Introduzione
Il bollo moto è una tassa che non tiene conto dell’utilizzo del mezzo quanto del possesso, visto che basta l’iscrizione al Pra per far scattare l’obbligo di pagamento dell’imposta. Ecco cosa devono sapere i motociclisti su obblighi, modalità di pagamento e novità a partire dal prossimo anno.
Quello che devi sapere
Chi è tenuto a pagarlo e come si calcola
Il tributo riguarda tutti i motocicli con cilindrata superiore ai 50 cc, ovvero quelli iscritti al Pubblico registro automobilistico. Al di sotto di questa soglia si applica invece la tassa di circolazione, dovuta solo se il mezzo viene effettivamente utilizzato su strada. L’ammontare dipende da due elementi indicati sulla carta di circolazione: la potenza espressa in kilowatt e la classe ambientale Euro. Nel calcolo si considera solo il valore intero dei kW, scartando eventuali decimali. Per i motocicli fino a 11 kW è prevista una tariffa unica, che varia in base all’omologazione ambientale: si va da poco più di 19 euro per le Euro 3 (e successive) fino a 26 euro per le Euro 0. Per quelle più potenti, all'importo fisso va sommata una quota variabile che va da 0,88 euro al kW eccedente per le moto Euro 3 o superiori; fino a un euro al kW per le Euro 2; 1,3 euro al kW per le Euro 1 e 1,7 euro al kW per le Euro 0.
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Casi particolari
In caso di furto del veicolo, l’obbligo decade solo dopo la registrazione della perdita di possesso al Pra. Se la moto viene venduta, il bollo spetta a chi risulta proprietario alla data di scadenza. I mezzi con almeno 20 anni possono accedere a tariffe agevolate, previa certificazione storica.
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Modalità di pagamento ed esenzioni
Il bollo moto 2026 può essere versato attraverso numerosi canali: online, tramite il portale Aci, l’home banking o l’app Io, oppure di persona presso tabaccherie abilitate, uffici postali, delegazioni Aci e agenzie di pratiche auto. Sono esenti dal pagamento le moto che hanno superato i 30 anni, mentre per quelle tra i 20 e i 29 anni dotate di Certificato di rilevanza storica è spesso prevista una riduzione del 50%, a seconda della normativa regionale.
Quando versare il primo bollo
Il pagamento del primo bollo coincide, di norma, con il mese in cui avviene l’immatricolazione del veicolo. Esiste però una tolleranza: se la registrazione cade negli ultimi dieci giorni del mese, il versamento può slittare a quello successivo. L’importo copre il periodo che conduce alla scadenza “standard” più vicina, tradizionalmente fissata a gennaio o a luglio. Fanno eccezione Lombardia e Piemonte, dove dal 2004 è stato introdotto un sistema differente: qui il bollo può essere saldato entro la fine del mese seguente all’immatricolazione e ha validità annuale, eliminando di fatto i tradizionali termini fissi di inizio anno e metà estate.
Le novità a partire dal prossimo anno
Nelle scorse settimane il governo è intervenuto sulla materia rendendo le scadenze di pagamento più lineari, ma soltanto per le moto immatricolate a partire dal prossimo primo gennaio. In questi casi, il primo versamento va effettuato entro la fine del mese successivo alla registrazione e copre dodici mesi, con scadenza annuale fissata nel mese di immatricolazione. Per le moto già targate prima di tale data restano invece valide le scadenze tradizionali, solitamente collocate a gennaio o luglio, verificabili sull’ultima ricevuta di pagamento.
Ritardi nel pagamento: cosa succede
Chi non rispetta la scadenza del bollo deve mettere in conto un aggravio economico, composto da sanzioni e interessi. L’entità dell’aumento varia in base al numero di giorni di ritardo accumulati. Nei primi trenta giorni oltre il termine, la maggiorazione è contenuta e cresce progressivamente con il passare del tempo. Superati i tre mesi, e ancor più oltre l’anno, le percentuali applicate diventano via via più onerose, fino ad arrivare alla sanzione piena in caso di accertamento formale da parte della Regione.
Le penalità previste
Pagando tra il quindicesimo e il trentesimo giorno successivo alla scadenza, si applica una sanzione dell’1,5% sull’importo dovuto, alla quale si sommano gli interessi legali calcolati giorno per giorno. Dal trentunesimo al novantesimo giorno la percentuale sale all’1,67%. Se il versamento avviene oltre i tre mesi ma entro un anno, la sanzione raggiunge il 3,75%, mentre tra uno e due anni si arriva al 4,29%. Superati i due anni, purché non sia ancora intervenuta una contestazione ufficiale, la maggiorazione è pari al 5%. In caso di pagamento successivo a un accertamento o a un’ingiunzione, scatta invece la sanzione piena del 30%, oltre agli interessi. Esiste infine una possibilità per ridurre drasticamente le penalità: il ravvedimento operoso “veloce”. Se il pagamento viene effettuato entro 14 giorni dalla scadenza, la sanzione si riduce allo 0,1% per ogni giorno di ritardo, a cui vanno aggiunti esclusivamente gli interessi legali maturati.
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