
A soli due giorni dall'inizio di Cop 23 (6-17 novembre), attivisti provenienti da tutto il mondo si sono riuniti per le strade della città tedesca per protestare contro l'uso di carboni fossili. LA FOTOGALLERY

Migliaia di manifestanti si sono riversati nelle strade di Bonn per protestare contro l'uso di carboni fossili e altri aspetti legati al cambiamento climatico. Nella città tedesca, infatti, si terrà dal 6 al 17 novembre la Cop 23, la conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul clima -
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La Cop 23 è la 23esima Conferenza delle parti della Convenzione quadro dell'Onu sui cambiamenti climatici (Unfccc), la presidenza è affidata alle Isole Fiji -
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I manifestanti hanno sfilato per strada con striscioni e cartelli per la maggior parte inneggianti alla difesa del pianeta. Secondo gli organizzatori almeno 25mila persone hanno preso parte alla manifestazione, al momento mancano ancora stime ufficiali della polizia -
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Neppure la Germania - nonostante gli ambiziosi programmi relativi all'utilizzo di energie rinnovabili - è stata risparmiata dalle critiche. Molti manifestanti hanno infatti accusato il governo tedesco per l'uso di centrali elettriche a carbone -
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Due saranno i punti principali al centro del vertice delle Nazioni Unite di Bonn: l'analisi delle misure e degli strumenti necessari per raggiungere i target definiti a Parigi; e una 'road map' per mettere a punto una revisione, con maggiore ambizione, degli impegni assunti -
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Organizzata da più di dodici gruppi ambientalisti, la manifestazione di protesta è stata caratterizzata dalla presenza di cartelloni e travestimenti: molti partecipanti hanno mostrato striscioni con slogan del tipo "Rivoluzione non inquinamento" e "Distruggete la nostra Terra" o ancora "Trump: genocidio climatico" -
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La conferenza porterà sul palcoscenico tedesco oltre 190 nazioni con l'obiettivo di mantenere gli impegni presi a Parigi, al netto del dietrofront del presidente Usa Donald Trump che ha portato gli Stati Uniti fuori dall'intesa francese -
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"Il fatto che l'anima del vertice sia nell'oceano Pacifico, dove si combatte per 'non rimanere sott'acqua' per via dell'innalzamento del livello del mare a causa del riscaldamento globale - spiega Mauro Albrizio, responsabile dell'ufficio europeo di Legambiente - potrebbe rappresentare una spinta ulteriore: un incoraggiamento a tutti a fare di più" -
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