Introduzione
Dal 1° gennaio 2026 sono pronti a scattare i primi aumenti delle accise sul tabacco, che faranno salire gradualmente il prezzo delle sigarette fino a 1,5 euro in più a pacchetto entro il 2028. Sarebbe questa una delle leve principali attraverso cui il governo punta a rafforzare le entrate e finanziare parte della manovra economica, appena approvata dal Consiglio dei ministri, assieme ai tagli di spesa per 8 miliardi che coinvolgeranno tutti i ministeri nei prossimi tre anni. Il quadro emerge dal Documento programmatico di bilancio (Dpb) inviato a Bruxelles e ripreso da Il Messaggero, che delinea le strategie dell’esecutivo per rispettare i vincoli del nuovo Patto di Stabilità e Crescita.
Quello che devi sapere
Tagli ai ministeri: 8 miliardi in 3 anni
La revisione della spesa sarà uno dei pilastri della manovra. I ministeri dovranno contribuire per 8 miliardi di euro nel triennio 2025-2027, con 2,3 miliardi già richiesti nel 2025. L’obiettivo è ridurre le spese correnti e ottimizzare i fondi disponibili, evitando aumenti di imposte. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva già posto la questione dodici mesi fa: "Preferite ridurre le spese o aumentare le tasse?". Anche quest’anno il Tesoro farà da apripista con un piano di razionalizzazione interna. Il dettaglio delle misure sarà reso noto con la presentazione ufficiale della legge di Bilancio dopo il Consiglio dei ministri.
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Chi dovrà risparmiare di più
Alcuni ministeri hanno già stimato l’impatto dei tagli. Il dicastero del Lavoro darà un contributo di circa 1 miliardo di euro, per quello della Cultura i risparmi previsti si aggireranno attorno ai 200 e 300 milioni di euro. Il ministero dell'Università e Ricerca, invece, punta a difendere fondi per borse di studio e Fondo di finanziamento ordinario (FFO), che nel 2025 salirà a 9,4 miliardi, con +336 milioni rispetto al 2024 Altri dicasteri segnalano margini ridotti di intervento, avendo già subito riduzioni negli anni precedenti.
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Efficientamento e rimodulazione di bilanci
Il Dpb parla anche di "efficientamento della spesa corrente" e della necessità di "migliorare la capacità di programmazione" delle amministrazioni pubbliche. L’obiettivo è rimodulare le dotazioni di bilancio in base alle reali esigenze, senza compromettere gli interventi in corso. Diversi ministeri hanno già avviato piani di revisione 2025-2027: quello delle Imprese e Made in Italy ha dato il via alla riforma del fondo di garanzia per le Pmi, mentre il ministero degli Interni sta conducendo un'analisi dei costi di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e dei risultati delle centrali di acquisto. Il ministero della Salute sta invece verificando i costi dei ricoveri e dell’attività intramoenia dei medici. Sono in corso valutazioni anche sulla sostituzione delle mense con buoni pasto e sulla riduzione del parco auto della pubblica amministrazione.
Le entrate del tabacco: fino a 1,5 euro in più a pacchetto
La revisione del calendario fiscale del tabacco, come già detto, garantirà risorse aggiuntive nell’arco del triennio. Gli aumenti delle accise saranno progressivi: da pochi centesimi nel 2026 e nel 2027 ma con un effetto cumulato rilevante entro il 2028 fino a raggiungere, nel complesso, 1,5 euro in più a pacchetto. La misura, che entrerà in vigore dal prossimo primo gennaio, prevede un rialzo graduale delle accise, una delle componenti principali del prezzo insieme a Iva, ricavi dei produttori e margine dei rivenditori. L’impatto complessivo dipenderà comunque dalle politiche di prezzo adottate dalle singole aziende del settore.
Dal PNRR 5 miliardi nel 2026
Una parte importante delle risorse che finazieranno la manovra arriverà dalla revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nel 2026 saranno liberati 5 miliardi di euro da destinare alle esigenze della legge di Bilancio. "Abbiamo effettuato la richiesta per l’ottava rata del Pnrr", ha spiegato il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti, "arriveremo a 153 miliardi di euro entro fine anno, tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre".
Coperture complessive ed entrate una tantum per oltre 17 miliardi
Nel complesso, la manovra potrà contare su coperture che si aggireranno attorno ai 17,5 miliardi di euro. La cifra include 200 milioni di entrate una tantum previste solo per il 2026, e un importo analogo legato agli aumenti delle sigarette. Sul fronte fiscale, il ministero dell’Economia punta anche a migliorare la riscossione e il contrasto all’evasione.
I contenziosi pesano per circa 2,1 miliardi
Nelle pieghe della manovra è stata previsto un fondo da 2,1 miliardi di euro per coprire gli effetti finanziari delle sentenze contrarie allo Stato. Tra i contenziosi più rilevanti c’è la lunga causa con Tim relativa al canone del 1998, del valore di circa 900 milioni di euro. La Corte d’appello ha stabilito che lo Stato debba risarcire l’azienda per circa 1 miliardo, ma il governo ha impugnato la sentenza. A maggio, la Cassazione ha sollevato una questione procedurale che rischia di allungare ulteriormente i tempi della decisione finale.
La strategia del governo
Il governo Meloni punta quindi a un equilibrio difficile: contenere la spesa senza bloccare gli investimenti, sostenere la crescita e rispettare i nuovi vincoli europei. Gli 8 miliardi di tagli ai ministeri, i 5 miliardi del Pnrr e le nuove entrate fiscali, come ad esempio quelle che arriveranno dal tabacco, costituiranno l’ossatura di una manovra che si annuncia impegnativa ma cruciale per la credibilità finanziaria del Paese. Un percorso stretto, ma necessario per mantenere la fiducia di Bruxelles e la stabilità dei conti pubblici. "È una manovra seria che si concentra sulle stesse grandi priorità delle precedenti: famiglia e natalità, riduzione delle tasse, sostegno alle imprese e sanità", ha detto la premier Giorgia Meloni subito dopo l'approvazione del Cdm della manovra.
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