Dall'antipasto misto tipico al Frustingu, passando per le celebri olive all'ascolana. Deborah Iannacci, fondatrice del blog CasaTrippa.it, crea una mappa gastronomica delle Marche (foto: CasaTrippa.it). LA FOTOGALLERY
di Stefania Leo
“Non bastano solo 10 piatti per raccontare le Marche”, spiega Deborah Iannacci, creatrice del blog CasaTrippa.it. Le specialità tipiche sono infatti tantissime e il rischio è quello di escludere ricette dalla grande tradizione. Ad unire però tutta la regione è l'antipasto misto (foto: CasaTrippa.it)
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L’antipasto misto marchigiano è una delle specialità più caratteristiche. La sua composizione cambia in base alla zona in cui lo si gusta. Al suo interno è possibile trovare salumi (spesso di produzione propria) come Ciauscolo, Salame di fegato, Lonza, Lonzino, Salame lardellato, ma anche prodotti caseari come Formaggio pecorino e la Ricotta (foto: CasaTrippa.it)
I 10 piatti tipici della cucina valdostana. FOTO
C'è anche una vasta scelta di sott’oli: carciofini, zucchine, melanzane, giardiniera, asparagi, cipolle rosse locali. “Una vera cornucopia di colori e sapori tutti marchigiani”, spiega Iannacci (foto: CasaTrippa.it)
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Le Tagliatelle fritte sono una specialità tipica di Monterubbiano, paese in provincia di Fermo. Incarnano due must della cucina locale: le tagliatelle e la frittura. La ricetta sembra essere nata in un ristorante che si trovava nel centro storico del paese. Pian piano tutti i concittadini, anzi le loro Vergare, hanno iniziato a replicarla (foto: CasaTrippa.it)
“Ognuno di loro dice di avere la ricetta originale, ma in realtà ci sono tante piccole variazioni di casa in casa. Una sola cosa è certa: sono buonissime", aggiunge Iannacci. "L'incontro tra il croccante della panatura fritta, il morbido ripieno di tagliatelle e la salsa di pomodoro che addolcisce e avvolge il tutto le rende irresistibili. Vanno provate, almeno una volta nella vita!” (foto: Hotel Lauri Macerata/Facebook)
I Vincisgrassi sono forse il piatto più conosciuto delle Marche. Si tratta di un timballo (“Nella zona Sud della regione viene chiamato così”) di pasta sfoglia messo in teglia a strati, con una ricca farcitura di pomodoro, carne di vari tagli (tradizionalmente di scarto) e rigaglie di pollo (foto: CasaTrippa.it)
“Vengono spesso confusi con la lasagna bolognese, ma in realtà le due ricette sono molto diverse – spiega la blogger – nei Vincisgrassi, tradizionalmente, non veniva assolutamente impiegata né mozzarella né besciamella” (foto: CasaTrippa.it)
Le Olive all’ascolana sono un altro piatto simbolo delle Marche. “Come ci dice il nome, queste piccole bombette golose sono tipiche del territorio ascolano – spiega Iannacci – Le Vergare di Ascoli hanno un vero e proprio disciplinare, che mette nero su bianco come devono essere realizzate. Guai a non seguirlo” (foto: CasaTrippa.it)
L’oliva deve essere una tenera ascolana, che viene privata del suo nocciolo con il tipico taglio a spirale, in modo che accolga al meglio il suo ripieno (foto: CasaTrippa.it)
“Dalle tavole ascolane sono bandite le olive già denocciolate, quelle lasciamole per gli aperitivi!”, spiega l'esperta (foto: CasaTrippa.it)
“Il bello delle Marche è che nel raggio di pochi chilometri è possibile passare dalle colline al mare". Tra le ricette di costa ci sono le lumachine di mare, i cosiddetti Cucciulitti o Bombetti (il loro nome "cambia dal nord al sud della Regione"). "La condizione essenziale per gustare questo piatto è sporcarsi le mani e fare la scarpetta con il loro sughetto", aggiunge Iannacci (foto: CasaTrippa.it)
La Crescia sfogliata è un impasto salato tipico di Urbino. Ha origini illustri e rinascimentali. Viene sfogliata con lo strutto e cotta brevemente su una piastra calda. "Spesso comparata con la cugina piadina, la crescia si distingue per la presenza di uova, pepe e strutto di maiale, che in fase di cottura ne garantiscono la sfogliatura e la straordinaria fragranza”, aggiunge l'esperta (foto: di Viaggi e Sorrisi!)
La Polenta sulla spianatora è un altro simbolo della gastronomia marchigiana. Il suo nome è sinonimo di convivialità. Nelle case contadine infatti, la tradizionale polenta veniva servita e consumata su una base di legno posta al centro del tavolo, la spianatora per l'appunto
“Ciascun commensale mangiava la porzione di polenta che aveva davanti e non mancavano bisticci se qualche zio o nipote si “allargava troppo con le forchettate”, spiega Iannacci. Spesso condita con sugo di pomodoro e carne di maiale, è molto apprezzata anche con un sugo bianco di costine, salsiccia e funghi (foto: Viaggi e Sorrisi)
“Per le Marche il cibo è una cosa seria, ancor di più lo è il Brodetto di pesce”, spiega Iannacci. Da Nord a Sud della regione, ogni porto ha la propria variante. Se assaggi la versione Fanese (in foto, CasaTrippa.it) sarà molto diversa da quella Sanbenedettese, ma il denominatore comune è lo stesso: utilizzare pesce fresco pescato sul proprio litorale (foto: Cristian Crea)
Contorno tipico dell’entroterra marchigiano, la Fava ‘ngreccia deve il suo nome all’aspetto che assume il legume dopo la cottura, cioè raggrinzito. Gli ingredienti di preparazione sono principalmente due: la fava e il finocchietto selvatico (anche chiamato finocchietto bastardo). Meglio se i due ingredienti sono appena raccolti (foto: CasaTrippa.it)
Dolce tipico del periodo natalizio, lu Frustingu viene consumato per lo più in alcune aree del maceratese e del fermano. Nel resto della regione cambia nome e ingredienti. Di base, questo dolce viene preparato con frutta secca e fichi, arricchito da cacao o cioccolato, liquori come Mistrà o mosto cotto, canditi, cedro, caffè in polvere o liquido, zucchero o miele ed altri ingredienti, tenuti segreti dalle nonne della regione (foto: CasaTrippa.it)
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