Caldaie, verso stop ai controlli a casa per 20 milioni di impianti? Cosa sappiamo

Economia
©Getty

Introduzione

Potrebbe essere in arrivo un'importante novità che riguarda i controlli delle caldaie delle case: secondo quanto ricostruito da Il Corriere della Sera, infatti, esisterebbe una bozza molto avanzata del nuovo decreto del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che sarebbe destinato a riscrivere le regole sulle verifiche degli impianti termici. Per l’Unione Artigiani della provincia di Milano e di Monza Brianza però le novità in arrivo, nel tentativo di alleggerire gli oneri per i cittadini, avrebbero come risultato quello di spostare altrove i problemi. Ma cosa potrebbe cambiare?

Quello che devi sapere

Cosa cambia per le caldaie

A destare preoccupazione è quanto previsto all’articolo 8 comma 3 del decreto. Si tratterebbe di una norma tecnica che però porterebbe un cambiamento sostanziale: verrebbero infatti eliminate le ispezioni di persona per tutte le caldaie sotto i 70 kilowatt di potenza, cioè quasi tutti gli impianti domestici a gas presenti in Italia. Resterebbero solamente i controlli documentali, che possono però essere effettuati a distanza dagli enti delegati. Sarebbe un cambiamento enorme: nel Paese infatti ci sono ancora 20 milioni di queste caldaie, di cui almeno 7 milioni hanno più di 15 anni di età.

 

Leggi anche: Caldaie a gas, salta il divieto Ue dal 2029? Che cosa sappiamo

La posizione dell’Unione Artigiani

Sebbene l’intenzione del legislatore sembri essere quello di aumentare l’efficienza, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera l’obiettivo non sarebbe in questo caso centrato: i catasti locali degli impianti infatti non sarebbero ben funzionanti a livello provinciale e regionale, e le piattaforme raramente incrociano i dati dei contratti di fornitura del gas con quelli catastali, anagrafici o di abitabilità. E dunque per l’Unione Artigiani della provincia di Milano e di Monza Brianza affidare la sicurezza delle abitazioni a verifiche a distanza presuppone un sistema informativo che oggi ancora non esiste.

 

Leggi anche: Sostituzione caldaia, i consigli per scegliere il modello giusto

pubblicità

Verso un controllo ogni 4 anni?

Nel dettaglio, spiega ancora il quotidiano, “il nuovo schema di decreto fissa inoltre come standard nazionale un solo controllo di efficienza energetica ogni quattro anni, lasciando alle Regioni la possibilità di fare di più”, ma solamente nel caso di chiare motivazioni. Una simile novità potrebbe però scoraggiare le realtà che nel tempo hanno messo in campo modelli di controllo più avanzati. Per esempio in Lombardia ogni anno viene ispezionato il 5% degli impianti: inoltre “i controlli sull’efficienza si alternano alla pulizia delle caldaie, garantendo minori emissioni, maggiore sicurezza e anche risparmi sui consumi”.

 

Leggi anche: Freddo invernale e riscaldamento domestico: in aumento stufe a pellet e caminetti

“Cambiamento a scapito della sicurezza”

Secondo Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani, “è evidente che questi controlli comportano un onere per le famiglie, e l’impressione è che si voglia alleggerire questo peso. Però lo si fa a scapito della sicurezza e dell’ambiente”. Secondo Accornero non ci sarebbe un interesse nascosto dietro tutto questo, ma la tentazione di togliere un fastidio e di ridurre una spesa percepita come secondaria. Secondo lui però si tratterebbe di uno scambio che non regge: “Sarebbe un po’ come togliere il controllo periodico sulle automobili perché costa. Con il rischio di avere più incidenti e più inquinamento”.

pubblicità

I numeri degli incidenti legati al gas

Per l’associazione degli artigiani - che secondo Il Corriere della Sera “da questo intervento legislativo riceverebbero ovviamente un danno economico” - il rischio è che gli enti locali accolgano questa semplificazione dei controlli come una riduzione delle spese per i cittadini, in un modo che però non prenderebbe in considerazione i costi indiretti, tra cui quelli sanitari. In base ai dati del Comitato Italiano Gas, tra il 2019 e il 2023 gli incidenti legati al gas canalizzato per usi civili sono stati 1.119, con 128 decessi e 1.784 infortunati. 

Il tema dell’inquinamento atmosferico

Ci sarebbero poi da prendere in considerazione i problemi legati all’inquinamento atmosferico, in particolare nelle grandi città come Milano. Infatti in base ai dati forniti ogni accensione dei riscaldamenti coincide con il superamento delle soglie di tolleranza: dunque ridurre i controlli sugli impianti, che talora sono vecchi e poco efficienti, rischia di comportare una quantità maggiore di emissioni e più sprechi di gas. Una nota negativa in un periodo in cui si parla di transizione energetica e di riduzione dei consumi. Ed è per questo che l’Unione degli Artigiani chiede al governo di fermarsi, di riconsiderare il testo prima della promulgazione e di accendere un faro su una norma che rischia di sembrare innocua solo a chi non entra mai nelle case.

 

Leggi anche: Caldaie, come funziona il Conto termico e quali sono gli incentivi in caso di sostituzione

pubblicità