Navalny, test tedeschi: tracce di avvelenamento. Ue: Mosca avvii indagine trasparente

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L'attivista russo, ricoverato in una struttura di Berlino, sarebbe stato avvelenato, come da giorni sostengono i suoi collaboratori e la famiglia. La sostanza che lo ha intossicato, secondo gli specialisti dell'ospedale Charitè, è un inibitore della colinesterasi. I medici non escludono "effetti a lungo termine" sul sistema nervoso ma non sarebbe in pericolo di vita. Dottori russi: nei nostri test nessuna tossina. Merkel: Russia punisca i colpevoli

Alexei Navalny è stato avvelenato. La conferma arriva dall'esito dei test clinici effettuati all'ospedale Charitè di Berlino, dove il blogger e attivista russo è arrivato in aereo il 22 agosto da una struttura medica a Omsk, in cui si trovava in coma dopo essersi sentito male in aereo. I medici dell'ospedale tedesco, inoltre, non escludono "danni a lungo termine al sistema nervoso". Il paziente non sarebbe però in pericolo di vita. La cancelliera Merkel ha chiesto un'indagine completa sull'avvelenamento e che i responsabili paghino le conseguenze sul piano legale. L'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell ha detto: “L'Ue condanna fortemente quello che appare come un attentato alla vita di Alexei Navalny. È imperativo che le autorità russe avviino un'indagine indipendente e trasparente sull'avvelenamento", che "il popolo russo e la comunità internazionale chiedono" di chiarire. "I responsabili devono essere portati davanti alla giustizia".

Il veleno è un inibitore della colinesterasi

La sostanza che ha intossicato Alexei Navalny, stando agli specialisti dell'ospedale Charitè, è un inibitore della colinesterasi. In pratica una potente neurotossina. Quale, nello specifico, i dottori ancora "non lo sanno" e dunque hanno iniziato "un nuovo set di analisi". Nel mentre l'oppositore russo è stato sottoposto a un trattamento di "atropina". Ovvero l'antidoto standard usato in questi casi. Le anticolinesterasi possono assumere molte sembianze. Come farmaci anestetici o nel trattamento dell'Alzheimer. Oppure si possono trovare nei disinfestanti. Molti inibitori sono prodotti da alcuni serpenti velenosi. Data la loro efficacia, sono anche alla base di diversi gas nervini, come il Sarin. Il "Novichok", la sostanza a quanto pare usata per avvelenare l'ex agente del Kgb riparato in Gran Bretagna Serghei Skripal, rientra in questa categoria di sostanze e sarebbe stato prodotto nell'Unione Sovietica e poi in Russia tra il 1971 e il 1993.

 

Medici russi: nei nostri test nessuna tossina

I medici russi che hanno curato Navalny durante il suo ricovero in Siberia hanno invece ribadito di non aver trovato durante i loro test inibitori della colinesterasi. "Al momento del ricovero in ospedale, Alexei Navalny è stato testato per una vasta gamma di sostanze, inclusi gli inibitori della colinesterasi. I risultati sono stati negativi", ha detto alle agenzie russe Alexander Sabayev, tossicologo capo dell'ospedale di emergenza n. 1 di Omsk, dove Navalny era stato ricoverato prima del suo trasferimento in Germania. 

Merkel: "Russia deve chiarire in piena trasparenza"       

"Alla luce del rilevante ruolo che il signor Navalny svolge nell'opposizione politica in Russia, le istituzioni locali sono chiamate con urgenza a chiarire questi fatti in modo completo e in piena trasparenza", si legge nella nota congiunta della cancelliera tedesca Merkel e del suo ministro degli Esteri, Heiko Maas. "I responsabili devono essere sottoposti a un'inchiesta e risponderne davanti alla legge", aggiungono la cancelliera e il ministro. "Speriamo che Navalny possa guarire completamente. I nostri auspici sono diretti alla famiglia, sottoposta a una dura prova", conclude la nota.

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"Sono soltanto i medici e la famiglia di Navalny a poter fornire le notizie sulle sue condizioni di salute e su cosa può essere accaduto". Lo ha detto in mattinata il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, in conferenza stampa a Berlino, rispondendo a una domanda sulle condizioni di Navalny. "La nostra richiesta è che vi sia piena trasparenza", ha aggiunto.  Seibert aveva già annunciato di ritenere "piuttosto probabile" che il dissidente russo fosse stato avvelenato. 

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Giovedì 20 agosto l'attivista russo si è sentito male durante il volo che da Tomks lo stava riportando a Mosca. Dopo l'atterraggio d'emergenza a Omsk, è stato trasportato in ospedale, dove è entrato in coma, e la sua portavoce ha subito parlato di avvelenamento. I medici dell'ospedale invece non hanno mai smentito né confermato le cause del suo malore. La famiglia e i suoi collaboratori hanno subito chiesto che fosse spostato in una struttura europea. La richiesta è stata prima accolta e poi bloccata all'ultimo dal personale sanitario. La moglie di Navalny si è appellata a Putin con una richiesta ufficiale, ottenendo l'ok per il volo che lo ha portato a Berlino.

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