Fed sotto pressione, la sfida di Trump all’indipendenza della banca

Economia
Aleksandra  Georgieva

Aleksandra Georgieva

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Il presidente tenta di rafforzare la sua influenza sulla banca centrale americana attraverso due mosse controverse: la nomina di Stephen Miran, che intende mantenere il suo ruolo alla Casa Bianca anche da governatore Fed, e la rimozione della governatrice Lisa Cook, che ha avviato un’azione legale per difendere il suo incarico

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A Washington si consuma una battaglia istituzionale senza precedenti, mentre la Federal Reserve, la banca centrale americana, si prepara all'importante meeting del 17 settembre, dove potrebbe essere deciso il primo taglio dei tassi d’interesse da dicembre. In un clima di alta tensione politica a Capitol Hill, il presidente Donald Trump tenta di rafforzare la sua influenza sulla banca centrale americana attraverso due mosse controverse: la nomina di Stephen Miran, che intende mantenere il suo ruolo alla Casa Bianca anche da governatore Fed, e la rimozione della governatrice Lisa Cook, che ha avviato un’azione legale per difendere il suo incarico.

Questi due episodi, apparentemente scollegati, convergono in un momento decisivo per la politica monetaria statunitense, sollevando interrogativi profondi sull’indipendenza della Fed e sul delicato equilibrio tra potere politico ed economia.

La nomina di Miran solleva dubbi sull’indipendenza

Stephen Miran, attuale presidente del Council of Economic Advisers (CEA), è stato scelto da Donald Trump per occupare il posto lasciato vacante lo scorso agosto da Adriana Kugler. La sua audizione al Senato ha sollevato interrogativi sulla sua capacità di agire in modo indipendente, visto che Miran ha proposto di prendere un congedo non retribuito dal suo ruolo alla Casa Bianca, anziché dimettersi. Pur promettendo neutralità, la proposta è stata definita “inaccettabile” dai senatori democratici. Il suo incarico alla Fed durerebbe solo fino a gennaio, ma Miran ha dichiarato che si dimetterebbe dal CEA se il mandato fosse più lungo.

Il caso Lisa Cook

Contemporaneamente, Lisa Cook sta cercando di bloccare la sua rimozione dal board della Fed, ordinata da Trump sulla base di accuse di frode ipotecaria. Cook ha chiesto un intervento giudiziario urgente per poter partecipare alla prossima riunione della Fed, prevista per il 16-17 settembre, dove si discuterà un possibile taglio dei tassi d’interesse, ora nel range 4,25-4,5%, per la prima volta da dicembre. 

Il Dipartimento di Giustizia ha avviato un’indagine penale su due mutui ottenuti da Cook nel 2022, prima della sua nomina a governatrice della Fed. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, avrebbe contratto due mutui a distanza di poche settimane per abitazioni che, secondo lei, sarebbero state le sue residenze principali. I suoi avvocati negano la frode, ma non hanno ancora fornito chiarimenti, precisa il Wall Street Journal. La Corte Suprema ha stabilito che i governatori della Fed possono essere rimossi solo “per giusta causa”, lasciando in sospeso la legittimità della recente decisione di Trump.

Una corsa contro il tempo

Con l’imminente riunione della Fed, i repubblicani spingono per confermare rapidamente l’uomo di Trump, Stephen Miran, mentre Lisa Cook cerca di mantenere il suo posto nel board per influenzare le prossime decisioni sui tassi. La Casa Bianca sostiene che Cook non sia più governatrice della Fed, ma il Senato non ha ancora espresso una posizione univoca.

Secondo molti osservatori, gli ultimi sviluppi sollevano interrogativi profondi sull’autonomia della Federal Reserve. Restano aperte due domande cruciali: può un membro del board mantenere legami diretti con l’esecutivo senza compromettere la sua indipendenza? E la rimozione di un governatore per motivi non chiaramente definiti può davvero essere considerata una decisione legittima?

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