Manovra, ipotesi pagamenti in contanti fino a 10mila euro. Ma spunta una nuova tassa
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Fratelli d’Italia punta ad alzare il limite massimo entro il quale è possibile effettuare pagamenti in contanti, che passerebbe dagli attuali 5mila a 10mila euro a partire dal 1° gennaio 2026. Viene però introdotta una nuova tassa per questo tipo di operazioni.
Quello che devi sapere
Manovra, limite contanti a 10mila euro ma con tassa di 500 euro
Tra le migliaia di emendamenti presentati in Commissione Bilancio al Senato per la Legge di Bilancio per il 2026, una modifica firmata dal partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni prevede l’istituzione di "un'imposta speciale di bollo, nella misura fissa di euro 500, su ogni pagamento per l'acquisto di beni o servizi effettuato in denaro contante, nel territorio dello Stato, per un importo compreso tra 5.001 e 10.000 euro".
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Il governo Meloni e il tetto ai contanti
Dal 2023 il tetto per i pagamenti in contanti è di 5mila euro, sopra i quali bisogna obbligatoriamente ricorrere a forme di pagamento tracciabili (quindi tramite carte oppure tramite bonifico). È stato sempre il governo di Giorgia Meloni a portare la soglia a 5mila euro: prima di allora era stato abbassato dai precedenti governi a mille euro, nel tentativo di scoraggiare l’uso dei contanti e di favorire invece quello di strumenti tracciabili, così da combattere l’altissima evasione fiscale (attualmente in rialzo) che ha sempre contraddistinto il nostro Paese.
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L’obbligo di fatturazione per i pagamenti in contanti
Resta da vedere se l’emendamento si trasformerà in legge nel percorso di approvazione della Manovra finanziaria: le opposizioni spingono da tempo per un utilizzo più capillare delle forme di pagamento tracciabili e digitali. In ogni caso, se entrerà nel testo definitivo della Legge di Bilancio, il nuovo bollo dovrà essere pagato sia dai cittadini italiani che da quelli stranieri, e sarà totalmente a carico degli acquirenti. Le operazioni sarebbero comunque soggette a obbligo di fatturazione, in modo da renderle così in qualche modo tracciabili. La norma prevede infatti che, per i pagamenti tra i 5mila e i 10mila euro, ci sia l’apposizione "del contrassegno su stampa cartacea della fattura". Una copia della fattura corredata del contrassegno dovrà poi essere consegnata "al soggetto fornitore del bene o del servizio, al fine di consentire i controlli dell’Agenzia delle Entrate".
Gli altri emendamenti della maggioranza – la tassa sui pacchi
Tra gli altri emendamenti di tipo economico presentati dalla maggioranza di governo, per restare in Fratelli d’Italia, un’altra modifica va a colpire aziende cinesi come Shein e Temu. Si introduce una nuova tassa di due euro sulle spedizioni di piccoli pacchi proveniente da Paesi extraeuropei, per le operazioni dal valore dichiarato non superiore a 150 euro.
Forza Italia contro aliquota al 26% su affitti brevi
Forza Italia continua invece a spingere per il dietrofront immediato sugli affitti brevi. La proposta degli azzurri prevede la cancellazione della norma che fa salire al 26% l'aliquota per chi affitta un immobile tramite piattaforme. Noi Moderati punta a una cedolare secca agevolata al 15% per gli affitti lunghi.
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Le detrazioni per i libri scolastici
Sempre Noi Moderati propone anche di portare in detrazione al 22% le spese per l'acquisto di libri per gli studenti delle scuole superiori. La spesa è quantificata in 67 milioni l'anno dal 2026.
La Lega vuole l'innalzamento dell'Irap per le banche
Guardando al settore bancario, la Lega – come aveva già annunciato - chiede un innalzamento di altri due punti percentuali (dal 2% al 4%) dell'aliquota base dell'Irap per banche e assicurazioni. Con il gettito si intende portare oltre un miliardo e 100 milioni all'anno nel triennio al comparto sicurezza.
Forza Italia chiede di cancellare norma sui dividendi
E ancora, Forza Italia sta provando a bloccare la norma sui dividendi, che fissa al 10% la quota di partecipazione al capitale dopo la quale si è esclusi dal regime di tassazione agevolata. Per recuperare il gettito previsto, propone l'introduzione di un'aliquota agevolata al 13% sulla rivalutazione dell'oro (idea avanzata peraltro anche dalla Lega, al 12,5%).
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