Fed taglia tassi per la prima volta nel 2025, costo del denaro cala di un quarto di punto
EconomiaCome previsto dagli analisti, è arrivato il primo taglio della Banca centrale Usa nell'era del secondo mandato di Donald Trump, con il presidente americano che da tempo insisteva per questo intervento. Il costo del denaro cala di un quarto di punto in una forchetta fra il 4,0% e il 4,25%. La Federal reserve ha anche visto al rialzo le stime di crescita per il 2025 all'1,6%, mentre per il 2026 la crescita dell'economia statunitense è stimata all'1,8%
È arrivato oggi, al termine della riunione della Fed, un taglio dei tassi d'interesse: è il primo nel 2025 e nell'era del secondo mandato di Donald Trump, con il presidente Usa che da tempo insisteva per questo intervento. Come previsto dagli analisti, il taglio dei tassi è di un quarto di punto: il costo del denaro, quindi, cala di un quarto di punto in una forchetta fra il 4,0% e il 4,25%. La Banca centrale Usa ha lasciato la porta aperta a ulteriori riduzioni. E ha anche visto al rialzo le stime di crescita per il 2025 all'1,6%, mentre per il 2026 la crescita dell'economia statunitense è stimata all'1,8%. Alla riunione hanno partecipato anche la governatrice della Fed Lisa Cook, dopo che la corte d'appello ha per ora respinto il tentativo di Trump di licenziarla. Presente anche Stephen Miran, il consigliere economico del presidente appena confermato dal Senato: ha votato contro il taglio dei tassi da un quarto di punto e avrebbe preferito una riduzione da mezzo punto. "Non c'era un ampio appoggio per un taglio maggiore" di quello deciso, ha tagliato corto il presidente della Banca centrale Jerome Powell. La Fed è "impegnata a mantenere la sua indipendenza", ha poi assicurato.
Il taglio della Fed sui tassi
La Fed ha quindi tagliato i tassi per la prima volta nel 2025: il costo del denaro cala di un quarto di punto in una forchetta fra il 4,0% e il 4,25%. Inoltre, da quanto emerge dalle dot-plot, le tabelle con le intenzioni di voto dei membri del Fomc, la Fed dovrebbe tagliare i tassi di interesse altre due volte nel 2025 per un totale di mezzo punto. Altri due tagli dei tassi di interesse quest'anno sono una possibilità, non una certezza, ha però specificato Powell, sottolineando che nessun percorso è pre-definito. La media di due tagli per il 2025, emersa dalle dot-plot, è il risultato di previsioni varie fra i membri votanti della Fed. Per uno, infatti, non ci saranno altre riduzioni quest'anno, per sei membri votanti ce ne sarà una da un quarto di punto, per altri invece ci saranno due sforbiciate da un quarto di punto. Nove membri votanti sostengono invece tre tagli da un quarto di punto quest'anno, mentre uno si è detto a favore di una riduzione complessiva da 150 punti entro la fine del 2025.
Rischi per occupazione aumentati, inflazione resta alta
Al termine della due giorni di riunione, la Fed ha diffuso un comunicato in cui spiega anche che i rischi per l'occupazione sono aumentati e l'inflazione Usa resta elevata. "La Fed punta a centrare la massima occupazione e un'inflazione al 2% nel lungo periodo. L'incertezza sulle prospettive economiche resta elevata. Riteniamo che i rischi al ribasso per l'occupazione siano aumentati", si legge.
Le parole di Powell
Dopo la diffusione del comunicato, ha parlato il presidente della Federal Reserve. La Fed è "impegnata a mantenere la sua indipendenza", ha assicurato Jerome Powell. I dazi, ha aggiunto, hanno iniziato a spingere al rialzo i prezzi in alcuni settori. E alla domanda se la Banca centrale appoggiasse l'idea di una revisione indipendente, come proposto dal segretario al Tesoro Scott Bessent, Powell non si è sbilanciato: "Siamo certamente aperti sempre a cercare di fare meglio". Powell ha poi dichiarato che l'intelligenza artificiale potrebbe avere un ruolo nel rallentamento delle assunzioni, così come l'immigrazione. "Non ci lasceremo distrarre da nulla. Continueremo a fare il nostro lavoro", ha ribadito rispondendo a una domanda sulla fiducia del pubblico nella Banca centrale.
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Gli economisti si aspettavano il taglio
Dopo mesi il pressing di Trump sulla Federal Reserve, rincarato nelle scorse ore con l'invito a tagliare i tassi d'interesse "più di quanto ha in mente" il presidente Jerome Powell, ha quindi dato il frutto desiderato: oggi la banca centrale Usa ha deciso la prima riduzione del costo del denaro di quest'anno, dopo lunghi tentennamenti per timore degli effetti inflattivi dei dazi. Diversi economisti si aspettavano dalla Fed un taglio: i più propendevano per una riduzione di un quarto di punto percentuale rispetto all'attuale forbice 4,25-2,50%, dove i tassi erano inchiodati dallo scorso dicembre, una coincidenza temporale con l'inizio del Trump II dopo tagli per 100 punti base nell'intero 2024. Qualcuno azzardava un maxi-taglio da mezzo punto percentuale. Alla fine, il taglio è stato di un quarto di punto in una forchetta fra il 4,0% e il 4,25%.
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Le pressioni
Negli ultimi mesi la Fed è stata trascinata nell'agone politico, mentre a maggio dovrà sostituire Powell fra le pressioni della Casa Bianca e vede la sua indipendenza già ora apertamente minacciata: Stephen Miran, fedelissimo di Trump che ha scritto il copione dei dazi per “ristrutturare il sistema commerciale globale”, ha giurato da governatore alla Fed in tempo per il taglio di oggi. Trump, vistosi bocciare dalla corte d'appello il licenziamento della governatrice sgradita Lisa Cook, sarebbe pronto a portare il caso alla Corte suprema.