Coronavirus, nel mondo oltre 434mila morti. Preoccupano Pechino e l’America Latina

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I casi totali sono oltre 7 milioni e 944mila. Gli Stati Uniti sono i più colpiti, con oltre 2 milioni di contagi e più di 115mila vittime. Ma a preoccupare sono diverse zone, come l’America Latina e l’India, dove uno Stato è di nuovo in lockdown. La capitale cinese, dopo l’aumento dei casi, ferma gli eventi culturali e sportivi. A Berlino un intero isolato in quarantena

Le morti nel mondo legate al coronavirus hanno superato quota 434mila. A dirlo sono i dati elaborati dalla Johns Hopkins University, aggiornati al 15 giugno (LA MAPPA). I contagi totali sono oltre 7 milioni e 944mila. In termini assoluti, il Paese più colpito rimangono gli Stati Uniti, con oltre 2 milioni di contagiati e più di 115mila vittime (382 nelle ultime 24 ore). Se in alcuni Paesi i nuovi casi sono in calo e l’emergenza sanitaria sembra sotto controllo, in altri i numeri preoccupano ancora. È il caso della Cina, con Pechino che ha isolato alcune aree residenziali e fermato gli eventi sportivi e culturali; oppure dell’India, dove in un intero Stato è stato imposto di nuovo il lockdown. In quarantena è finito anche un isolato di Berlino, dopo la scoperta di un focolaio. A preoccupare, poi, sono anche i numeri dell’America Latina (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE - LA SITUAZIONE IN ITALIA).

Pechino ferma di nuovo le attività sportive e gli eventi culturali

Partiamo dalla Cina, dove si teme un’ondata di ritorno. Dopo quasi due mesi senza contagi da Covid-19, Pechino è ora una città ad "alto rischio" di diffusione della pandemia. Negli ultimi giorni, i nuovi episodi accertati sono oltre un centinaio. Gli ultimi casi di contaminazione sono stati scoperti in un mercato all'ingrosso nel nordovest di Pechino, nel distretto di Haidian, dopo che la scorsa settimana era già stato chiuso il gigantesco mercato di prodotti freschi di Xinfadi nel sud della metropoli cinese, nel distretto di Fengtai: dopo le 11 aree residenziali messe in quarantena in quella zona, ora nella capitale cinese sono state messe in quarantena altre dieci aree (FOTO). Le autorità, inoltre, hanno deciso di interrompere di nuovo le attività sportive e gli eventi culturali al coperto, di rafforzare "la disinfezione dello spazio pubblico" e di riprendere i controlli della temperatura (che erano stati sospesi). Nelle ultime 24 ore sono stati 49 i nuovi casi di coronavirus in tutto il Paese, compresi 36 nella capitale. Diverse città cinesi ora consigliano ai loro residenti di evitare viaggi a Pechino. A livello nazionale sono stati contati anche 18 casi senza sintomi, che il governo cinese non include nelle sue statistiche totali. In totale la Cina ha contato ufficialmente dall'inizio dell'epidemia oltre 83mila casi di contagio, di cui 4.634 mortali.

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In India uno Stato in lockdown

I contagi continuano ad aumentare anche in India: per il secondo giorno di fila, ha registrato un balzo di 11.900 nuovi positivi al virus, con 325 vittime. Secondo un comunicato del ministero della Sanità, i casi totali sono 330mila e i decessi quasi 10mila. Lo Stato del Maharasthra resta il più colpito, seguito da Tamil Nadu, Delhi e Gujarat; anche l'Uttar Pradesh, il Rajastahan, il Madhya Pradesh e il West Bengala contano ciascuno più di 10mila positivi. Proprio il governo del Tamil Nadu, a causa della risalita dei contagi, ha annunciato di avere imposto di nuovo il lockdown dal 19 giugno fino alla fine del mese. La decisione è stata presa su indicazione di un team di esperti per fermare la curva crescente. Il lockdown riguarderà in particolare la capitale Chennai (un tempo chiamata Madras), megalopoli che da sola conta 16 milioni di abitanti, e altri quattro distretti densamente popolati. Come nel resto dell'India, nello Stato le severe restrizioni in vigore dal 25 marzo erano state progressivamente allentate dall'inizio di giugno.

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Preoccupa ancora l’America Latina

Sotto osservazione c’è anche l’America Latina. La pandemia continua a registrare nelle ultime 24 ore una crescita dinamica sia dei contagi, giunti a 1.646.746 (+46.026), sia dei morti, aumentati a 79.602 (+1.642). È quanto emerge dall’elaborazione statistica realizzata dall'Ansa sulla base dei dati di 34 nazioni e territori latinoamericani. Il Brasile, secondo Paese più colpito al mondo dietro gli Stati Uniti, ha registrato una crescita più moderata rispetto alla media dell'ultima settimana, forse per la festività domenicale, fissando i contagiati a 867.624 (+17.110) e i morti a 43.332 (+612). Seguono Perù (229.736 e 6.688) e Cile (174.293 e 3.323), mentre altri sei Paesi della regione (Messico, Ecuador, Colombia, Argentina, Repubblica Dominicana e Panama) confermano il difficile momento latinoamericano con contagi superiori ai 20mila e morti oltre 400.

A Berlino un isolato in quarantena

Anche in Europa l’emergenza non è rientrata. A Berlino, ad esempio, un intero isolato è finito in quarantena a causa di un focolaio di coronavirus. È la prima volta, dall'esplosione della pandemia, che si verifica uno scenario del genere nella capitale. Una situazione del genere, invece, sempre in Germania si è già verificata di recente a Gottinga, in Bassa Sassonia. Nel blocco abitativo di Berlino, che si trova nel quartiere di Neukoelln, fra la Harzer e la Treptower Strasse, sono risultate positive al test 52 persone. Per questo motivo sono centinaia i residenti costretti a restare in casa per le prossime due settimane, mentre si procede a fare test a tappeto. Un nuovo focolaio d'infezione è stato identificato anche in Belgio fra il personale di Swissport Cargo, la società che tratta circa un quarto delle merci in arrivo e in partenza dall'aeroporto di Liegi.

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