Cresce in Italia e in Europa la tendenza a proseguire l’attività lavorativa oltre l’età pensionabile: 13 % lo fa nell’UE, in Italia i lavoratori “pensionati attivi” superano la media
Secondo l’ultimo report Eurostat del 2023, circa il 13 % dei pensionati EU continua a lavorare almeno a metà tempo nei sei mesi successivi all’accesso alla pensione. In valori assoluti, ciò significa che 1 lavoratore su 8, nonostante la pensione, resta attivo professionalmente: una scelta sostenuta dal desiderio di sentirsi produttivi (36,3 %) o da necessità economiche (28,6 %). Il quadro demografico dell’UE conferma l’urgenza del fenomeno: al 1° gennaio 2024, il 21,6 % della popolazione europea aveva più di 65 anni, con un’età mediana salita a 44,7 anni. In Italia, la quota di over‑60 è ancora più alta (31,1 %) e l’“old‑age dependency ratio” ha raggiunto il 37,8 %, ben oltre la media UE del 33,4 %.
In Italia
Nel contesto italiano, Eurostat segnala un tasso di occupazione del 59 % nella fascia 55‑64 anni a fine 2024, vicino alla media europea, ma inferiore rispetto a paesi nordici più virtuosi . Inoltre, un recente approfondimento conferma che in Italia circa il 9,4 % dei neo‑pensionati mantiene un’attività lavorativa, contro il 13 % della media UE. Sebbene la percentuale italiana risulti inferiore, resta significativa e sostenuta da riforme in corso per agevolare il cumulo tra pensione e lavoro. Questo trend emerge in un quadro di invecchiamento demografico che sfida la sostenibilità dei sistemi previdenziali, ma offre un’opportunità per valorizzare l’esperienza e le competenze dei senior nel mercato del lavoro.