Pensioni d'invalidità, come cambia l'assegno minimo: 603 euro garantiti a tutti
EconomiaIntroduzione
La pensione di invalidità (o pensione di inabilità) è un trattamento assistenziale erogato dall’Inps per 13 mensilità. Al compimento dell’età prevista per il conseguimento della pensione di vecchiaia, la prestazione si trasforma in assegno sociale sostitutivo.
La domanda per il riconoscimento dell’invalidità civile deve essere inoltrata all’Inps esclusivamente per via telematica, completa di documentazione sanitaria. Il certificato medico deve essere compilato e inviato telematicamente dal "medico certificatore" su apposita modulistica.
La pensione d’invalidità può includere: la pensione di inabilità (erogata agli invalidi civili totali), la pensione di invalidità civile (spettante a coloro che hanno un'invalidità compresa tra il 74% e il 99%), l’indennità di accompagnamento (assegnata a chi non è autosufficiente a causa di gravi limitazioni fisiche o psichiche) e l’indennità di frequenza (destinata ai minori che hanno difficoltà nell'inserimento scolastico e sociale). Ecco cosa sapere
Quello che devi sapere
La novità sull’importo minimo dell’assegno d’invalidità
La Corte Costituzionale, con la sentenza numero 94 del 2025, ha stabilito che l’importo dell'assegno di invalidità non potrà più scendere sotto i 603 euro al mese. Ci sarà un minimo per tutti, anche per i “giovani” lavoratori, ovvero quelli che hanno iniziato a lavorare dall'1 gennaio del 1996, anno a partire dal quale le pensioni si calcolano con il sistema contributivo pieno. Per gli assegni liquidati con il sistema retributivo, o con quello misto, infatti, l’integrazione al minimo, fissato per il 2025 a quota 603,40 euro mensili, era già prevista
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La decisione della Corte Costituzionale
Con le vecchie regole, in caso di invalidità, si avrebbe avuto diritto a una pensione “ridotta”, commisurata ai contributi versati e senza nessuna possibilità di integrarla al livello dell’assegno minimo. Ora, invece, anche chi è nel sistema contributivo incasserà “almeno” 603 euro. La decisione della Consulta non ha carattere retroattivo
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Il timore dell’Inps
L’Inps aveva depositato in udienza un prospetto dal quale risultava che una decisione a favore dei “giovani” lavoratori avrebbe determinato, per l’anno in corso, un ingente e improvviso aggravio a carico della finanza pubblica, in gran parte connesso al recupero degli arretrati che i percettori degli assegni ordinari di invalidità liquidati esclusivamente con il sistema contributivo avrebbero potuto reclamare
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La copertura
La Consulta ha comunque spiegato che “l’onere finanziario riguarderà solo assegni diretti, essendo esclusa la reversibilità della prestazione”. Sempre la Corte ha precisato che “sarà compito del legislatore provvedere tempestivamente alla copertura degli oneri derivanti dalla pronuncia, nel rispetto del vincolo costituzionale dell’equilibrio di bilancio”
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Da quando decorre l’assegno d’invalidità
L’assegno d’invalidità decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda, se risultano soddisfatti tutti i requisiti amministrativi e sanitari richiesti, e viene erogato in misura ridotta durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. L’assegno si trasforma d’ufficio in pensione di vecchiaia al compimento dell’età pensionabile
Cosa contesta la Consulta
I giudici hanno dichiarato illegittimo l’articolo 1, comma 16, della legge che nel 1995 ha introdotto la riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare, nella parte in cui non esclude l’assegno ordinario di invalidità liquidato interamente con il sistema contributivo dal divieto di applicazione delle disposizioni sull’integrazione al minimo di tutti i trattamenti pensionistici
Chi può richiedere l’assegno d’invalidità
La prestazione assicurativa può essere richiesta da chi, a causa di infermità o difetto fisico o mentale, ha una capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo, come detto, e ha maturato almeno cinque anni di assicurazione e 260 contributi settimanali nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda. La domanda, con allegata la certificazione medica, deve essere presentata online all'Inps attraverso il servizio dedicato, oppure tramite contact center o rivolgendosi agli enti di patronato e intermediari dell'ente previdenziale
Cosa sapere sugli assegni minimi dei futuri pensionati contributivi
Oggi chi matura una pensione sotto una certa soglia ha diritto a un’integrazione per riportarla a un “minimo vitale”. Per gli assunti dopo il 1996 questa integrazione non c'è. Inoltre i futuri pensionati, se non avranno versato contributi adeguati e per un periodo continuativo, potrebbero ritrovarsi con assegni inferiori al “minimo vitale”. Negli anni passati si era discussa la possibilità di introdurre una pensione di garanzia per i giovani, il problema è che non si trova un modo per renderla sostenibile per i conti pubblici
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