata sul concetto di "pace in cambio di pace" e non su quello di "pace in cambio di terra". Nell'aria di soddisfazione che regna in Israele, anche lo spinoso tema della possibile vendita degli F-35 agli Emirati da parte degli Usa, che Israele non gradisce, sembra essere passata in secondo ordine. 

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Le critiche della Palestina 

L'operazione è stata duramente criticata dal premier palestinese Mohammad Shtayyeh: "Ci sarebbe piaciuto molto di più vedere un volo degli Emirati atterrare a Gerusalemme dopo la sua liberazione". Anche se, nella serata, fonti palestinesi e israeliane hanno confermato un accordo tra Hamas e Israele per la fine dell'escalation a Gaza e che prevedono intese commerciali e per contrastare la diffusione della pandemia da coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA SULLA PANDEMIA - LO SPECIALE).

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