Introduzione
Potrebbe esserci una importante novità per i percettori dell’Assegno di inclusione: il governo Meloni starebbe infatti lavorando a una modifica della misura nella Legge di Bilancio per il 2026. Nel dettaglio l’esecutivo, secondo quanto riportato, vorrebbe abolire il “mese di pausa” in questo momento esistente tra la fine della prima erogazione e il rinnovo del sussidio. Questa potenziale novità comporterebbe dunque un’erogazione ininterrotta dell’assegno, comportando dunque un vantaggio di circa 670 euro aggiuntivi.
E ci sono anche altre novità per l’Assegno di Inclusione: come ha comunicato l’Inps con il messaggio 3048 del 14 ottobre 2025, le famiglie beneficiarie di questo contributo che, dopo aver fruito della misura per 18 mesi e aver atteso il mese di sospensione, fanno domanda per il rinnovo di 12 mesi dovranno di nuovo accedere al Sistema Informativo per l'inclusione Sociale e Lavorativa (Siisl). Solo in questo modo, infatti, potranno mettere a punto il nuovo percorso di inclusione. Se il nucleo non è cambiato non sarà necessario aggiornare il Patto di attivazione digitale (Pad).
Quello che devi sapere
L’incontro con i Servizi Sociali
Il primo incontro con gli operatori dei Servizi Sociali, previsto per tutti i nuclei familiari che presentano la domanda di rinnovo dell’Assegno di inclusione successivamente alla fruizione delle diciotto mensilità, si legge, "è funzionale alla verifica e alla conferma o modifica dei percorsi di inclusione sociale e lavorativa individuati nei mesi precedenti". Compete, infatti, al Servizio Sociale accertarsi che il percorso individuato sia coerente con i bisogni del nucleo familiare e registrare sui propri sistemi il completamento dell'analisi multidimensionale o l'aggiornamento/conferma della precedente, per azzerare e riavviare il contatore per la successiva scadenza e, eventualmente, per sbloccare le sospensioni nel tempo intervenute.
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Le scadenze
Nel caso in cui siano necessari uno o più incontri successivi, le scadenze temporali per la presentazione ai Servizi Sociali vengono fissate in 90 giorni, entro i quali il nucleo familiare può essere convocato o presentarsi autonomamente. A seguito del riesame della valutazione multidimensionale dei componenti del nucleo familiare da parte dei Servizi Sociali, vengono ridefiniti gli impegni del nucleo nell'ambito dei Patti di inclusione sociale e lavorativa e le nuove scadenze temporali di presentazione ai Servizi Sociali e ai Centri per l'impiego (CPI).
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La sottoscrizione del Patto di attivazione digitale individuale
In particolare, i componenti dei nuclei familiari inseriti in un percorso di attivazione lavorativa presso il centro per l'impiego (tipologia di percorso "Obbligo di attivazione lavorativa e sociale") devono, entro i successivi 60 giorni, sottoscrivere il patto di attivazione digitale individuale (PADI), se non già sottoscritto in precedenza, e, successivamente, presentarsi al CPI per la sottoscrizione o l'aggiornamento del patto di servizio personalizzato (PSP).
La proroga
Peraltro, tenuto presente che i percorsi di inclusione sociale e lavorativa possono essere proseguiti indipendentemente dalla fruizione del beneficio economico, qualora dopo la presentazione della domanda di rinnovo siano già state registrate dal CPI attività aventi a oggetto l'aggiornamento o la sottoscrizione di un PSP, la scadenza temporale di 60 giorni è automaticamente riposizionata sulla scadenza successiva di 90 giorni, purché ci sia stata la propedeutica analisi multidimensionale da parte dei Servizi Sociali, funzionale all'assegnazione o conferma della tipologia di percorso prevista per il componente del nucleo familiare attivabile al lavoro.
Che cos’è l’Assegno di inclusione (Adi)
Annunciato con il Decreto Lavoro del 2023, l’Assegno di inclusione (Adi) rappresenta insieme al Supporto Formazione e Lavoro (Sfl) uno degli strumenti di contrasto alla povertà introdotti dal governo Meloni in sostituzione del Reddito di cittadinanza. Obiettivo della misura è il sostegno alle fasce deboli "attraverso percorsi di inserimento sociale, formazione e lavoro". L’entrata operativa della misura, avvenuta ad inizio 2024, ha riguardato le famiglie in condizione di difficoltà economica composte da almeno un soggetto "fragile" non occupabile: minore, over 60, disabile o persona presa in carico dai servizi sociali. L’importo del contributo, previa iscrizione alla piattaforma Sistema Informativo per l'Inclusione Sociale e Lavorativa (Siisl) e sottoscrizione del Patto di attivazione digitale (Pad), dipende da vari fattori: varia da circa 480 a oltre 700 euro mensili.
Requisiti personali
Al momento della domanda e per tutta la durata dell'erogazione del beneficio, il richiedente deve essere cittadino europeo (o un suo familiare), o cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, o ancora titolare dello status di protezione internazionale. Non solo: deve essere residente in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. Non deve, in aggiunta, essere sottoposto a misura cautelare personale e avere sentenze definitive di condanna nei dieci anni precedenti la richiesta.
I requisiti per la domanda di rinnovo
Per la domanda di rinnovo restano invariati anche i requisiti economici del nucleo familiare del richiedente:
- Isee inferiore a 10.140 euro annui; un valore del patrimonio immobiliare diverso dalla prima casa non superiore a 30mila euro; un reddito familiare annuo non superiore a 6.500 euro, che sale a 8.190 euro per famiglie con membri over 67 o con disabilità gravi;
- Se la famiglia vive in affitto la soglia arriva a 10.140 euro, a condizione che l'affitto sia dichiarato nella Dsu resa ai fini Isee. Il nucleo deve disporre di un patrimonio mobiliare (investimenti, conti correnti) che non superi i 6mila euro per i single, gli 8mila euro per nuclei di due persone e i 10mila euro per nuclei di tre o più persone. Queste soglie salgono di 5mila euro per ogni componente con disabilità e di 7.500 per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza.
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