Pari opportunità, lavora solo il 46,4% delle donne: l’uguaglianza fra 200 anni. Lo studio
EconomiaIntroduzione
Secondo l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), anche se nel mondo sempre più giovani donne terminano con successo percorsi di istruzione e formazione questo non si è tradotto in progressi significativi nel mercato dell’occupazione.
Un Rapporto CNEL-ISTAT segnala che in Italia dal 2008 al 2024 l'incremento del tasso di occupazione delle donne è stato di 6,4 punti, ma le notizie non sono buone per le più giovani. La crescita infatti è dovuta soprattutto al segmento delle ultracinquantenni: mentre l'aumento per le over 50 raggiunge i 20 punti, per le 25-34enni si ferma a 1,4 punti.
Quello che devi sapere
Due secoli per l’uguaglianza
- Considerando che nel 2024 - a livello globale - solo il 46,4% delle donne in età lavorativa era occupato, rispetto al 69,5% degli uomini, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro denuncia che al ritmo attuale ci vorranno quasi due secoli per raggiungere l'uguaglianza nei tassi di occupazione. L'Ilo rileva inoltre che lo scorso anno le lavoratrici, sia dipendenti che autonome, hanno guadagnato 77,4 centesimi per ogni dollaro guadagnato da un uomo, un divario ancora troppo ampio, sebbene diminuito rispetto a 20 anni fa.
Per approfondire: Gender pay gap, la differenza di stipendio tra donne e uomini è al 10,4%. I dati
Solo il 30% delle donne in posizioni di leadership
- Inoltre, segnala l'Organizzazione Internazionale del Lavoro, le donne detengono solo il 30% delle posizioni di leadership a livello globale, con un modesto miglioramento negli ultimi vent'anni. Rimangono sovrarappresentate nei settori a bassa retribuzione, come l'infermieristica e la prima infanzia - mentre gli uomini dominano campi come i trasporti e la meccanica - e ricevono in media salari più bassi, lavorano meno ore retribuite e svolgono lavori più informali, soprattutto nei Paesi a reddito basso e medio-basso.
Per approfondire su Insider: Salari, il divario di genere colpisce di più le laureate che lavorano
Trasformare in realtà la Dichiarazione di Pechino
- "Trent'anni dopo che i leader mondiali si sono riuniti a Pechino e si sono impegnati a promuovere i diritti delle donne, restano ancora sfide significative per trasformare la Dichiarazione di Pechino in realtà", ha commentato Sukti Dasgupta, Direttore del Dipartimento per le Condizioni di Lavoro e l'Uguaglianza dell'Ilo. "Nonostante i progressi, milioni di donne continuano ad affrontare ostacoli persistenti all'ingresso, alla permanenza e all'avanzamento nel lavoro dignitoso - ha aggiunto - Sono necessarie riforme urgenti per affrontare le disuguaglianze nelle responsabilità familiari, il divario retributivo di genere e la violenza e le molestie sul posto di lavoro, che perpetuano luoghi di lavoro ingiusti e non sicuri per le donne"
Italia maglia nera in Ue
- Guardando all’Italia, secondo il Rapporto CNEL-ISTAT dal titolo Il lavoro delle donne tra ostacoli e opportunità rimane l'ampio divario con l'Europa: il tasso di occupazione femminile del nostro Paese risulta inferiore di 12,6 punti alla media Ue ed è il valore più basso tra i 27 Paesi dell'Unione
Il 25% delle lavoratrici è vulnerabile
- Dallo studio CNEL-ISTAT emerge anche che, mentre tra gli uomini circa 7 occupati su 10 possono contare su un lavoro standard (dipendente a tempo indeterminato o autonomo con dipendenti), tra le donne sono in questa situazione poco più della metà delle occupate (53,9%). Quasi un quarto delle donne che lavora presenta uno o più elementi di vulnerabilità (dipendente a tempo determinato, part time involontario, ecc.), contro il 13,8% gli uomini. Risultano più spesso vulnerabili le lavoratrici giovani (38,7%), residenti nel Sud (31,2%), con bassa istruzione (31,7% per le donne che hanno fino alla licenza media) e straniere (36,5%)
Pari opportunità ancora insufficienti per quasi 50% italiani
- Anche secondo il report FragilItalia Osservatorio sulle pari opportunità, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, pur con qualche timido segnale di miglioramento rispetto allo scorso anno, l'Italia appare ancora lontana dal raggiungimento delle pari opportunità in generale. Quasi cinque italiani su 10 (il 46%, in calo di 3 punti sul 2024) ritengono che l'attuale livello di pari opportunità sia insufficiente, mentre per il 27% è sufficiente e, sempre per il 27% è buono. Ma se dalla valutazione complessiva si passa a quella espressa dalle donne l'attuale livello di pari opportunità è ritenuto insufficiente da 6 donne su 10 (il 59%, in calo di 3 punti), mentre per il 24% è sufficiente e solo per il 17% (+ 4 punti) buono
Sicurezza, qualità della vita e relazioni
- In dettaglio il livello di sicurezza nella vita quotidiana è giudicato insufficiente dal 63% delle donne (rispetto al 42% degli uomini), il diritto di sentirsi libere di esprimere sé stesse dal 51% (25% degli uomini), la qualità della vita dal 47% (23% degli uomini). Per quanto riguarda il livello di pari opportunità nell'ambito delle relazioni, il 66% delle donne giudica insufficiente il diritto di sentirsi libere di porre fine ad una relazione senza temere conseguenze (contro il 36% degli uomini), il 65% l'equilibrio dei ruoli e delle mansioni tra uomo e donna nella vita domestica.
Per approfondire: Reddito di libertà, aumenta il bonus destinato alle donne vittime di violenza
Istruzione e lavoro
- Migliore la situazione nel campo dell'istruzione, dove il 50% delle donne giudica buono il livello di parità nell'accesso all'istruzione universitaria. Nel lavoro i giudizi più fortemente negativi riguardano la parità di retribuzione rispetto agli uomini (espressi dal 65% delle donne) e la stabilità lavorativa (59% di giudizi negativi per le donne. A seguire la sicurezza lavorativa (57% donne, 29% uomini), la possibilità di fare impresa (53% donne, 27% uomini) e la possibilità di fare carriera (52% donne, 27% uomini).
Per approfondire: I luoghi del mondo ancora vietati alle donne
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- Due secoli per l’uguaglianza
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