Incontro Kim-Trump, gli scenari futuri dopo il summit di Singapore

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Il leader nordcoreano Kim Jong-un e il presidente Usa, Donald Trump (archivio Getty Images)
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Successo per lo storico vertice del 12 giugno fra le delegazioni dei due Paesi rivali. Il leader nordcoreano e il presidente statunitense si sono stretti la mano e scambiati inviti reciproci nelle proprie capitali. Ecco quali saranno i prossimi incontri diplomatici

Tanti impegni reciproci e dichiarazioni distensive da entrambe le parti. Questo è quanto, per ora, rimane del vertice del 12 giugno a Singapore tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord.

Azioni "passo-passo"

Protagonisti assoluti di quello che molti media mondiali hanno ribattezzato "l'incontro del secolo", sono stati il presidente Statunitense, Donald Trump, e il leader nordcoreano, Kim Jong-un, riunitisi a Singapore dopo mesi di pesanti scontri diplomatici. La distensione tra i due Paesi, rivali storici dagli anni Cinquanta, è stata preparata dal Segretario di Stato Mike Pompeo, uomo chiave delle negoziazioni che hanno portato all'incontro fra i due leader e a un piccolo passo in avanti verso una pacificazione storica. Trump e Kim si sono stretti la mano, hanno espresso la volontà di raggiungere un impegno alla denuclearizzazione senza alcun riferimento temporale e, infine, si sono scambiati un reciproco invito a Washington e Pyongyang. Entrambi i leader hanno condiviso l'importanza di compiere "azioni 'passo-passo' e 'simultanee' per raggiungere la pace e la denuclearizzazione".

Successo mediatico ma restano le sanzioni

Quello di Singapore è stato il primo summit tra Stati Uniti e Corea del Nord dalla guerra di Corea del 1950-1953 e di sicuro ha assicurato a entrambi i protagonisti uno straordinario ritorno in termini di propaganda. Meno evidenti, almeno per il momento, sono i risultati concreti. Nel documento finale e nelle spiegazioni date successivamente da Trump ai membri della stampa, c'è infatti poco che possa essere considerato nuovo o rivoluzionario. Kim ha commentato tramite l'agenzia Kcna, l'incontro, sottolineandone "il suo grande significato per promuovere ulteriormente lo storico trend verso la pace e la riconciliazione". La denuclearizzazione potrà esserci - ha precisato in serata – ma dipenderà "dalla fine dell'antagonismo reciproco". Da parte americana qualcosa di più è stato promesso: non ci saranno più le esercitazioni militari congiunte tra esercito americano e sudcoreano nella penisola durante i negoziati tra Pyongyang e Washington. Lo stesso governo di Seul aveva chiesto di sospenderle come segno di buona volontà per coronare la 'pace olimpica' durante i giochi invernali. Al momento rimangono invece attive le sanzioni a Pyongyang, che "verranno eliminate una volta che saremo sicuri che non ci saranno più armi nucleari nella penisola", ha detto Trump.

I futuri incontri

Nell'incontro con la stampa, Trump ha reso noto che le delegazioni nordcoreana e statunitense torneranno a incontrarsi già dalla prossima settimana. Il presidente ha inoltre aggiunto che andrà a Pyongyang "al momento opportuno", confermando l'intenzione di invitare, al momento giusto, Kim alla Casa Bianca. Il commento a caldo del presidente americano è arrivato, come di consueto, attraverso Twitter mentre era ancora a bordo dell'Air Force One, mentre il leader nordcoreano ha optato per l'organo di stampa ufficiale del Paese. “Se gli Stati Uniti prenderanno misure per costruire la fiducia per migliorare le relazioni tra Washington e Pyongyang, allora anche la Corea del Nord continuerà a prendere ulteriori misure di buona volontà commisurate alle loro", ha dichiarato il leader. Trump ha ringraziato su Twitter la sua controparte scrivendo: "Con Kim Jong-un – si legge - siamo andati d'accordo, vuole vedere cose meravigliose per il suo paese. E come ho detto prima: chiunque può fare una guerra, ma solo i più coraggiosi possono fare la pace".

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