Telemarketing, stretta Agcom: arrivano i numeri brevi a tre cifre "certificati". Le novità

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

I numeri a tre cifre "arruolati" nella battaglia contro le chiamate indesiderate. L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha avviato una consultazione pubblica di 45 giorni in vista del lancio, fissato a febbraio 2026, del nuovo strumento a disposizione di aziende, banche, assicurazioni e operatori della telefonia. Ecco come funzionerà.

Quello che devi sapere

Identificativo del chiamante

Obiettivo della numerazione a tre cifre è quello di identificare il soggetto che effettua la chiamata o invia un messaggio all'utente con la prospettiva di potenziare la trasparenza. "Oggi invece le aziende possono usare questi numeri brevi solo per ricevere telefonate ma non come identificativo chiamante", spiega Laura Aria, commissaria Agcom.

 

Per approfondire: Telemarketing selvaggio, nuova stretta sulle chiamate indesiderate: le sanzioni previste

Numeri brevi validi solo dall'Italia

Agcom fa sapere che al termine della consultazione le aziende potranno chiamare con i numeri brevi "assegnati a loro" oppure "richiederne altri". Dagli operatori del settore energetico ai gestori telefonici: i numeri brevi saranno associati a soggetti autorizzati che operano sulla rete nazionale e sono dunque escluse le chiamate dall'estero evitando in questo modo il rischio di impersonificazione. 

 

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Filtri anti-spam

La modifica al piano di numerazione italiano aggiunge un nuovo tassello alla strategia avviata dall'Autority per le comunicazioni che mira ad arginare il fenomeno del telemarketing "selvaggio". Dopo il primo filtro anti-spam introdotto l'estate scorsa con il blocco delle chiamate indesiderate dall'estero tramite numeri fissi italiani, il 19 novembre ha debuttato la stretta sui numeri di cellulari.

Come funziona il filtro

Il filtro, anche detto anti-spoofing, deve essere applicato da tutti gli operatori attivi sul mercato italiano, sia per quanto riguarda la telefonia fissa sia quella mobile. Il funzionamento riguarda l'intera rete: pertanto all'utente non viene richiesto alcun passaggio, come per esempio scaricare applicazioni oppure inoltrare richieste specifiche. Ai gestori spetta l'obbligo di dotarsi di un'interfaccia tecnica necessaria per rendere efficace il filtro.

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I dati sulla stretta

Come riportano dati diffusi dall'Autorità, a una settimana dall'introduzione del secondo filtro le chiamate mobili dall'estero con numeri italiani sono passate da una media giornaliera di 34,5 milioni a 7,1 milioni. Il blocco consente all'operatore di telefonia di intercettare i numeri sospetti dall'estero prima che giungano a destinazione ammettendo di fatto solo i clienti italiani che attivano il roaming.

Tentativi di truffa

I dati mostrano la portata del fenomeno con milioni di utenti "bombardati" per anni da chiamate anonime, spesso effettuate tramite robocall, operanti fuori da ogni controllo. Oltre alle forme più comuni di marketing aggressivo come le proposte sul cambio di contratto di luce e gas, le telefonate 'selvagge' includono i tentativi di truffa con numeri telefonici modificati in modo da presentarsi all’utente che le riceve come un soggetto pubblico (ad esempio Forze dell’ordine) o privato (ad esempio una banca). La numerazione a tre cifre mira, infatti, ad agevolare il riconoscimento di questi soggetti.

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Chiamate con numeri esteri in aumento

Come una sorta di effetto "rimbalzo" dei filtri anti-spoofing, aumentano le chiamate moleste da numeri esteri - fissi o mobili. Su queste tipologie la normativa italiana non può intervenire, le telefonate con prefisso straniero sono maggiormente riconoscibili. Ad aumentare sono inoltre le comunicazioni illecite che partono dal territorio nazionale anche tramite app di messaggistica, sms e piattaforme VoIP come WhatsApp, che tuttavia dovrebbero essere più facilmente perseguibili dalle autorità di controllo.

Le sanzioni

Come prevedono le nuove norme, dalla stretta sono escluse le società di telemarketing iscritte regolarmente al Registro degli Operatori di Comunicazione (Roc). Il mancato inserimento, entro 60 giorni dall'avvio dell'attività, comporta il rischio di sanzioni fino a 50mila euro, oltre al blocco operativo.

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Quali soggetti devono iscriversi al Roc

All'iscrizione sono tenuti i call center ma anche i soggetti terzi che si avvalgono dei servizi forniti dalle aziende di telemarketing. Nella pratica è necessario fornire tutti i numeri di telefono nazionali che vengono utilizzati per lo svolgimento delle attività, inclusi i numeri verdi.

Registro pubblico delle opposizioni

Un ulteriore strumento di tutela contro il telemarketing illegale è rappresentato dal Registro pubblico delle opposizioni. Previsto da una legge del 2018, da luglio 2022 è possibile iscrivere gratuitamente sulla piattaforma telematica il proprio numero di cellulare vanificando i consensi alla pubblicità rilasciati. Il servizio punta a neutralizzare, a tempo indeterminato, sia le chiamate indesiderate da operatore umano come i call center sia quelle automatizzate tramite robocall.

 

Per approfondire: Call center e teleselling, maxi multa antitrust per sei società

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