Introduzione
Nonostante negli ultimi anni il commercio elettronico abbia mostrato tassi di crescita più che doppi rispetto a quelli dei piccoli negozi di prossimità, i dati più recenti indicano che circa il 90% delle vendite al dettaglio di prodotti continua a svolgersi presso le attività commerciali fisiche. A dirlo è l'Ufficio studi della Cgia.
Quello che devi sapere
L'Italia arranca negli acquisti online
Secondo gli ultimi dati Eurostat riferiti al 2024, il 53,6% degli italiani ha realizzato un acquisto online di beni o servizi. Tra i 27 Paesi dell'Ue, solo la Bulgaria presenta una quota di persone sul totale nazionale (49,8%) inferiore alla nostra. La media europea ha toccato il 71,8%, con punte del 90,8% in Danimarca, del 94% nei Paesi Bassi e del 94,7% in Irlanda. Rispetto a 10 anni prima, la variazione in Italia è stata del +31,3%, contro una media Ue a 27 del +25,6%. Come scrive la Cgia, l'Italia è ancora nelle posizioni di coda della graduatoria europea, ma sta recuperando e nel medio/lungo periodo e si appresta ad avvicinarsi ai Paesi europei che presentano una maggiore propensione a eseguire gli acquisti attraverso il commercio elettronico.
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I settori con più vendite online
Il settore commerciale con la quota di penetrazione delle vendite online più elevata è quello di abbigliamento, scarpe e accessori. L'anno scorso il 23,2% degli acquisti di questi prodotti è avvenuto per mezzo dell'e-commerce. Seguono gli articoli per la casa, mobili e giardinaggio con il 13,7%, i film o le serie in streaming con il 13,4%, i servizi di trasporto con l'11,4% e i prodotti cosmetici con il 9,5%.
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Trento sul podio, Calabria in coda
Secondo gli ultimi dati Istat riferiti al 2024, la percentuale più elevata di residenti per regione che negli ultimi 12 mesi ha effettuato un acquisto con il commercio elettronico si è rilevata nella Provincia autonoma di Trento con il 49,2% (pari a 268.000 consumatori). Seguono la Valle d'Aosta con il 47,2% (58.000), la Toscana con il 47 (1.722.000) e il Friuli-Venezia Giulia con il 46,4% (554.000). Chiude la graduatoria nazionale la Calabria con il 27,6% (pari a 507.000 consumatori).
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E-commerce da 60 miliardi di euro
Come emerge dalla ricerca della Cgia di Mestre, nel 2024, la penetrazione del commercio elettronico sul totale retail (online più offline) è stata del 13%, quota che è salita al 17% nelle vendite dei servizi e scesa all'11% in quello dei prodotti. In termini di valore economico, si stima che nel 2024 gli acquisti e-commerce B2C abbiano toccato i 58,8 miliardi di euro: precisamente, 38,2 miliardi di euro per gli acquisti di prodotti e 20,6 miliardi di euro per quello di servizi.
Tra dati in crescita e flessioni
Nella variazione di crescita delle vendite al dettaglio relativa ai primi dieci mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024, l'Ufficio studi della Cgia nota che il commercio elettronico e la grande distribuzione hanno registrato entrambe una crescita del 2,1%. Per contro, sia le vendite al di fuori dei negozi che le imprese operanti su piccole superfici hanno registrato una flessione dello 0,7%.
Una forbice in aumento
Le distanze si allargano ulteriormente se si analizza il risultato che emerge dal confronto tra il 2024 e il 2019, anno pre-pandemico. Ebbene, se le vendite online sono "esplose" del 72,4% e quelle della grande distribuzione (trainate in particolar modo dal settore alimentare) hanno subìto un incremento del 16,4%, i negozi di vicinato hanno registrato un modesto +2,9%, mentre le vendite al di fuori dei negozi sono diminuite del 4,1%.
I vantaggi dell'online
Se l'online consente al consumatore finale di ridurre i tempi di acquisto, di confrontare con facilità i prezzi e di avere un maggiore accesso alle informazioni sui prodotti, i negozi di vicinato sono penalizzati dai grandi operatori del commercio elettronico anche perché questi ultimi operano su scala globale con piattaforme centralizzate che permettono di praticare politiche di prezzo molto aggressive. Senza contare che molti operatori sono multinazionali che pagano le tasse nei Paesi a fiscalità di vantaggio e non in quelli dove realizzano gli utili. Infine, spiega la Cgia, l'e-commerce ha imposto nuovi standard di comodità: acquisti 24 ore su 24, consegne rapide, possibilità di resa e ampiezza quasi illimitata dell'offerta.
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I vantaggi dei negozi fisici
La Cgia ricorda tuttavia che i piccoli negozi commerciali e le botteghe artigiane non si limitano a vendere delle merci: a differenza delle grandi piattaforme creano lavoro localmente e alimentano circuiti di spesa radicati nel territorio, danno luogo a occasioni di socialità, offrendo servizi personalizzati e consulenza sui prodotti, e contribuiscono all'attrattività delle città, migliorando la qualità della vita e la sicurezza dei luoghi in cui insistono.
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Un fenomeno strutturale, ma...
Secondo la Cgia, l'e-commerce è un fenomeno strutturale, ma non è detto che la sua diffusione porterà alla cancellazione dei negozi di prossimità. Anzi, i dati mostrano un quadro complesso: il commercio fisico mantiene ancora la quota dominante delle vendite e rimane centrale nelle abitudini dei consumatori. Ciò che manca è una cornice politica ed economica che permetta alle piccole attività locali di competere su parametri equi, riconoscendone il valore economico e sociale. In altre parole, spiega la Cgia, l'Italia ha bisogno di scelte politiche - non una resistenza alla modernità, ma una gestione consapevole della transizione - che trasformi la sfida digitale in un'opportunità per tutti.
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La ricetta della Cgia
Pertanto, spiega ancora la Cgia, non sono necessarie battaglie nostalgiche a difesa del commercio fisso, ma misure che favoriscano la concorrenza e la sostenibilità. Vale a dire, spiega ancora la Cgia, regole fiscali competitive per tassare in modo equo le vendite digitali basate sulla localizzazione effettiva dei consumi; politiche urbanistiche e fiscali che alleggeriscano il costo dell'affitto, delle tasse locali e favoriscano gli investimenti nei centri storici e nei quartieri; strumenti di trasformazione digitale per le piccole attività non più basate su bandi episodici, ma attraverso misure strutturali.
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