Dazi, dopo accordo in Scozia manca testo congiunto: le differenze tra la versione Usa e Ue
EconomiaDopo il patto di Turnberry siglato tra il leader americano Trump e la presidente della Commissione Ue von der Leyen, il testo congiunto stenta a prendere forma. Le versioni diffuse da Usa ed Europa non coincidono su vari punti e anche i toni sono molto diversi: da una parte c’è la narrazione muscolare e trionfalistica di Washington, dall’altra quella più cauta e tecnica di Bruxelles. Milano Finanza ha messo a confronto i due testi con MF Gpt, sistema di AI generativa autonoma lanciato da Class Editori
Si continua a lavorare per definire l’accordo sui dazi tra Stati Uniti e Unione Europea. Dopo il patto di Turnberry siglato in Scozia con una stretta di mano tra il leader americano Donald Trump e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il testo congiunto stenta a prendere forma. Anzi, le versioni diffuse da Usa ed Europa non coincidono su vari punti, dai farmaci alla web tax ai chip. Inoltre, da una parte c’è la narrazione muscolare di Washington, centrata sul successo del presidente Trump che "fa la storia" con un "accordo colossale" in pieno stile America First. Dall’altra, invece, quella dai toni bassi e tecnici di Bruxelles - che sottolinea come l’accordo non sia giuridicamente vincolante - per rivendicare "stabilità e prevedibilità", nonché linee rosse regolatorie. Per mettere in evidenza in cosa divergono i comunicati stampa di Washington e Bruxelles, Milano Finanza ha messo a confronto i due testi con MF Gpt, il primo sistema di AI generativa autonoma in Italia lanciato da Class Editori.
Le differenze
Dall’analisi di Milano Finanza è emerso che “ci sono parecchie differenze, anche sostanziali sia sotto il profilo politico sia dei contenuti”. Le due versioni “presentano narrazioni e enfasi distinte”, che riflettono le due diverse prospettive: trionfalistico quello Usa, più neutrale e pragmatico quello Ue. Il tono della versione statunitense, sottolinea il giornale, è “fortemente celebrativo e assertivo”. Nel testo Usa vengono enfatizzati alcuni punti chiave come la leadership di Trump, i benefici per l’America, la “fondamentale riequilibratura” tra le relazioni tra Stati Uniti e Ue, l’“accesso al mercato senza precedenti” per i prodotti Usa in Europa, l’impegno dell’Ue a effettuare investimenti negli Stati Uniti (anche in energia) e ad acquistare attrezzature militari statunitensi, la rimozione delle pratiche commerciali sleali. Dall’altra parte, il testo diffuso da Bruxelles ha un tono “più misurato e bilanciato, concentrandosi sulla stabilità, prevedibilità e i benefici reciproci dell'accordo”. La versione europea, continua il giornale, mette in evidenza come l’accordo si inserisca nel contesto di una partnership transatlantica profonda, definita la “relazione bilaterale commerciale e di investimento più significativa al mondo”. Nel testo europeo viene specificato che l’intesa rappresenta un impegno politico e non legale e che ci saranno altre negoziazioni. Inoltre, spiega Milano Finanza, si menziona un “singolo, onnicomprensivo tetto tariffario statunitense del 15% per i beni dell'Ue” e vengono elencati prodotti per cui le tariffe Usa torneranno a livelli pre-gennaio. Si parla anche della riduzione delle barriere non tariffarie e del rafforzamento della cooperazione sulla sicurezza economica e sul commercio digitale. Gli investimenti in energia e gas vengono presentati come soluzioni per “sostituire il gas e il petrolio russi”. Infine, viene sottolineato che l'accordo “rispetta pienamente la sovranità normativa dell'Ue e protegge aree sensibili”.
L’accordo
Dall’analisi di Milano Finanza emerge ancora come, pur descrivendo lo stesso accordo, esso venga presentato in modo molto diverso. Per gli Usa, ad esempio, è un accordo concluso mentre per l’Ue è un accordo politico non legalmente vincolante. Ci sono differenze anche sulle tariffe, sugli investimenti, sugli acquisti militari e di microchip, sulle tempistiche.
Su Insider
Cosa non torna dell'accordo sui dazi: tre punti che non coincidono
I punti
Nello specifico, come sottolinea Ansa, nella nota diffusa dalla Casa Bianca e in quella resa nota da Palazzo Berlaymont sono soprattutto 5 i punti chiave che presentano divergenze sostanziali: digitale, farmaci, chip, metalli industriali e armi.
Tech
L'Ue "non adotterà né manterrà tariffe per l'uso della rete", è il punto messo nero su bianco da Washington: si chiude così la porta alla proposta continentale del fair share, l'equo contributo richiesto alle Big Tech - ma anche a piattaforme come Netflix - voraci di banda ma avare di investimenti nelle reti che usano. Bruxelles, invece, tace sull'arena digitale: nessuna conferma esplicita di un dietrofront sulla tassazione delle piattaforme che - tra web tax e fair share - ciclicamente fa capolino. Ma nemmeno una smentita, dopo aver già eliminato la web tax dalla bozza del nuovo bilancio. "Non cambiamo le nostre regole e il nostro diritto di regolamentare autonomamente lo spazio digitale", ha detto il portavoce Olof Gill. Nel Digital networks act, atteso il 16 dicembre, l'equo contributo potrebbe riapparire sotto nuova veste: non più come imposta secca, ma come forma di cooperazione tra le telco Ue e i colossi Usa.
Farmaci
Il testo Usa include i medicinali tra i beni al 15%, una garanzia per "riequilibrare" i piatti della bilancia commerciale. Nella nota europea, invece, i farmaci restano esenti fino a nuovo ordine e i generici - classificati come “strategici” - sono destinati a tornare a quota zero. Una divergenza che è affiorata già subito dopo la stretta di mano scozzese tra Trump e von der Leyen. Al momento, ha precisato l'Ue, nessuna tariffa ma la scure del 15% potrebbe calare al termine dell'indagine americana di Washington per la sicurezza nazionale. Dazi che il tycoon ha minacciato addirittura al 200%.
Chip
Anche il silicio resta in bilico tra le due interpretazioni. Gli Usa includono i semiconduttori nel 15%. L'Ue adotta lo schema farmaci: per ora sono salvi, tutto dipenderà dall'esito dell'istruttoria statunitense. Senza comunque superare il dazio flat. Sul piatto anche un piano da 40 miliardi per l'acquisto di chip AI a stelle e strisce.
Acciaio, alluminio, rame
Per la Casa Bianca i dazi al 50% sui metalli industriali restano intatti, con l'impegno alla "sicurezza delle catene di approvvigionamento". Palazzo Berlaymont spinge però per l'introduzione di quote tariffarie legate ai volumi storici, anche per arginare la concorrenza sleale cinese.
Armi
Negli Usa si celebra un "importante acquisto europeo di equipaggiamento militare americano". Bruxelles non ne fa menzione. È soltanto "un'aspettativa generale di Trump", ha glissato l'Ue.