Milano, caso bimba lasciata morire di stenti, sorella della madre: "Lei pentita? Recita"

Lombardia

La donna, Alessia Pifferi, è accusata di aver abbandonato e lasciato morire nel luglio 2022 la figlia Diana, bambina di un anno e mezzo. Dovrà rispondere di omicidio volontario pluriaggravato

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"Ha recitato tutta la vita. Per lei  la colpa è sempre degli altri. Spero che si sia davvero pentita. Me lo auguro di cuore che si penta di quanto ha fatto, ma per lei stessa. Ripenso a quella bambina lasciata da sola nel lettino per una settima. Se ne è accorta ora che un biberon non bastava?". Lo ha detto al termine dell'esame in aula in Corte d'assise a Milano la sorella di Alessia Pifferi. Quest'ultima è imputata di omicidio volontario pluriaggravato, con l'accusa di aver lasciato morire di stenti nel luglio 2022 la figlia Diana, bimba di un anno e mezzo.

La sorella: "Impossibile riallacciare i rapporti"

Per la sorella dell'imputata, Viviana, ora "è impossibile riallacciare i rapporti. Ha vissuto una vita normale, quindi, forse un po' di deficit ce li abbiamo tutti", ma "non da arrivare a queste cose". Secondo la donna, quel che la sorella ha dichiarato in aula "sembrava molto mirato. Quando non sai cosa  cosa dire dici di non ricordare". A chi le chiedeva se la loro madre riallaccerà mai i rapporti con la figlia imputata la donna ha risposto che "non lo so. Io parlo per me anche perché lei dice di non avere mai avuto un rapporto con mia mamma", ma "non e' vero".

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Le parole di Alessia Pifferi

La sorella dell'imputata, Viviana, si riferisce alle parole pronunciate da Alessia che oggi durante il processo ha dichiarato: "Sì, l'ho lasciata sola. Pochissime volte, non ricordo quante. Andavo via e di solito l'indomani tornavo subito a casa. Le lasciavo due biberon di latte, due bottigliette di acqua e una di 'teuccio'. Ero preoccupata, avevo paura di molte cose, che riuscisse a bere il latte. Pensavo bastasse". Rispondendo alle domande del pm Francesco De Tommasi, la 37enne ha spiegato di averla già lasciata sola altre volte prima di quella fatale. "Quando rientravo di solito era tranquilla che giocava con i suoi giochini nel lettino. La lavavo, la cambiavo e le davo la pappa". Come ha spiegato Pifferi, in quelle occasioni andava in provincia di Bergamo dal compagno, con il quale aveva da tempo una relazione 'tira e molla'. L'imputata ha poi detto che "mi manca mia figlia, mi sento spenta, mi sento buia. Ero orgogliosa di mia figlia, non è mai stata un peso per me", raccontando poi di "vivere alla giornata - ha affermato rispondendo alle domande del suo difensore Alessia Pontenani -, vivo malissimo. La mia bambina mi manca tantissimo. Il carcere non è di certo un bel posto. Se tornassi indietro non lo rifarei di sicuro".

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