Bonus anziani Inps, verso requisiti meno stringenti per ampliare beneficiari. Le ipotesi

Economia
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Introduzione

A breve potrebbe scattare un ampliamento della platea di beneficiari del bonus anziani, l’aiuto da 850 euro mensili (da aggiungere all'indennità di accompagnamento) destinato a chi ha più di 80 anni, ha serie problematiche di salute e si trova in condizioni economiche difficili.

 

Al momento l’accesso è subordinato a un valore Isee sociosanitario ordinario non superiore a 6mila euro e al fatto di trovarsi in uno stato di "bisogno assistenziale gravissimo" (così come risulta dagli atti della Commissione medico-legale dell’Inps) e di essere titolari di un’indennità di accompagnato attiva. Ecco come il quadro potrebbe cambiare nei prossimi mesi

Quello che devi sapere

Bonus anziani, verso ampliamento dei beneficiari?

È Il Messaggero a rivelare che è stata la stessa ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, a chiedere direttamente all’Inps di ripensare ai requisiti richiesti per poter usufruire del bonus anziani

 

Per approfondire: Colf e badanti, assunzioni lavoratori stranieri fuori da sistema quote. Ma non per tutti

Ipotesi prima casa fuori dall’Isee

Innanzitutto, scrive il quotidiano romano, si starebbe pensando di rivedere le modalità di calcolo dell’Isee, ad esempio escludendo la prima casa. In questo modo sarebbero molti di più i nuclei familiari che rientrerebbero nel limite (molto basso) dei 6mila euro all’anno

 

Per approfondire: Bonus anziani, come richiedere gli arretrati dell’assegno integrativo. Le istruzioni Inps

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Il bisogno assistenziale gravissimo

Non è però solo il criterio economico a essere considerato troppo rigido. Si mette in luce ad esempio che anche le modalità per il riconoscimento del "bisogno assistenziale gravissimo" siano stringenti e difficili da portare avanti. Per la sua verifica, spiegava l’Inps nel messaggio 4490/2024, si seguono due criteri, quello sanitario e quello sociale

Il criterio sanitario - la disabilità di "livello gravissimo"

Il criterio sanitario viene valutato da una Commissione medica costituita, di norma, da tre medici individuati dal Responsabile del Centro Medico Legale dell’Inps competente per territorio. Serve a verificare una "disabilità di livello gravissimo". La Commissione procede innanzitutto a un giudizio di mera compatibilità della documentazione agli atti con le condizioni patologiche del richiedente, oppure a un "giudizio di valutazione medico-legale" sull’ulteriore condizione prevista dal D.M. n. 200/2024 di "necessità di assistenza continua 24 ore su 24, a volte prestata anche da più persone contemporaneamente, l’interruzione della quale, anche per un periodo molto breve, può portare a complicanze gravi o anche alla morte"

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La necessità di assistenza continua

La "necessità di assistenza continua 24 ore su 24" deve essere intesa come "sorveglianza attiva" e ininterrotta, non esclusivamente medico-infermieristica e non necessariamente correlata a una condizione di dipendenza vitale da apparecchiature o dispositivi medici che sostengono o sostituiscono funzioni vitali. Tale requisito riguarda anziani che necessitano a domicilio di assistenza continuativa di carattere sociosanitario nelle 24 ore, per bisogni complessi derivanti dalle gravi condizioni psicofisiche o, comunque, bisognosi di assistenza vigile da parte di terza persona per garantirne l’integrità psico-fisica

Il criterio sociale

Al criterio sanitario si aggiunge il criterio sociale, anche questo indispensabile per ricevere l’aiuto, che fa invece riferimento "alla valutazione del livello di bisogno assistenziale gravissimo" ed è determinato sulla base del punteggio attribuito alle risposte inserite nel questionario presente nella domanda. Questo serve a descrivere "il contesto della condizione familiare e socio-abitativa del cittadino". Le domande, come evidenziato ancora una volta nel messaggio n. 4490/2024, "riguardano la composizione del nucleo familiare, la presenza di eventuali contributi già riconosciuti dalle Amministrazioni locali", l’aver già attivato "delle misure di assistenza a favore dell’interessato da parte delle strutture pubbliche territoriali". Le risposte al questionario, comunque da verificare, "determinano in automatico un punteggio finale ai fini del riconoscimento del bisogno assistenziale gravissimo qualora raggiunga la soglia minima di riferimento pari al valore di 8"

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Meno beneficiari del previsto

Tutti questi passaggi, sottolinea Il Messaggero, hanno fatto sì che il numero effettivo di persone che finora hanno usufruito del bonus (introdotto per il 2025 e il 2026) sia inferiore alle aspettative: non si è raggiunto il limite massimo di 25mila beneficiari e non si sono spese tutte le risorse stanziate per la misura

Come funziona il bonus anziani

Il bonus anziani, come detto, è una prestazione economica, esente da imposizione fiscale e non soggetta a pignoramento, erogata direttamente dall’Inps e introdotta dall’articolo 34 del decreto legislativo numero 29 del 2024. Si chiama in realtà "Prestazione Universale" ed è composta da due voci: il contributo di 850 euro al mese, l’assegno di assistenza, e l’indennità di accompagnamento da 531,76 euro, che vengono liquidati separatamente

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L'assegno di assistenza

L’importo dell’assegno di assistenza serve a:

  • Remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici per almeno 15 ore settimanali, con mansioni di assistenza alla persona, titolari di rapporto di lavoro conforme ai contratti collettivi nazionali di settore di cui all'articolo 51 del decreto legislativo n. 81/2015;
  • Acquistare servizi destinati al lavoro di cura e assistenza e forniti da imprese e professionisti qualificati nel settore dell'assistenza sociale non residenziale, nel rispetto delle specifiche previsioni contenute nella programmazione integrata di livello regionale e locale

I servizi che possono essere acquistati

I servizi che possono essere acquistati, e che non devono essere di natura sanitaria e infermieristica, fanno riferimento a due aree.

  • L’area socioassistenziale servizi di cura e di igiene della persona; servizi di lavanderia; servizi per il confezionamento o la distribuzione di pasti a domicilio; servizi per la cura e l’aiuto nella gestione della propria abitazione; servizi per l’accompagnamento a visite; servizi per lo svolgimento di piccole commissioni; servizi per il disbrigo pratiche amministrative.
  • L’area sociale servizi mirati al sostegno relazionale per il mantenimento di relazioni sociali; servizi per l’aiuto al mantenimento di abilità pratiche; servizi di sostegno psicologico/educativo; servizi sociali di telesoccorso e teleassistenza.

 

Le due modalità di spesa sono alternative e non possono essere utilizzate contemporaneamente all’interno dello stesso mese

 

Per approfondire: Rsa care e carenti: come l’Italia (non) si prende cura degli anziani

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