Medici senza frontiere interviene dando assistenza sanitaria nei Paesi interessati da conflitti, epidemie e disastri o dove è difficile accedere alle cure. Vediamo alcune delle attività più importanti
Fondata nel 1971 da un gruppo di medici e giornalisti francesi, Medici senza frontiere (MSF) è un'Organizzazione umanitaria internazionale non governativa che fornisce assistenza medica in tutte quelle aree del mondo dove non è garantito il diritto alla cura. Sono 72 i Paesi in cui MSF opera "aiutando ogni giorno migliaia di persone in modo indipendente, neutrale e imparziale". Ecco alcuni dei luoghi in cui la ONG porta cure e supporto alle popolazioni in fuga e fornendo assistenza sanitaria in caso di conflitti ed emergenze dovute a catastrofi naturali o epidemie.
Yemen
Il lavoro di Medici senza frontiere in Yemen si inserisce in un contesto che vede il Paese martoriato dai bombardamenti della guerra iniziata nel 2015 e dalle recenti epidemie di colera e difterite. Il governo è perciò incapace di fare fronte alle necessità sanitarie della popolazione, anche perché spesso gli ospedali e i centri di assistenza sono presi di mira e bombardati. MSF stima che la propria attività in Yemen sia quella che più la impegna nel mondo: con circa 20 milioni di persone che necessitano di assistenza, la ONG dà il proprio supporto a più di 12 ospedali sul territorio, e dall’inizio del conflitto ha curato oltre 80 mila persone rimaste ferite. Ha inoltre aperto 37 centri per il trattamento del colera, e sono più di 100 mila i pazienti accolti fino a oggi a partire dal 2017, anno in cui l’epidemia è scoppiata.
Repubblica Democratica del Congo
Quella di Medici senza frontiere nella Repubblica Democratica del Congo è una tra le sue campagne più grandi e importanti. Anche in questo Paese la ONG si sostituisce alle strutture sanitarie locali, consentendo alla popolazione di ricevere l'assistenza medica cui diversamente non riuscirebbe ad accedere. L’attività consiste nell'intervento in risposta a epidemie (come colera, febbre gialla, tifo o Ebola), a conflitti e a problemi sanitari dati dalla diffusione dell'HIV/AIDS e dovuti alla malnutrizione. Il Congo è tra le nazioni più povere del mondo: la maggior parte della gente non può permettersi di pagare per medicine e cure mediche e un bambino su 10 muore prima di aver compiuto 5 anni. È per questo che MSF è presente in 20 delle 26 province della Repubblica e la maggior parte delle sue attività sul territorio è canalizzata in progetti dedicati a località specifiche, ma gestisce anche 5 unità di emergenza che intervengono in situazioni di crisi laddove i team di medici della ONG non sono presenti.
Messico
Il supporto di Medici senza frontiere in Messico serve per dare aiuto alle 500 mila persone che ogni anno abbandonano le proprie case in El Salvador, Guatemala e Honduras per avventurarsi in Messico sulla via degli Stati Uniti, con l'obiettivo di richiedere asilo politico. Spesso si ritrovano a essere vittime di violenza anche in questo loro viaggio, una volta raggiunte le regioni messicane al confine con gli USA, dove rimangono a lungo bloccati senza alcuna possibilità di arrivare a destinazione. Proprio a causa degli episodi di violenza, molti centri di soccorso sanitario locali sono stati chiusi, ed è per questo che la ONG ha scelto di intervenire sul posto aprendo delle cliniche mobili in grado di offrire servizi medici di emergenza ma anche assistenza psicologica ai migranti vittime di violenza.
Siria
Risale al 2009 il primo intervento di Medici senza frontiere in Siria, la cui popolazione non cessa di essere vittima di violenza. In un contesto che vede le aree civili sotto assedio, con oltre 6 milioni di sfollati all'interno del Paese e gli ospedali che versano in situazioni molto critiche (senza rifornimenti né personale a disposizione), anche le strutture sanitarie sostenute dalla ONG sono regolarmente vittime di bombardamenti e attacchi mirati. Poiché il Governo del Paese non ha dato a MSF il permesso di intervenire a sostegno della popolazione, e dato che operare nei territori controllati dall'opposizione è troppo pericoloso, le attività che l'Organizzazione svolge in Siria sono decisamente limitate rispetto a ciò di cui ci sarebbe bisogno. Tuttavia, Medici senza frontiere è presente nel Paese per offrire servizi sanitari primari, visite di pronto soccorso, interventi chirurgici, vaccinazioni, supporto psicologico (e molto altro) e per aiutare cliniche e ospedali locali nel loro lavoro. Là dove non può intervenire direttamente, svolge inoltre un importante lavoro di supporto a distanza, aiutando per esempio le strutture mediche situate nelle aree più colpite dal conflitto tramite la formazione a distanza del personale, la donazione di medicinali e materiale medico e la fornitura di sostegno economico.
Italia e Mediterraneo
L'attività della ONG nel nostro Paese riguarda principalmente l’aiuto ai flussi di migranti e rifugiati che sbarcano sulle nostre coste dal Mediterraneo. Tramite l'istituzione di numerosi centri di accoglienza in Sicilia, Medici senza frontiere offre supporto psicologico e aiuto medico a quanti sbarcano e hanno bisogno di assistenza in tal senso, e fornisce rifugio e aiuto anche ai migranti che transitano sul nostro territorio verso altre nazioni confinanti.
Medici senza frontiere è presente sul territorio italiano dal 1999, e dal 2015 (al termine dell’operazione Mare Nostrum) ha avviato le attività di soccorso nel Mediterraneo Centrale sotto il coordinamento della Guardia Costiera Italiana, "nel rispetto del diritto marittimo internazionale, delle leggi internazionali e dei principi umanitari": da allora la ONG ha assistito più di 76 mila persone.