Coronavirus, la Cina attacca Pompeo: “Virus nato in laboratorio? Ci mostri le prove”

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Il ministro degli Esteri Hua Chunying contro il segretario di Stato Usa: “Non può presentare evidenze, perché non ne ha”. L’Australia chiede al G20 un’inchiesta per una “valutazione adeguata”. Pechino: "Nessuna indagine internazionale finché non sarà sconfitta la pandemia". Il governo britannico: "Non ci sono prove"

Continua lo scontro tra Cina e Stati Uniti dopo che il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha parlato alla Abc di "enormi prove" sull'origine del coronavirus, che sarebbe "sfuggito" da un laboratorio di Wuhan. Pompeo "ha parlato molto negli ultimi tempi. Dice di avere enormi prove? Ce le mostri - attacca il ministro degli Esteri Hua Chunying -. Pompeo non può presentare evidenze, perché non ne ha. L'origine del Covid-19 è una questione per scienziati ed esperti" (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE - GRAFICHE - LA DIFFUSIONE GLOBALE IN UNA MAPPA ANIMATA - TRUMP: RIAPRIRE ANCHE SE CI SARANNO PIÙ VITTIME). E anche il governo britannico afferma: "Non ci sono prove che il coronavirus sia stato prodotto dall'uomo".

Pechino: "Per ora nessuna indagine internazionale"

Pechino, tramite l'ambasciatore alle Nazioni Unite a Ginevra, ha poi annunciato che non darà la priorità all'invito di esperti internazionali per indagare sull'origine del coronavirus fino a quando non sarà sconfitta la pandemia. "Per sapere se o come avverrà l'invito, in questo momento dobbiamo avere la giusta impostazione di priorità e, d'altra parte, abbiamo bisogno della giusta atmosfera", ha detto Chen Xu ai giornalisti in un briefing online.

Lo scontro

La tensione tra Pechino e Washington va avanti da giorni. Infatti sia il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che Pompeo hanno parlato della teoria del virus nato in laboratorio, nonostante questa ipotesi sia stata già smentita a metà marzo da uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Nature Medicine. E anche l’Oms, due giorni fa, commentando le frasi del segretario di Stato ha ribadito: "Da tutte le prove viste, più di 15.000 sequenze genetiche, riteniamo che questo virus sia di origine animale".

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Il ministro britannico: “Non abbiamo visto le prove di un legame con i laboratori di Wuhan”

Il ministro della Sanità britannico, Matt Hancock, durante un filo diretto su Sky News ha detto che il governo non ha "visto alcuna prova" finora sull'ipotesi di un'origine in laboratorio o di una fuga da laboratori del virus del Covid-19. Rispondendo a un telespettatore che citava i sospetti lanciati contro la Cina dall'amministrazione Usa, il ministro ha dichiarato: “Abbiamo esaminato la questione, ma non abbiamo alcuna prova. Il presidente (americano) si è espresso con molta attenzione, ma noi non abbiamo visto le prove di un legame (con i laboratori di Wuhan) e quindi io non posso alimentare la discussione sulle accuse a cui il telespettatore si riferisce e di cui so che alcune persone parlano".

Australia chiede un’inchiesta per una “valutazione adeguata”

Intanto il governo australiano continua a premere su scala globale per un'inchiesta indipendente sulle origini del virus. Il primo ministro Scott Morrison ha scritto ai leader del G20, tra cui il presidente cinese Xi Jinping, per chiedere di approvare la mozione che l'Australia si prepara a sostenere alla riunione in teleconferenza dell'organo direttivo dell'Oms il 18 maggio. Morrison spiega che è "cruciale una valutazione adeguata" della pandemia e sottolinea che un'inchiesta indipendente aiuterebbe il mondo a imparare insegnamenti che potrebbero essere applicati a future pandemie "che potrebbero originarsi in qualsiasi parte del mondo". L'Australia non può escludere che il virus sia fuoriuscito da un laboratorio, ma "l'origine più probabile è un mercato di carne di animali selvatici a Wuhan", dice Morrison, esprimendo preoccupazione che le pressioni Usa per attribuire all'Istituto di Virologia di Wuhan la responsabilità della “fuga” del virus possano ostacolare gli sforzi per eliminare i pericolosi “mercati umidi” di animali selvatici.

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