Accordo di pace Israele-Emirati Arabi. Netanyahu su Cisgiordania: annessione solo rinviata

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"Giornata storica", dice il premier israeliano commentando l'intesa con il Paese arabo: ha accettato di sospendere l’annessione dei vicini territori in cambio di un trattato di pace. L’annuncio arrivato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump con un tweet: “Enorme svolta oggi! Storico accordo di pace tra due nostri grandi amici”. Hamas e la Jihad islamica: ogni "normalizzazione" con Israele è "un tradimento". I palestinesi: "Israele ed Emirati Arabi non hanno diritto a parlare a nome nostro"

Israele ha accettato di sospendere l’annessione di parti della Cisgiordania in cambio di un trattato di pace. È questo lo storico patto tra il Paese di Benjamin Netanyahu e gli Emirati Arabi Uniti. L’annuncio è arrivato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump con un tweet: "Enorme svolta oggi! Storico accordo di pace tra due nostri grandi amici, Israele e Emirati Arabi". Poco dopo il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha precisato: "La nostra politica di annessione della Cisgiordania non è cambiata, in accordo con Washington. C'è stata una chiara richiesta di temporeggiare nell'annessione, ma non è stata tolta dall'ordine del giorno". Il segretario di Stato Mike Pompeo ha fatto sapere che la cerimonia per la firma dell'accordo di pace potrebbe svolgersi alla Casa Bianca. Hanno Attaccato l'accordo, invece, Hamas e la Jihad islamica. Mentre il presidente dell'Anp Abu Mazen ha convocato una riunione d'emergenza della leadership palestinese.

"La storica svolta diplomatica farà avanzare la pace in Medio Oriente"

Nel documento congiunto che Donald Trump ha postato su Twitter si dice che Usa, Israele ed Emirati hanno "concordato per la piena normalizzazione delle relazioni tra Israele e gli Emirati stessi". E ancora: "La storica svolta diplomatica farà avanzare la pace in Medio Oriente" e le delegazioni dei due Paesi "si incontreranno nelle prossime settimane per firmare accordi bilaterali" su numerose iniziative. Riguardo Israele è scritto che "sospenderà la dichiarazione di sovranità sulle aree indicate nel piano di pace del presidente Trump" e si focalizzeranno "gli sforzi nell'allargare i legami con altri Paesi nel mondo arabo e musulmano".  E continua: "Usa, Israele ed Emirati sono fiduciosi che altre svolte diplomatiche con altre nazioni siano possibili e lavoreranno insieme per raggiungere questo risultato". Il documento sottolinea infine che "Israele ed Emirati si uniranno agli Usa nel lancio di un'Agenda strategica per il Medio Oriente per allargare la cooperazione diplomatica, commerciale e di sicurezza". 

Netanyahu: "Una giornata storica"

L’accordo tra i due Paesi è stato confermato dal primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu che ha ritwittato il post di Donald Trump commentando: “Una giornata storica”. Poi ha aggiunto un’immagine della bandiera di Israele. Più tardi, in una conferenza stampa, Netanyahu ha parlato di "un accordo di pace pieno e formale", per un "momento storico" di svolta per "la pace nella regione". "È mio privilegio - ha aggiunto - firmare il terzo accordo di pace con un Paese arabo, dopo quello di Begin con l'Egitto e Rabin con la Giordania". Netanyahu si è poi detto convinto che altri Paesi arabi si uniranno all'intesa e ha esaltato gli investimenti economici per entrambi i Paesi. Infine, il premier ha precisato che le annessioni sono sempre sul tavolo, "anche se Trump ha detto di attendere". "Non ho tolto e non voglio togliere la sovranità sulla Cisgiordania dall'ordine del giorno. Come ho portato la pace con uno Stato arabo porterò la sovranità. Non rinuncerò al nostro diritto alla nostra terra", ha aggiunto. "Mi congratulo col presidente Donald Trump, col premier Benyamin Netanyahu e con il principe Mohammed Ben Zayed per questo accordo importante e vistoso", ha commentato invece il capo dello Stato israeliano Reuven Rivlin. Poi ha invitato il principe ereditario degli Emirati Mohammed Ben Zayed a visitare Gerusalemme.

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Il principe Bin Zayed: “Road map per l'istituzione di relazioni bilaterali”

La conferma dell'intesa è arrivata anche da Mohammed Bin Zayed: "Nel corso di una conversazione telefonica con il presidente Trump e il premier Benyamin Netanyahu - ha scritto il principe ereditario su Twitter - è stato raggiunto un accordo per fermare ulteriori annessioni di territorio palestinese. Gli Emirati e Israele hanno convenuto di cooperare e di stabilire una road map per l'istituzione di relazioni bilaterali". Poco dopo, in una conferenza stampa, il ministro degli Esteri emiratino Anwar Gargash ha detto che l'accordo per la normalizzazione delle relazioni tra Emirati Arabi e Israele è un "passo coraggioso" verso "la soluzione a due Stati" che risolva la questione palestinese. Per quanto riguarda l'apertura delle ambasciate nei due Paesi, il ministro ha risposto di non voler fare speculazioni sulla tabella di marcia, ma ha spiegato che "sicuramente non ci vorrà molto tempo".

Mike Pompeo: “Che questo passo coraggioso sia il primo di una serie”

Anche il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha esultato per l’accordo tra Israele ed Emirati Arabi per ristabilire e normalizzare le loro relazioni. Pompeo ha parlato di "un giorno storico per la pace in Medio Oriente". Poi ha aggiunto: "Gli Stati Uniti sperano che questo passo coraggioso sia il primo di una serie di accordi che mettano fine a 72 anni di ostilità nella regione". E ha voluto sottolineare che questa intesa ha un "potenziale simile" a quello degli accordi di pace tra Israele ed Egitto. A proposito di Egitto, un commento è arrivato anche dal presidente Abdel Fattah al Sisi. "Ho letto con interesse e grande apprezzamento la dichiarazione congiunta tra gli Stati Uniti, gli Emirati Arabi Uniti e Israele circa l'interruzione dell'annessione della terra palestinese da parte di Israele", ha dichiarato. E ha sottolineato che l'intesa aiuta a portare la "pace" in Medio Oriente.

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Hamas e Jihad islamica attaccano l'accordo

Di tenore opposto, invece, la reazione di Hamas e della Jihad islamica, che hanno attaccato l'accordo. Ogni "normalizzazione" con Israele è "un tradimento", ha detto Hamas riportata dal sito, vicino all'organizzazione, Al Quds. "Israele - ha dichiarato il portavoce Fawzi Bahoum - viene premiata per i suoi crimini contro i palestinesi". Anche la Jihad islamica, citata dai media, ha detto che la "normalizzazione è una sottomissione e non cambia i fatti del conflitto".

Palestinesi: "Non hanno il diritto di parlare a nostro nome"

L'Autorità nazionale palestinese del presidente Abu Mazen ha respinto "con forza"

l'accordo tra Israele ed Emirati Arabi: "Non hanno il diritto di parlare a nome dei palestinesi", ha spiegato. "Questo passo - ha aggiunto - mina l'iniziativa per

la pace araba, le decisioni dei vertici arabi e islamici, la legittimità internazionale e l'aggressione contro il popolo palestinese". Abu Mazen ha quindi chiesto una "immediata" riunione di emergenza della Lega Araba e dell'Organizzazione per

la Cooperazione Islamica "per respingere questa dichiarazione".

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