Infortuni sul lavoro, Italia sotto la media europea: i dati 2024 di Eurostat

Economia

Lo spiega il dossier della Fondazione studi dei consulenti del lavoro presentato, in cui si specifica che lo scorso anno si è registrata una contrazione dell'1% nel numero complessivo delle denunce dei casi occorsi ai lavoratori (da 519.000 a 515.000 casi). Rispetto al 2019, il calo si attesta a quasi l'8,5%, corrispondente a circa 50.000 casi in meno

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Anche se nel panorama del lavoro italiano il tema della sicurezza restatra le criticità centrali, il 2024 ha segnato un leggero miglioramento sul fronte degli infortuni. A dirlo è il rapporto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro “La dimensione territoriale della sicurezza sul lavoro: i numeri del 2024”, basato sui dati diffusi da Inail e pubblicato dal Sole 24 Ore.

 

Secondo l’analisi, il numero complessivo di denunce per infortunio ha visto una diminuzione dell’1% rispetto all’anno precedente: si passa da 519 mila a 515 mila casi. Una tendenza al ribasso che trova conferma nel confronto con il periodo pre-Covid: rispetto al 2019, infatti, la flessione è di quasi l’8,5%, pari a circa 50 mila casi in meno. Anche gli infortuni mortali seguono la stessa traiettoria: dalle 1.237 denunce del 2019 si scende a 1.189 nel 2024, con un calo del 3,9%. Un dato positivo, soprattutto se confrontato con quello di altri Paesi europei.

Meno infortuni, ma i dati sulle vittime resta alto in Italia

A livello europeo, l’Italia si distingue per avere un’incidenza di infortuni inferiore alla media dell’Ue. Nel 2022, Eurostat ha rilevato un tasso italiano di 96,8 infortuni ogni 10.000 occupati, a fronte di una media europea di 134,2. Paesi come Francia, Spagna e Germania presentano valori nettamente più alti: rispettivamente 245,4, 237,1 e 153,5.

 

Questi dati si basano su una metodologia standardizzata da Eurostat, che considera solo gli infortuni sul lavoro con almeno quattro giorni di assenza, escludendo i casi in itinere e quelli dovuti a patologie pregresse. Il calcolo tiene conto delle differenze settoriali tra i Paesi, in modo da offrire un confronto più omogeneo.

 

Tuttavia, sul fronte degli infortuni mortali, il quadro si fa più sfumato. Sebbene l’Italia mantenga un’incidenza inferiore alla media europea (0,87 casi ogni 100.000 occupati contro l’1,26 dell’UE), resta sopra la Germania, che nel 2022 ha registrato un tasso di 0,61. Francia e Spagna, invece, risultano avere incidenze ben più alte, rispettivamente 3,35 e 1,53.

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Un elemento da tenere in considerazione riguarda l’impatto del Covid-19 sulla rilevazione degli infortuni. Solo Italia, Spagna e Slovenia hanno incluso i contagi da coronavirus tra gli infortuni sul lavoro. Questa scelta metodologica ha influito in modo significativo sul conteggio dei casi mortali, soprattutto nel 2020, quando un terzo dei decessi segnalati in Italia era legato al virus, e nel 2021, con oltre un quinto dei casi. Una particolarità che ha temporaneamente alterato il confronto con altri Paesi, che hanno invece trattato i contagi come malattie comuni o professionali.

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In Ue oltre 3 milioni di infortuni non mortali

Nel 2022, nei 27 Paesi dell’Unione europea si sono registrati circa 3 milioni di infortuni non mortali e 3.286 mortali. Rispetto al 2021, i primi sono aumentati del 3%, mentre i secondi sono calati dell’1,8%. Le statistiche europee riguardano esclusivamente gli incidenti avvenuti durante l’orario lavorativo e sul luogo di lavoro, escludendo quelli occorsi durante gli spostamenti casa-lavoro, spesso non tracciati in modo uniforme.

 

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Per quanto riguardale vittime sul lavoro in Italia, il dossier spiega che un quarto dei decessi avviene nel tragitto casa-lavoro ('in itinere'). E il tasso più elevato c'è nelle metropoli: nel 2024, infatti, "a Roma quasi un incidente sul lavoro su tre (28,6%) è avvenuto" durante il percorso dall'abitazione al luogo in cui si esercita l'attività, "il tasso più alto a livello nazionale". Segue Milano, "con un'incidenza del 24,6%, mentre Firenze e Genova si attestano al 23,4%, e Torino al 23,1 %, e all'estremo opposto, Bolzano, Crotone e Benevento registrano le incidenze più basse, rispettivamente 7,3%, 8,7% e 9,7%".

 

A livello regionale, si precisa, "il Lazio rappresenta un caso emblematico per la crescita degli incidenti in itinere: nel 2024 il 25,9% degli infortuni totali e il 33,3% delle morti sul lavoro sono legati agli spostamenti" fra abitazione e sede dell'occupazione. Elevate, spiegano i professionisti, "anche le incidenze in Liguria (20,8%), Piemonte (19%) e Lombardia (19%), mentre Trentino-Alto Adige (8,6%) e Molise (11,4%) mostrano i livelli più contenuti".

 

Secondo il report, le cause di tale fenomeno "sono da ricercare in fattori esterni al controllo diretto delle aziende: l'ampliamento dei bacini di pendolarità, la crescente distanza tra casa e lavoro e la fragilità dei sistemi di trasporto pubblico, che spingono milioni di addetti a utilizzare il mezzo privato, con conseguente maggiore esposizione al rischio", chiosano i consulenti del lavoro. 

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