Pensioni, adeguamento e riforma della previdenza complementare: i nodi del governo

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Dopo la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Tribunale di Trento, la Consulta potrebbe esprimersi sull'attuale perequazione, meccanismo che aggancia il valore delle pensioni all’andamento dell’inflazione. In caso di accoglimento, il governo potrebbe dover modificare la norma. Ecco le possibili conseguenze sui conti pubblici

Quello che devi sapere

Come funziona il meccanismo

A finire sotto la lente dei giudici costituzionali sono soprattutto i provvedimenti varati dal governo Meloni nel 2022 e 2023 che hanno introdotto un taglio della rivalutazione per gli assegni che superano di quattro volte il minimo. La norma prevede un adeguamento a “blocchi” con un taglio ad aliquota fissa applicato su tutto il reddito a seconda della soglia raggiunta

 

Per approfondire: La rubrica di Carlo Cottarelli:

“Cosa è chiaro (e cosa no) in quel 5% del Pil da investire nella Difesa”

Come funziona il meccanismo

Il ricorso di un pensionato

La richiesta di un intervento della Corte è partita da un pensionato che chiedeva il ricorso ad un sistema a scaglioni, sulla falsa riga di quanto previsto per l’Irpef. Il meccanismo è mosso in questo caso da una riduzione progressiva sulle diverse fasce anche all’interno di un singolo reddito. "Il giudizio in corso non può essere definito indipendentemente dalla soluzione della suddetta questione di legittimità costituzionale”, si legge nell'ordinanza del Tribunale di Trento inviata alla Consulta

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Cgil: “Appiattisce carriere e contributi”

Secondo i sindacati il meccanismo di adeguamento “a blocchi” rischia di pregiudicare il principio di proporzionalità contributiva. “Questo sistema genera un effetto appiattimento che cancella differenze tra carriere e contributi”, sostiene la Cgil che stima un taglio alle pensioni di 10 miliardi in 3 anni

Adeguamento, i precedenti della Corte

Non è la prima volta che la Consulta interviene in tema di adeguamenti pensionistici: nel 2015 aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale su una norma del decreto “Salva Italia” varato quattro anni prima dal governo Monti che bloccava per un biennio la perequazione su tutti i trattamenti pensionistici superiori a tre volte il minimo. Dopo la pronuncia, il governo Renzi intervenne con una rivalutazione progressiva parziale - dal 10 al 40% sull’inflazione - per i trattamenti da 3 a 6 volte superiori il minimo. In caso di accoglimento da parte della Corte sulla richiesta avanzata dal Tribunale, il governo potrebbe trovarsi costretto a introdurre forme alternative di rivalutazione con buchi sui conti pubblici

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Verso una riforma della previdenza complementare?

Quello della rivalutazione non è però l’unico tema sul tavolo del governo. In vista della Legge di bilancio che inizierà a prendere corpo dopo la pausa estiva, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti preme per una riforma della previdenza complementare che superi il "quadro normativo definito nel 2005"

Giorgetti: "Rivedere pensioni integrative"

Giorgetti sottolinea la necessità di un intervento sulla prevedenza complementare normata per la prima volta in un “contesto sociale e demografico ben diverso da quello attuale”. “Per questo va oggi esteso e modernizzato con un insieme organico di misure che ne rafforzi la diffusione, l'equità e l'efficacia”, ha affermato il titolare del dicastero di via XX Settembre parlando all’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania)

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L’ipotesi allo studio

Sulla stessa riga è il commento della ministra del Lavoro Marina Calderone che spinge per il potenziamento dei meccanismi di adesione alle forme di pensione integrativa. Nella scorsa manovra era circolata l’ipotesi di introdurre un sistema di silenzio assenso per il passaggio dopo 6 mesi dal Tfr ai fondi previdenziali

 

Per approfondire: Tfr nei fondi pensione, a quanto ammonterebbe la rendita? I calcoli

A cosa serve la pensione integrativa

Obiettivo della pensione complementare (o integrativa) è quello di consolidare il reddito percepito dopo l’uscita dal lavoro in aggiunta alla pensione pubblica gestita dall’Inps. Secondo un rapporto della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip), a fine 2023 circa 9,6 milioni di italiani avevano aderito a una delle forme disponibili di previdenza complementare, poco oltre un terzo della forza lavoro totale

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Le vie percorribili

Secondo Giorgetti il governo potrebbe intervenire su tre direttive, dal miglioramento dei meccanismi di adesione agli incentivi per l’incremento della contribuzione senza tuttavia comportare spese aggiuntive per lo Stato. Una terza strada guarda ad una maggiore competizione e a forme di investimento più efficaci

Giorgetti: "Prestazioni siano più generose"

“Risponderebbe all'interesse dei singoli e a quello generale un sistema di previdenza complementare maggiormente sviluppato che da un lato riduca il pension gap garantendo prestazioni più generose e dall'altro concorra al finanziamento ed allo sviluppo del sistema Paese”, ha detto il ministro dell’Economia nel messaggio rivolto agli operatori assicurativi che gestiscono prodotti di previdenza integrativa

 

Per approfondire: Pensioni, com’è cambiata la norma sull’adeguamento negli ultimi anni? Ecco le tappe

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