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Omicidio di Voghera, oggi l'udienza di convalida del fermo di Massimo Adriatici

Lombardia
©Ansa

Adriatici avrebbe esploso un colpo di pistola (che a quanto si è appreso deteneva regolarmente) contro il 39enne dopo una lite tra i due, avvenuta davanti a un bar. La procura di Pavia ha chiesto la conferma degli arresti domiciliari per il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove

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A Voghera oggi è prevista l'udienza di convalida del fermo dell'assessore che ha ucciso in piazza un 39enne di origini marocchine, Youns El Boussettaoui, dopo una lite. Si tratta di Massimo Adriatici, assessore alla Sicurezza nella giunta di centrodestra guidata dal sindaco Paola Garlaschelli da ottobre del 2020, arrestato ieri. La procura di Pavia ha chiesto la conferma degli arresti domiciliari per il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Domani il politico comparirà davanti al gip.

In un video vittima colpisce l'assessore

Intanto agli atti dell'inchiesta si aggiunge un video ripreso da una telecamera di sorveglianza. Nelle immagini si vede lo straniero avvicinare l'assessore e, dopo una breve discussione, colpirlo con un pugno. L'assessore cade a terra, subito dopo lo si vede rialzarsi ed essere avvicinato da un paio di persone. Dal video non è chiaro, invece, il momento in cui Adriatici, ora ai domiciliari per eccesso colposo di legittima difesa, impugna l'arma. 

La vicenda

A quanto emerge dai primi accertamenti, Adriatici avrebbe esploso un colpo di pistola (che a quanto si è appreso deteneva regolarmente) contro il 39enne dopo una lite tra i due, avvenuta davanti a un bar. Soccorso dagli operatori del 118 alle 22.17, il ferito è stato trasportato in codice rosso al pronto soccorso dell'ospedale di Voghera (Pavia). Le sue condizioni, che all'inizio non sembravano preoccupanti, si sono aggravate rapidamente sino alla morte avvenuta nella notte in ospedale. La vittima, irregolare su suolo italiano, aveva numerosi precedenti: minacce, resistenza a pubblico ufficiale, spaccio, evasione, guida in stato di ebbrezza e senza patente, falso, porto di armi atte a offendere (LE PAROLE DEL LEGALE DELLA VITTIMA).

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Chi è l'assessore

Eletto nelle file della Lega, è titolare di un noto studio di avvocatura. Sul suo profilo Facebook l'avvocato risulta inoltre "docente di diritto penale e procedura penale presso Scuola allievi agenti Polizia di Stato Alessandria". Adriatici è stato "un collaboratore esterno del Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze politiche, economiche e sociali fino al 2017" dell'Università del Piemonte Orientale, dove si è laureato. Ha collaborato in modo occasionale con la Scuola di Polizia di Alessandria, dove era molto apprezzato dagli allievi agenti. In un'intervista alla Provincia Pavese del 29 marzo 2018 aveva affermato che "L'uso di un'arma deve essere giustificato da un pericolo reale" e che "sparare deve essere l'extrema ratio, l'ultima possibilità da mettere in atto se non ne esistono altre". Adriatici era diventato un legale affiancando alla libera professione l'insegnamento. Inoltre, in passato era stato un poliziotto proprio nella cittadina in cui è avvenuto l'omicidio. Entrato nel 1995 in polizia come agente, aveva vinto il concorso per passare al grado di vice sovrintendente e ha poi lasciato la divisa nel 2011, dopo sedici anni di carriera come sovrintendente.

La sorella della vittima: "In Italia dov'è la giustizia?"

Una persona non pericolosa, che aveva bisogno di essere aiutata, con due figli, uno di otto e una di cinque anni. Questo è pensiero della sorella di Youns El Boussettaoui, appena rientrata dalla Francia, a Zona Bianca su Retequattro. "Gli hanno sparato in piazza davanti a tantissime persone. L'assassino si trova a casa sua, dorme bello riposato. Dove è la legge in questa Italia? Ma siamo in Italia o in una foresta?" ha detto in lacrime. "Aveva un fucile, aveva una pistola in mano mio fratello? Rispondetemi! No, mio fratello non aveva nessuna arma in mano. È stato ammazzato davanti alle persone e questa persona si trova a casa sua. Io voglio sapere se qua in Italia ammazzare o sparare è una cosa legale". Sapeva che Youns dormiva per strada. "Si sente più tranquillo a dormire sulle panchine. L'altro giorno l'ha visto mio marito, è venuto a prenderlo", ha raccontato. Comunque la famiglia ha cercato di aiutarlo: "Abbiamo chiamato i carabinieri a Livorno Ferraris (in provincia di Vercelli, ndr), possono testimoniare. L'abbiamo portato all'ospedale ma è scappato dall'ospedale. I carabinieri di Livorno Ferraris hanno chiamato i carabinieri di Voghera per poter prendere Youns, non perché fa male a qualcuno, è per lui, per difendere mio fratello".

"La mia bambina mi ha chiesto com'è uscito quel colpo"

"La mia bambina mi ha chiesto: 'come è uscito quel colpo?'. Se capisce una bambina come non possono capirlo i magistrati", prosegue la donna, che si sfoga davanti al bar dove è accaduto l'omicidio. "Era mio fratello - racconta - Pensate se avessero ucciso un fratello vostro". "Vogliamo giustizia - aggiunge suo marito - Giustizia, e che sia giustizia per tutti".

Il legale della vittima: "Andava curato non ucciso"

Youns El Bossettaoui "andava curato, non ucciso, perché non faceva male a nessuno ed era malato". Lo ha spiegato l'avvocato Debora Piazza che con il collega Marco Romagnoli difende i famigliari dell'immigrato ucciso. "Non siamo nemmeno stati avvisati dell'autopsia perché pensavano non avesse parenti che invece sono tutti italiani".

Giuseppe Sala: "Chi lavora con me mai in giro armato"

"Ovviamente la giustizia farà il suo corso, però devo dire che nessuna delle persone che lavora o che lavoreranno con me, andrà mai in giro con una pistola". Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. "In secondo luogo - ha aggiunto -, anche se fosse stato un incidente, nasce tutto dal fatto che uno la pistola ce l'ha in tasca, per cui direi, innanzitutto, che chi svolge una funzione pubblica, le pistole le lascia a casa anche se ha il porto d'armi. Le pistole possono essere nelle mani di chi è delegato per professione ad averle".

Mozione di sfiducia al sindaco

Le minoranze in consiglio comunale a Voghera (Pavia) stanno preparando una mozione di sfiducia contro il sindaco Paola Garlaschelli. "Un gravissimo episodio che è l'ennesima dimostrazione di come questa giunta non sia assolutamente in grado di affrontare i problemi della città, dalla sicurezza alle questioni sociali sino ad arrivare ai servizi per i cittadini - ha dichiarato Nicola Affronti, capogruppo in consiglio comunale dell'Udc - In meno di un anno l'attuale amministrazione ha già fatto parlare male di sé a livello nazionale con due assessori finiti sotto inchiesta. Tra l'altro non è neppure in grado di comunicare: dopo quanto è successo l'altra sera, si sono limitati a una nota di poche righe in cui annunciavano l'autosospensione dell'assessore Adriatici. La situazione di Voghera sta peggiorando: il sindaco e la sua giunta devono andarsene".