Introduzione
Anche gli immobili su cui è in corso una sanatoria o un condono dovranno essere assicurati contro le catastrofi. Per gli immobili in affitto, invece, l'indennizzo che spetta al proprietario andrà usato per ripristinare il bene danneggiato o distrutto. Il 6 maggio, con una seduta lampo di circa un'ora, la commissione Ambiente di Montecitorio ha iniziato e concluso l'esame degli emendamenti al decreto polizze catastrofali, votando il mandato al relatore Gianpiero Zinzi (Lega). Le modifiche approvate al decreto sono due emendamenti del relatore e quattro riformulati. Il provvedimento è quindi arrivato ieri in Aula a Montecitorio. Ecco cosa prevede e quali sono le novità.
Quello che devi sapere
Polizze catastrofi su immobili con sanatoria o condono
- Una riformulazione di una serie di emendamenti al decreto polizze prevede che l'assicuratore è tenuto ad assicurare contro le calamità naturali "esclusivamente gli immobili costruiti o ampliati sulla base di un valido titolo edilizio o la cui ultimazione risale a un periodo in cui il titolo edilizio non era obbligatorio. Ma sono ammissibili alla copertura anche "gli immobili oggetto di sanatoria o per i quali sia in corso un procedimento di sanatoria o condono". Gli immobili non a norma, che risultano quindi non assicurabili, non avranno diritto ad indennizzi e contributi pubblici.
Per approfondire: Assicurazioni anti-catastrofi, obbligo per le imprese. Costi e coperture
Cosa succede agli immobili non assicurabili
- Agli immobili non assicurabili, si precisa, "non spettano indennizzi, contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali". Con queste specifiche, l'emendamento fa saltare così la norma che escludeva dall'obbligo di assicurazione le "imprese i cui beni immobili risultino gravati da abuso edilizio o costruiti in carenza delle autorizzazioni previste, ovvero gravati da abuso sorto successivamente alla data di costruzione".
Per approfondire: Polizze anti-catastrofe obbligatorie dal 31 marzo. Ecco le regole per le imprese
Immobili assicurati ma di proprietà di terzi
- Un altro emendamento riformulato riguarda invece gli immobili assicurati dall'imprenditore ma di proprietà di terzi: in questo l'indennizzo spettante "è corrisposto al proprietario del bene", che è "tenuto a utilizzare le somme per il ripristino dei beni danneggiati o periti o della loro funzionalità". In caso di inadempimento il proprietario ha comunque diritto a "una somma corrispondente al lucro cessante per il periodo di interruzione dell'attività di impresa a causa dell'evento catastrofale nei limiti del 40% dell'indennizzo percepito".
L’emendamento sul valore dei beni
- Approvato in commissione anche un emendamento del relatore relativo al valore dei beni da assicurare: per determinarli "si considera il valore di ricostruzione a nuovo dell'immobile" o "il costo di rimpiazzo dei beni mobili" o il costo "di ripristino delle condizioni del terreno interessato dall'evento calamitoso".
Il caso dei gruppi
- Un altro emendamento riformulato esclude poi dallo scoperto o franchigia fino al 15% del danno le grandi imprese e le società controllate e collegate che alla data di chiusura del bilancio abbiano i requisiti di fatturato e dipendenti individuati da un decreto del Mimit e che "stipulano un programma assicurativo globale valido per tutto il gruppo”.
Il coinvolgimento del Garante
- Il decreto proroga l'obbligo di assicurarsi al primo ottobre 2025 per le medie imprese e al primo gennaio 2026 per le piccole e micro imprese. Le modifiche introdotte mirano soprattutto a chiarire alcuni dubbi sollevati dalle imprese. Viene previsto il coinvolgimento del Garante per la sorveglianza dei prezzi che, insieme all'Ivass, svolgerà "la funzione di controllo e verifica", per evitare speculazioni sui premi assicurativi.
Non passa deducibilità costi
- Nulla di fatto invece per la richiesta avanzata sia dalla maggioranza che dall'opposizione di prevedere una deducibilità dei costi. la richiesta bipartisan non è passata. Un tema che non può essere trattato in un provvedimento di proroga, spiega il sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy Massimo Bitonci, che però non chiude: "Questo è un provvedimento di proroga e i temi legati alla deducibilità, richiesti con emendamenti sia della maggioranza che dell'opposizione, non possono essere trattati, ma magari troveranno spazio nella prossima legge di bilancio”. Poi spiega che per "la maggior parte delle aziende, piccole e micro, la proroga dell'obbligo è al primo gennaio 2026, quindi c'è tempo in legge di bilancio per trovare una soluzione sul tema fiscale”. Per quanto riguarda poi le richieste di esclusione di alcune categorie, "il parere non è stato positivo perché più ampio è il numero di imprese che si assicura, più ampio è il meccanismo di solidarietà e mutualità”.
Per approfondire: Polizze catastrofali, la proposta per un rinvio dell’obbligo