Covid, Gismondo (Sacco) si scusa dopo convegno a Berlino: “Non sono negazionista”

Lombardia
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Così la microbiologa: "Mi assumo tutte le responsabilità di essere stata così in buona fede da non pensare che le mie dichiarazioni potessero venire distorte da degli estremisti. Per me era un discorso tra scienziati"

Non si placano le polemiche attorno alla decisione della microbiologa del Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, di aver accettato l'invito a Berlino dall'ultradestra Afd. In un'intervista rilasciata a La Repubblica si pente e definisce un "problema neurologico" il negazionismo. Correggendo, tra l'altro, una serie di dichiarazioni rese nel convegno di luglio: "Non voglio assolutamente essere associata a chi combatto tutti i giorni". (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA - LA SITUAZIONE A MILANO - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

Le dichiarazioni

 

Nell'intervista la microbiologa spiega i motivi per i quali ha accettato quell'invito: "Sono un'ingenua. Quando ho ricevuto l'invito al Bundestag, sulla lista c'erano altri accademici e una persona del ministero della Salute. Non ho guardato il simbolo, pensavo fosse una società scientifica". Sul negazionismo: "Chi lo è dovrebbe farsi un giro nell'ospedale dove lavoro, dove faccio notte e giorno diagnosi di Covid". Sul fatto di aver detto di "non credere assolutamente ai dati ufficiali del governo" italiano, la microbiologa ha risposto: "Ho detto semplicemente quello che dicono anche i dati dell'Istituto superiore di Sanità, senza togliere nulla alla gravità dei morti per qualsiasi causa. L'89% dei deceduti hanno almeno altre tre o quattro patologie e il 10-12% non avevano altre patologie. Ma non è per sminuire, è per tutelare le persone al rischio". In generale, "mi assumo tutte le responsabilità di essere stata così in buona fede da non pensare che le mie dichiarazioni potessero venire distorte da degli estremisti. Per me era un discorso tra scienziati".

Le polemiche

A luglio, a Berlino, Maria Rita Gismondo rispose che "non sapeva" se fosse vero che nei famosi camion di Bergamo ci fossero cadaveri: "Era una domanda assurda, ma do per scontato che ci fossero le bare e i cadaveri".

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