Lo storico vertice si terrà il 12 giugno a Singapore, all’interno dell'hotel Capella. Il presidente statunitense sarà accompagnato dal segretario di Stato Pompeo, mentre Melania e il vice Pence non ci saranno. Il leader nordcoreano potrebbe presentarsi con la sorella
Lo storico summit tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader nordcoreano, Kim Jong-un, si terrà il 12 giugno a Singapore. Il faccia-a-faccia che, nelle intenzioni di Washington, punta a smantellare il programma nucleare nordcoreano, segue almeno sette decenni di ostilità segnati da una sanguinosa guerra e picchi di tensione estrema, fino a qualche settimana fa. Ora la possibile svolta.
La sede, un hotel da 10mila dollari a notte
Il vertice si svolgerà all'Hotel Capella sull'isola Sentosa a Singapore, con la prima stretta di mano alle 9 del mattino ora locale. La piccola isola di Sentosa, a sud di Singapore, è nota per ospitare hotel di lusso, parchi divertimento e anche gli Universal Studios; offre, rispetto ad altre location, maggiore sicurezza per gli ospiti. Il lussuosissimo Hotel Capella, progettato dall'archistar Norman Foster, con camere che hanno un costo che oscilla tra i 650 e i 10mila dollari a notte, è di proprietà di Pontiac Land Group dei fratelli Kwee: una delle dinastie di miliardari più importanti di Singapore. L'hotel ha due suite presidenziali, di cui una con ingresso indipendente, ideale per ospitare i colloqui di alto livello.
Trump senza Melania
Kim con la sorella
Meno chiara la composizione della delegazione nordcoreana. Kim Jong-un potrebbe essere affiancato da alcune figure chiave nei negoziati degli ultimi mesi: innanzitutto, la sorella del dittatore, Kim Yo Jong, la cui partecipazione alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang su invito del presidente sud-coreano Moon Jae-in, spianò la strada alle riprese dei colloqui intercoreani. Tra i "papabili", anche Kim Yong Chol, considerato il braccio destro di Kim, vicepresidente del Comitato centrale del Partito dei Lavoratori, ex capo dello spionaggio di Pyongyang, che ha avuto un ruolo centrale nella ripresa dei colloqui e il 2 giugno ha portato alla Casa Bianca la missiva che ha spianato la strada. Altro nome possibile, il ministro degli esteri Ri Yong Ho.
L'agenda: la denuclearizzazione in cambio di garanzie
Il nodo delle trattative sarà il programma nucleare nordcoreano che spaventa gli Usa e il mondo. Ma dove porterà il summit, anche solo impensabile fino a qualche mese fa, non è affatto chiaro. Non è escluso che possa concludersi con una stretta di mano, una photo opportunity e poco altro. Le due parti sembrano infatti ancora distanti nonostante l'intensa attività degli ultimi giorni. Pyongyang - che punta a riforme economiche che risollevino il Paese - dovrebbe essere pronta a confermare la totale sospensione dei test nucleari e il congelamento del suo arsenale atomico; ma non è chiaro quali garanzie voglia in cambio e cosa Trump sia disposto a cedere. Mentre ha congelato le nuove sanzioni già pronte per la Corea del Nord, forse Trump accetterebbe anche che Pyongyang non rinunci immediatamente al suo arsenale nucleare. Attualmente i due Paesi non hanno relazioni diplomatiche e la Corea del Nord rimane soggetta alle sanzioni decise dagli Stati Uniti e dalle Nazioni Unite.