Il rapporto: dal cambiamento climatico malattie e ondate di calore

Salute e Benessere
Alla ricerca di refrigerio da un'ondata di calore a sud di Los Angeles (Foto: Getty Images)
Heatwave-GettyImages

Gli effetti del riscaldamento globale sono già sulle nostre spalle. L'allarme da un maxi rapporto di Lancet redatto da ricercatori ed esperti di 26 enti, tra università e organizzazioni mondiali come l'Oms

Dalla spinta alla trasmissione di malattie infettive come la febbre Dengue all'aumento record di persone esposte alle ondate di calore: gli effetti dei cambiamenti climatici sulla nostra salute sono già quantificabili, tanto da poter essere considerati oggi un "significativo problema di sanità pubblica" che riguarda milioni di persone in tutto il globo. A lanciare l'allarme è un rapporto redatto da ricercatori di diversi atenei e organismi internazionali tra cui l'Organizzazione mondiale della Sanità, la Banca mondiale e l'Organizzazione meteorologica mondiale. Intitolato "The Lancet Countdown on Health and Climate Change", il report prende in esame 40 indicatori per monitorare gli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute globale e di qui in avanti sarà aggiornato ogni anno.

Ondate di calore

Tra gli effetti già documentati del clima sulla salute pubblica c'è quello delle ondate di calore. Il rapporto evidenzia che tra il 2000 e il 2016 il numero di persone "vulnerabili" - cioè dai 65 anni in su - esposte a questi fenomeni è aumentato di circa 125 milioni, con un record di 175 milioni raggiunto nel 2015. Un dato, sottolineano i ricercatori, che scaturisce dall'aumento nello stesso periodo di 0,9 gradi centigradi della temperatura nei luoghi a maggiore densità di popolazione. Circa il doppio della media globale.

Malattie infettive

Il riscaldamento globale sta avendo come effetto anche quello di spingere la diffusione di malattie infettive. Il rapporto prende come esempio la febbre Dengue: la capacità di trasmissione di due zanzare vettore (la Aedes aegypti e la Aedes albopictus) è aumentata rispettivamente del 9,5% e dell'11,1% dagli anni '50. Gli incrementi sono stati del 3% e del 5,9% dal 1990 grazie a condizioni climatiche più favorevoli.

Troppo caldo per lavorare

Il peso dei cambiamenti climatici incide anche sulla produttività dei lavoratori rurali, tipo i contadini: tra il 2000 e il 2016 è stato registrato un calo medio del 5,3% per l'aumento delle temperature.

Sottonutrizione

Lancet definisce la sottonutrizione "l'impatto maggiore dei cambiamenti climatici nel XXI secolo". Ogni aumento di un grado centigrado della temperatura terrestre, spiegano i ricercatori, è infatti associato a un calo del 6% nelle rese globali delle colture di grano e del 10% di quelle di riso. Il numero di persone sottonutrite in 30 Paesi vulnerabili ai cambiamenti climatici e fortemente dipendenti dalla produzione locale di cibo è aumentato da 398 milioni nel 1990 a 422 milioni nel 2016.

Disastri naturali

La vita delle persone è messa sempre più a repentaglio dai disastri naturali dovuti a eventi meteo estremi: questi fenomeni dal 2000 al 2013 sono aumentati a livello globale del 46%.

Rifugiati climatici

Nel mondo i cambiamenti climatici secondo Lancet hanno già costretto almeno 4.400 persone a migrare e per la fine del secolo ci si aspetta almeno un miliardo di persone a rischio migrazione.

Inquinamento killer

Già si contano morti premature a causa dell'inquinamento atmosferico prodotto dai trasporti e dai combustibili fossili, bruciati per generare energia e per l'uso domestico: in 21 Paesi asiatici nel 2015 le vittime sono state oltre 800 mila.  

Una speranza c'è ancora

"Il cambiamento climatico sta già accadendo ed è una questione sanitaria per milioni di persone nel mondo", spiega Anthony Costello, direttore dell'Oms. Nonostante le prospettive non siano incoraggianti c'è però un margine di speranza, ma solo con un "cambio di passo" dei governi e con "un'azione urgente per tagliare le emissioni di gas serra". Il rapporto evidenzia pure segnali incoraggianti a livello globale: gli impegni assunti da diversi Paesi (dal Canada alla Francia) per eliminare l'utilizzo del carbone, l'aumento delle energie rinnovabili e l'emergente trasformazione del settore dei trasporti grazie ai veicoli elettrici.

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