Polizze catastrofali, dall'1 ottobre scatta l'obbligo per le medie imprese: cosa sapere

Economia
© Ansa, Ipa

Introduzione

Resta poco tempo per le medie imprese per stipulare la polizza contro le catastrofi naturali. Le società tra i 50 e i 250 dipendenti iscritte nel registro delle imprese (escluso quelle agricole) devono rispettare l’obbligo di stipulazione, appunto, di una "polizza catastrofale", introdotto con la legge di Bilancio del 2024. Per farlo, l’ultimo giorno disponibile è domani, martedì 30 settembre. Se l'obbligo non verrà rispettato, non ci sarà una multa ma l’esclusione da contributi, sovvenzioni o agevolazioni con soldi pubblici.

Quello che devi sapere

L'obbligo nella Manovra 2024

La legge di Bilancio 2024 ha stabilito che tutte le imprese con sede legale in Italia - oppure con un’organizzazione stabile sul territorio nazionale, o ancora che risultino iscritte al registro delle imprese - debbano avere una copertura dei danni provocati da terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni ai beni immobili, ai macchinari o agli impianti. Nell’obbligo di polizza sono comprese le imprese individuali e le società di persone, mentre sono escluse le aziende agricole.

 

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Cos'è la polizza catastrofale

Da qui nasce, appunto, l'obbligo di polizza catastrofale, il cui obiettivo è tutelare una vasta gamma di beni aziendali inclusi terreni, macchinari, fabbricati e impianti danneggiati da calamità naturali. Tra i fenomeni coperti rientrano terremoti, frane, alluvioni ed esondazioni dei corsi d'acqua. Dall’obbligo di sottoscrizione sono tuttavia esclusi altri eventi atmosferici quali grandine, trombe d’aria e mareggiate, che richiedono garanzie accessorie specifiche. Gli eventi entro le 72 ore vengono considerati parte di un unico sinistro. Per i terremoti occorre la dichiarazione di stato di calamità.

 

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Pmi più esposte alle catastrofi

L’introduzione dell’obbligo di polizza contro le catastrofi naturali mira a sanare un "nervo scoperto" del tessuto produttivo italiano, flagellato da eventi naturali spesso improvvisi che distruggono anni di attività e profitti. Secondo un’analisi condotta dall’istituto mUp Research, a essere più esposte sono le piccole e medie imprese (Pmi), che rappresentano oltre il 90% delle aziende attive in Italia, circa 4,5 milioni. A settembre 2024, l’istituto di ricerca ha calcolato più di 278mila imprese che avevano riportato danni per calamità nei 12 mesi precedenti: a livello di perdite economiche, l’ammanco stimato è pari a 3 miliardi di euro, non sempre colmati dagli aiuti statali.

 

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Quando parte l'obbligo

Come previsto dalla normativa, l’obbligo assicurativo deve essere rispettato entro il primo ottobre 2025 per le medie imprese ed entro il primo gennaio 2026 per le piccole (meno di 50 occupati) e microimprese (meno di 10 occupati). Per le grandi aziende, l’obbligo è già in vigore dal 31 marzo di quest’anno. Per le imprese della pesca e dell’acquacoltura l’obbligo è stato posticipato al 31 dicembre 2025.

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Quali beni sono da assicurare

I beni da assicurare sono quelli rilevanti ai fini dell'attività d'impresa: terreni, immobili (fabbricati e relative parti impiantistiche e strutturali), macchinari e impianti produttivi, attrezzature industriali e commerciali. Esclusi, invece, magazzino e simili (merci e prodotti): chi vuole assicurare anche quest'ultimi deve chiedere un'estensione della polizza. Il contratto assicurativo deve avere premi proporzionali al rischio.

I limiti di indennizzo

Le polizze possono prevedere uno "scoperto o franchigia" con un tetto massimo del 15% del danno e limiti di indennizzo variabili a seconda della somma assicurata: per le coperture fino a 1 milione di euro, resta valido il limite massimo del 15% di scoperto; per la fascia da 1 milione a 30 milioni di euro, è garantito un indennizzo minimo pari al 70% della somma assicurata; per coperture oltre i 30 milioni di euro, o per le grandi imprese, il valore dei massimali o il limite di indennizzo è lasciato alla negoziazione delle parti.

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Quanto costa l'assicurazione

Come spiegato da Andrea Ghizzoni, managing director assicurazioni di Facile.it, il costo dell’assicurazione oscilla in base ad una serie di variabili. "A incidere sono, ad esempio, la rischiosità del territorio dove sono ubicati gli immobili in cui hanno sede le aziende, la probabilità di eventi calamitosi in quella zona, la vulnerabilità dei beni assicurati", ha spiegato il manager, che include nell'elenco anche "le caratteristiche costruttive dell’immobile, il tipo di attività svolta dall’impresa, la collocazione all’interno dell’edificio e il capitale investito". Un esempio? Secondo Facile.it, ipotizzando un ristorante con un valore di 300mila euro contenente un'attrezzatura da 100mila euro, sarà possibile sottoscrivere una polizza più bassa a Milano, pari a 343,50 euro. Risulterà invece più a cara a Roma e a Palermo, rispettivamente pari a 401 e 469 euro.

Niente multe, ma...

La legge non prevede sanzioni per gli inadempienti. Tuttavia, le aziende che scelgono di sottrarsi a questo obbligo rischiano di perdere gli indennizzi in caso di eventi avversi. Il mancato rispetto dell’obbligo prevede infatti l’esclusione dall’accesso a contributi, sovvenzioni e agevolazioni erogati con risorse pubbliche. La mancanza di una copertura assicurativa potrebbe inoltre indurre le banche a non erogare credito, perché giudicherebbero la posizione delle aziende troppo rischiosa.

 

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"Rimborsi in pochi giorni"

Se l’obbligo assicurativo per gli eventi catastrofali "verrà pienamente accolto come un'opportunità per il sistema produttivo, mettendolo in sicurezza, potremmo certamente far capire a tutti quanto importante sia assicurarsi contro ogni evento catastrofale", ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. "Questo sistema consente alle nostre imprese di cogliere l'opportunità di mettere in sicurezza la propria attività con la garanzia che, nel caso in cui si verificasse un evento catastrofale, siano rimborsate in pochi giorni di quello che serve all'impresa per riprendere subito a produrre, presidiando i mercati e fornendo i loro prodotti ai clienti", ha aggiunto il ministro Urso. Che poi ha rimarcato come sia necessario "arginare sul nascere ogni forma di speculazione" sui premi assicurativi e prevedere "liquidazioni tempestive". 

 

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