Tifoso morto, Da Ros può patteggiare. Per gli altri rito abbreviato

Lombardia
Luca Da Ros al momento dell'arresto (ANSA)

Le varie istanze verranno probabilmente depositate domani. La collaborazione di Da Ros è stata fondamentale per ricostruire la dinamica della morte di Daniele Belardinelli, durante gli scontri prima di Inter-Napoli

Luca Da Ros, il 21enne ultrà interista arrestato per gli scontri del 26 dicembre 2018 prima di Inter-Napoli, in cui morì Daniele Belardinelli, e tornato libero dopo aver collaborato con i magistrati, punta a patteggiare una pena sotto ai 2 anni, con la sospensione condizionale, sulla base di un accordo raggiunto tra l'avvocato Alberto Tucci e gli inquirenti milanesi. Sull'istanza di patteggiamento dovrà esprimersi il Gup Carlo Ottone De Marchi. 

Piovella e Ciccarelli chiedono rito abbreviato

I due capi della curva nerazzurra, Marco Piovella e Nino Ciccarelli, invece, difesi dal legale Mirko Perlino, hanno scelto il rito abbreviato, con un processo a porte chiuse e lo sconto di un terzo sulla pena. Stessa scelta anche per le altre tre persone al momento arrestate nell'inchiesta milanese. Le varie istanze dovrebbero essere depositate domani, martedì 19 febbraio. Nei giorni scorsi, l'aggiunto Letizia Mannella e i PM Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri avevano chiesto e ottenuto per tutti e sei gli imputati il rito immediato.

Il contributo di Da Ros alle indagini

Da Ros, finito in carcere due giorni dopo la guerriglia di via Novara assieme ad altri due ultras nerazzurri, Francesco Baj e Simone Tira, era stato scarcerato dal Gip lo scorso 5 gennaio. L'11 febbraio ha ottenuto la revoca degli arresti domiciliari. Nel corso "di una pluralità di interrogatori", ha scritto il Gip Guido Salvini, il giovane "ha dato un significativo contributo alle indagini sui fatti del 26 dicembre, consentendo di ricostruire per quanto a sua conoscenza lo scenario di quegli eventi". 

L'identificazione dei partecipanti all'assalto

Da Ros, già nell'interrogatorio dopo l'arresto, aveva chiamato in causa Piovella, poi finito in carcere, detto 'il Rosso', come uno dei capi dei Boys della curva interista che avrebbe impartito gli 'ordini' per l'agguato contro gli ultras napoletani. Da Ros aveva poi collaborato anche davanti ai PM: su un album fotografico aveva riconosciuto alcuni dei partecipanti all'assalto, tra cui Nino Ciccarelli, capo dei Viking della curva, anche lui poi arrestato. Quest'ultimo è finito in carcere, lo scorso 17 gennaio, assieme all'ultrà del gruppo di estrema destra 'Blood and Honor' della curva varesina Alessandro Martinoli

Le accuse

Per tutti e sei gli arrestati le accuse sono di rissa aggravata dalla morte di Belardinelli, lesioni nei confronti di quattro ultras napoletani e lancio di oggetti pericolosi. Per Ciccarelli c'è anche la violazione di un Daspo. I sei sono anche indagati, così come gli oltre 30 coinvolti nell'inchiesta, per omicidio volontario.

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