Aggressione a Niccolò Bettarini: gli amici testimonieranno in aula

Lombardia
Foto di archivio (Fotogramma)

La scorsa settimana, uno degli imputati ha ammesso di aver colpito il ragazzo con almeno una coltellata. Il Gup ha affidato l'incarico per la perizia sulle ferite riportate da Niccolò

Verrà ascoltato in aula, come testimone e parte civile, il prossimo 20 dicembre, Niccolò Bettarini, figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini, colpito con calci, pugni e con otto coltellate il 1 luglio davanti ad una discoteca milanese. Questa la decisione del Giudice per le Udienze Preliminari, Guido Salvini, che presiede il processo, con rito abbreviato, ai quattro ragazzi accusati del tentato omicidio di Niccolò. Per i giovani il Pubblico Ministero, Elio Raimondini, ha chiesto una condanna a 10 anni di carcere.

Gli amici di Niccolò sul banco dei testimoni

Tre amici di Niccolò saranno ascoltati come testimoni durante il processo. I tre ragazzi erano presenti durante l'aggressione avvenuta lo scorso luglio fuori dalla discoteca Old Fashion, noto locale di Milano, tra questi sarà sentita anche una ragazza che si è gettata nella mischia per salvare la vita di Niccolò.

La perizia sulle ferite riportate da Niccolò

Il Gup ha indicato per l'espletamento dell'incarico della perizia relativa alle ferite subite da Niccolò il dottor Alessio Battistini, mentre il professor Umberto Genovese, docente all'Istituto di medicina legale dell'Università degli Studi di Milano, è stato nominato consulente tecnico di parte della vittima. Questo è un passaggio tecnico, ma che sembra fondamentale per il verdetto finale del processo. Per il giudice, infatti, serve una perizia sulle ferite per verificare se il Niccolò sia stato davvero in pericolo di vita, dato che l'accusa contestata ai quattro imputati è tentato omicidio. La decisione del Gup è arrivata dopo che l'avvocato Daniele Barelli, legale di Albano Jakej, uno degli imputati, ha depositato una consulenza medica nella quale si sostiene, invece, che Bettarini non ha rischiato di morire. Agli atti del processo non c'è una consulenza sulle lesioni disposta dalla Procura.

L'ammissione di una degli aggressori

La scorsa settimana in aula, Davide Caddeo, uno dei presunti aggressori di Niccolò, ha depositato una memoria difensiva in cui ammette di di aver sferrato almeno una delle otto coltellate che hanno colpito il giovane. Secondo il PM, però, le otto coltellate sarebbero state inferte tutte da Caddeo.

Niccolò sarà sentito in aula

Niccolò, sempre presente in udienza come parte civile, parlando con i cronisti si è sempre detto pronto a deporre davanti al giudice e così sarà. Il giudice Salvini, come ha spiegato il legale del giovane, Alessandra Calabrò "ha disposto l'audizione di Niccolò Bettarini, Zoe Esposito e di altri due testimoni diretti dei fatti accaduti il primo luglio scorso".

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