Euro digitale, l'Ue prova ad accelerare: possibile intesa politica a breve. Cosa sappiamo
EconomiaIntroduzione
Potrebbe esserci presto una svolta sull’euro digitale. Dopo che da mesi la Bce è in pressing per avere il “quadro legislativo” necessario alla partenza, a Bruxelles si pensa a un'accelerazione sulla moneta digitale della Banca centrale europea. Il progetto rientrerebbe ora tra le priorità del nuovo programma di lavoro dei ministri delle Finanze dell'area euro, cioè l'Eurogruppo, e sarebbe al centro della riunione prevista venerdì 19 settembre a Copenaghen insieme all'incontro dell'Ecofin informale sotto la presidenza danese
Quello che devi sapere
La spinta
L'Eurogruppo, secondo diverse fonti, intende imprimere una spinta decisiva al progetto dell'euro digitale. Il tema, spiegano, rientra tra le tre priorità del nuovo programma di lavoro dei ministri delle Finanze della moneta unica, insieme al coordinamento delle politiche fiscali e alla competitività. L'obiettivo della presidenza danese del Consiglio Ue sarebbe quello di completare i negoziati entro fine anno
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L’euro digitale
L’euro digitale sarebbe una valuta digitale della Banca centrale, equivalente elettronico del contante, che affiancherebbe banconote e monete. Sarebbe, quindi, una forma digitale di contante emessa dalla Banca centrale e accessibile a tutti nell’area dell’euro. Questa moneta in forma digitale sarebbe disponibile per tutti i pagamenti elettronici effettuati nei negozi fisici, online o tra privati
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L’incontro di venerdì
Un alto funzionario europeo, in vista dell'incontro di venerdì, ha spiegato che nel coordinamento dei venti ministri dell'Eurozona c'è "sostegno alla finalizzazione dei lavori legislativi del Consiglio sul quadro giuridico dell'euro digitale". "Sono piuttosto fiducioso", ha aggiunto. Ancora: "Vedo ottime ragioni per aspettarmi che arriveremo a una soluzione abbastanza presto", "se non già venerdì, sarà nell'Eurogruppo di ottobre". Da altre fonti, poi, è emerso che il confronto all'incontro di venerdì dovrebbe essere focalizzato a definire o comunque discutere la soglia, il limite massimo, del denaro in euro digitale che potrà venir detenuta dai cittadini e dalle imprese
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Il progetto resta complesso
Venerdì i ministri dell'Eurozona - sempre secondo le fonti - avranno "un punto separato in agenda", che comprenderà un aggiornamento della presidenza danese sull'avanzamento dei lavori tecnici e un confronto sugli sviluppi estivi. L'obiettivo della presidenza sarebbe quello di "completare i negoziati entro la fine dell'anno". Il progetto, ha sottolineato però la fonte, resta complesso e divisivo: "Ci sono questioni importanti da risolvere e le riunioni dei ministri non sono la sede per affrontare dettagli tecnici. Questi spettano al gruppo di lavoro del Consiglio. Ma se emergessero aspetti politici, l'Eurogruppo potrà tornare a occuparsene"
La soglia
Il confronto alla riunione di Copenhagen, quindi, sarebbe soprattutto sul punto critico della cifra massima del denaro in euro digitale che gli europei potranno detenere nel proprio “wallet”. Una soglia che nasce per impedire che le banche vengano “disintermediate” eccessivamente dall'euro digitale: tecnicamente una moneta digitale di banca centrale è infatti, proprio come il contante, una passività che la Bce ha direttamente nei confronti del detentore
Le banche
Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo Bce che guida il progetto, è intervenuto all'esecutivo Abi per rassicurare ancora una volta: l’euro digitale "salvaguarda il ruolo di intermediazione delle banche" e le banche giocheranno un "ruolo fondamentale" nella diffusione dell'euro digitale, sarebbero "remunerate per i loro servizi e "non addebiteremmo loro commissioni associate al circuito". Inoltre, a differenza dei depositi, le disponibilità in euro digitale non sarebbero remunerate. Cipollone ha ricordato i vari limiti al possesso per le persone fisiche e alle aziende contenuti nelle norme che dovranno essere approvate nel 2026. Tutti paletti che serviranno a limitare il deflusso dai conti bancari a quelli in euro digitale. Ma i nodi pesano sull'iter all'Europarlamento, dove Cipollone da mesi promuove il progetto a cui la Banca d'Italia ha dato un contributo decisivo
I vantaggi
L'euro digitale, se sarà adottato, fornirà "una ulteriore salvaguardia per aumentare la resilienza dei pagamenti digitali al dettaglio, offrendo una forma digitale di contante" in grado di integrare monete e banconote fisiche, ha ribadito Cipollone a una conferenza della banca centrale olandese. Il membro del comitato esecutivo Bce ha sottolineato che ciò "permetterebbe a tutti gli europei di effettuare pagamenti in qualsiasi momento anche nel caso di gravi sconvolgimenti", inclusa l'eventualità di interruzioni alla connettività internet grazie alla modalità di pagamento offline dell'euro digitale. Ciò darebbe maggiore resilienza all'Europa in un momento di instabilità politica in cui anche le infrastrutture di pagamento rischiano di essere "trasformate in armi" - ha sottolineato Cipollone - in un momento in cui i Paesi europei dipendono per il 65% dei pagamenti digitali da due operatori esteri: Visa e Mastercard
I dubbi
A pesare sul progetto dell'euro digitale sono anche alcune lentezze nel Parlamento Europeo. Il relatore del dossier, Fernando Navarrete (Ppe), ha espresso pubblicamente dubbi sulla moneta digitale in uno studio. Poi è stato sollecitato dagli altri europarlamentari a non rallentare il fascicolo, europarlamentari che hanno sottoscritto l’invito all'accelerazione a "stabilire rapidamente il quadro legislativo" chiesta la scorsa settimana dalla presidente della Bce Christine Lagarde. “Abbiamo letto con curiosità le sue analisi - ha commentato un funzionario - ma penso che molte poche delle esitazioni riflesse lì siano condivise in Consiglio. Ci auguriamo che una decisione comune dei ministri possa aiutare il Parlamento a fare più in fretta, perché si tratta di una questione urgente che non possiamo continuare a rimandare"
Gli altri temi
Oltre all'euro digitale, i ministri all'Eurogruppo discuteranno anche delle prospettive economiche, dopo un aggiornamento della Commissione europea, in un contesto definito "non brillante ma non drammatico", con mercati del lavoro solidi, inflazione rientrata verso il 2% e stimoli fiscali legati a difesa e infrastrutture. Ma il messaggio politico, secondo alcune fonti, è che il 2025 dovrà essere l'anno della svolta sul futuro della moneta unica in versione digitale
I timori della Bce
L’accelerazione della Bce sulla moneta digitale è in netta antitesi rispetto alla svolta di Donald Trump a favore delle stablecoin. Il presidente Usa ha abbracciato, con investimenti miliardari della sua famiglia, le stablecoin denominate in dollari, arrivando al punto dal mettere al bando una valuta digitale di banca centrale. La Bce teme che le stablecoin puntino a fare incetta di depositi europei e vede rischi per la scarsa trasparenza sulle riserve in dollari a garanzia dei detentori di stablecoin. Inoltre avverte che, nel caso di una corsa ai riscatti, gli europei rischiano di restare senza riserve. Sullo sfondo c'è l'emancipazione dell'Europa - in tempi in cui, come detto, anche i pagamenti rischiano di diventare armi geopolitiche - da attori esterni come Visa, Mastercard (dove passano il 65% delle transazioni su carte degli europei), PayPal o la cinese Alipay
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