Dazi Trump, accordo tra Usa e Ue: ecco quanti posti di lavoro sono a rischio in Italia

Economia
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Introduzione

Continua a suscitare timori per la tenuta del tessuto economico l’accordo tra Stati Uniti ed Unione Europea sui dazi al 15%. Guardando all’Italia, secondo una previsione realizzata dallo Svimez, l’intesa potrebbe portare - comprendendo nelle tariffe anche il settore farmaceutico - a una riduzione del Pil pari a 6,296 miliardi, cioè -0,3%, e una diminuzione delle esportazioni che arriverebbe fino a 8,627 miliardi, cioè un -14%, Questi dati sarebbero accompagnati anche da numeri molto negativi per il mercato del lavoro: si stima infatti un calo delle unità di lavoro di 103.892, cioè un -0,4%

 

E, a fianco delle stime dello Svimez, arrivano anche i calcoli del Codacons sui possibili aumenti dei prezzi al dettaglio in Italia: l’accordo su dazi tra Usa e Ue potrebbe infatti arrivare a pesare fino a 4,2 miliardi di euro sulla spesa delle famiglie

Quello che devi sapere

L’importanza del settore farmaceutico

I calcoli iniziali dello Svimez, come detto, prendono in considerazione dazi al 15% anche per il settore farmaceutico. Se invece questo dovesse essere escluso, le stime parlano di una riduzione del Pil quantificabile in 5,43 miliardi, cioè un -0,2%. Le esportazioni invece calerebbero di 7,44 miliardi (-12%) e i posti di lavoro di 89.645 unità (-0,34%).

 

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L’impatto dei dazi da Nord a Sud

Guardando invece al differente impatto che i dazi avranno sul territorio, le stime indicano che per il Sud Italia si avrebbe una riduzione delle esportazioni di 705 milioni di euro (-11%), del Pil di 482 milioni (-0,1%) e di 8.519 unità di lavoro (-0,12%). Mentre la Lombardia sarebbe la regione che registrerebbe l'impatto più significativo: la perdita complessiva di Pil dovuta alle tariffe al 15% sarebbe per un quarto registrata qui, con una diminuzione di 1.576 milioni di euro su 6.296 complessivi.

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La situazione dalla Lombardia alla Campania

Inoltre, dicono ancora le stime di Svimez, si concentra in Lombardia anche un quarto delle esportazioni che si perderebbero (2.161 milioni) e un quarto delle unità di lavoro perse (25.999 su quasi 104mila in meno in Italia). Guardando invece ai settori più colpiti nel Mezzogiorno l'agrindustria perderebbe 234 milioni di esportazioni su una perdita attesa nel complesso nella regione di 705 milioni, seguita dalla farmaceutica (-133 milioni) e dalla meccanica (-85). La sola Campania perderebbe 268 milioni di esportazioni concentrate per quasi la metà (il 46%) nell'agrindustria (-123).

Il rischio dell’aumento dei prezzi

Come detto, comunque, non saranno solo il Pil e l’occupazione a essere colpiti dai dazi. La stima del Codacons indica che - in aggiunta a quanto detto in precedenza - le minori esportazioni delle impese italiane ed europee verso gli Stati Uniti determinerebbero una riduzione dei profitti per miliardi di euro, se non bilanciate da un incremento dell'export verso Paesi terzi. Una situazione che spingerebbe  i produttori ad aumentare i prezzi sui propri mercati di attività per compensare le perdite.

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La stangata dell’inflazione

Se alcuni comparti, come quello del lusso, risentiranno meno dei dazi in virtù della scarsa elasticità della domanda rispetto ai prezzi, altri settori, dall'automotive all'alimentare, rischierebbero invece di subire un duro colpo. Per il Codacons, ipotizzando a regime un effetto sul tasso generale di inflazione italiano del +0,3% come conseguenza dei dazi al 15%, la spesa delle famiglie italiane, a parità di consumi, aumenterebbe di 2,55 miliardi di euro all'anno. Ma se l'effetto sull'inflazione fosse più alto, ad esempio del +0,5%, la stangata arriverebbe a complessivi 4,23 miliardi di euro.

Gli effetti sui mutui a tasso variabile

Gli effetti negativi, secondo l’associazione, non sarebbero però limitati ai prezzi al consumo. Ce ne sarebbero infatti anche di negativi su mutui e finanziamenti: un eventuale rialzo dell'inflazione nella zona Euro porterebbe la Bce a cambiare rotta e aumentare i tassi di interesse, con evidenti danni per chi ha acceso un mutuo a tasso variabile. 

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I prodotti importati al sicuro dai dazi

In ogni caso, in un simile scenario rimarrebbero al sicuro 25,9 miliardi di euro di prodotti che l'Italia importa ogni anno dagli Stati Uniti. Infatti l'Ue ha annunciato lo stop ai contro-dazi verso i beni realizzati negli Stati Uniti, dunque diversi prodotti non subiranno aumenti di prezzi significativi nel nostro Paese: tra questi rientrano jeans, cosmetici, ketchup, formaggi, noccioline, cotone, patate, salmone, noci, pompelmi, vaniglia, frumento, tabacco, cacao, cioccolato, succhi di agrumi, vodka, rum, whisky, bourbon, ma anche trattori, consolle, videogiochi, borse, portafogli, ricambi per biciclette, giochi per bambini e anche Suv.

 

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