Statali, aumenti in arrivo con il nuovo contratto: a chi spettano e a quanto ammontano
EconomiaIntroduzione
Nemmeno un anno dopo l’ultimo adeguamento contrattuale valido per il triennio 2022-2024, per i lavoratori della Pubblica Amministrazione torna a profilarsi a breve un ritocco verso l’alto dello stipendio. Nella giornata di giovedì 18 dicembre si è svolto un nuovo incontro tra le organizzazioni sindacali e l’Aran, l’ente incaricato di negoziare per conto dell’esecutivo, che ha illustrato le linee delle disponibilità economiche. La prossima riunione dell’Aran è fissata per il 20 gennaio: ecco cosa sapere
Quello che devi sapere
Il confronto
Al centro del confronto c’è il pacchetto di fondi destinato alla prossima stagione di rinnovi, che riguarda inizialmente poco più di 200 mila addetti statali. Si tratta del comparto delle Funzioni centrali, tradizionalmente il primo a sedersi al tavolo delle trattative e a dare il via all’intero ciclo negoziale del pubblico impiego.
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Naddeo (Aran): “Rinnovo contratto dà incremento medio di 167 euro"
"Il rinnovo del Contratto Funzioni Centrali 2025-2027 assicura un incremento medio a regime di 167 euro mensili per tredici mensilità, a beneficio di 204.590 dipendenti del comparto. Si tratta di una media complessiva, che si declina in modo differenziato nei diversi settori (Ministeri, Agenzie Fiscali, Enti pubblici non economici), in funzione delle retribuzioni medie e della distribuzione del personale". Lo ha spiegato il presidente dell'Aran, Antonio Naddeo, durante l'incontro con le organizzazioni sindacali, nel corso del quale è stato presentato il quadro economico di riferimento per l'avvio della trattativa.
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Naddeo (Aran): “Ora si apre fase negoziale vera e propria”
"Il quadro economico - ha evidenziato Naddeo - è stato elaborato sulla base dei dati del Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato 2023, opportunamente aggiornati per includere gli incrementi del Ccnl 2022-2024 e la neutralizzazione dell'Indennità di vacanza contrattuale. Abbiamo adottato un metodo rigoroso e trasparente, con calcoli distinti per tutti gli ex comparti confluiti nelle Funzioni Centrali, in modo da rappresentarne correttamente le specificità. Quanto presentato definisce il perimetro delle risorse disponibili: ora si apre la fase negoziale vera e propria, nella quale, insieme alle organizzazioni sindacali, dovremo decidere come allocare le risorse, dal trattamento tabellare alla contrattazione integrativa, fino alle eventuali innovazioni normative. È il momento in cui i numeri devono tradursi in scelte concrete al servizio delle persone che lavorano nel comparto", ha concluso.
Le cifre per tutti i settori
Per il personale ministeriale l’incremento medio si attesterebbe intorno ai 153 euro mensili, mentre per le Agenzie fiscali, che beneficiano di livelli retributivi più alti grazie a indennità e premi, l’aumento salirebbe a circa 190 euro lordi. Gli enti come Inps e Inail vedrebbero un ritocco di 186 euro al mese, una cifra molto vicina a quella prevista per i dipendenti del Cnel (185 euro) e dell’Enac (186 euro). L’aumento più consistente spetterebbe invece ai lavoratori dell’Agid, che potrebbero arrivare a 231 euro lordi mensili in più una volta siglato l’accordo.
Le risorse stanziate
L'articolo 1, comma 128, della Legge di Bilancio 2025 - ricorda Aran - prevede: 1.775 milioni di euro per il 2025; 3.550 milioni di euro per il 2026; 5.550 milioni di euro dal 2027 a regime. A queste risorse si aggiungono stanziamenti di pari entità per le amministrazioni non statali del comparto (enti pubblici non economici, Agid, Enac, Cnel), finanziati attraverso i rispettivi bilanci. Nel complesso, il volume delle risorse per l'intero triennio si attesta intorno ai 10 miliardi.
I prossimi incontri
Questi valori, però, presuppongono che l’intero stanziamento venga destinato alla parte fissa dello stipendio: qualora una quota fosse indirizzata verso il salario accessorio o altre voci, le cifre andrebbero riviste. Il calendario dei negoziati è già serrato, con un nuovo incontro fissato per il 20 gennaio, a conferma della volontà di accelerare. Anche il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha puntato con decisione sulla continuità dei rinnovi, superando la prassi dei contratti siglati con anni di ritardo.
I nodi da sciogliere
Poiché l’ultimo accordo risale a meno di un anno fa, i nodi da sciogliere sono piuttosto limitati: uno di questi è la definizione di regole chiare sull’impiego dell’intelligenza artificiale nella Pubblica amministrazione, soprattutto nei processi di gestione e valutazione del personale, con l’obiettivo dichiarato di garantire maggiore trasparenza. Resta infine sullo sfondo la sperimentazione della settimana corta su quattro giorni a parità di orario, prevista dal contratto precedente ma mai realmente applicata, almeno nei ministeri, e rimasta finora una misura solo teorica.
Tutti i contratti sono stati definiti
Tradizionalmente l’accordo delle Funzioni centrali rappresenta il punto di partenza dell’intera tornata di rinnovi contrattuali nel pubblico impiego. A questo giro, però, il quadro è ormai completo: tutti i contratti sono stati definiti, compreso quello del comparto scuola, che interessa circa 1,3 milioni di addetti tra docenti e personale Ata. Ottenuto il via libera dell’esecutivo alla firma definitiva, le tempistiche per l’effettiva applicazione degli aumenti sugli stipendi saranno quindi piuttosto ravvicinate.
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