Esplora tutte le offerte Sky

Gender pay gap, la differenza di stipendio tra donne e uomini è al 10,4%. I dati

Economia
©IPA/Fotogramma
Lavoro, le donne guadagnano molto meno degli uomini
NEWS
Lavoro, le donne guadagnano molto meno degli uomini
00:01:24 min

Introduzione

Da circa 3 mila euro a oltre 14 mila euro in meno a seconda dell’inquadramento: ecco di quanto differiscono gli stipendi delle donne rispetto a quelli dei loro colleghi in Italia. Una differenza di stipendio ancora ben presente, nonostante una maggiore consapevolezza sul tema e un lavoro costante delle aziende per colmare il gender pay gap

Quello che devi sapere

Il gender pay gap torna ad aumentare

  • Il gender pay gap, ridottosi tra il 2017 e il 2019, ha ripreso a crescere dal 2022, attestandosi al 10%. Il trend di aumento del divario si è stabilizzato attestandosi a fine 2024 su una media del 10,4%, in lieve miglioramento rispetto al 2023 (-10,7%). Questo è quanto rileva ODM Consulting, società di consulenza HR di Gi Group Holding, nell’aggiornamento al 30 settembre 2024 della sua indagine periodica sull’evoluzione delle retribuzioni in Italia

 

Per approfondire: Lavoro, Gender Pay Gap: uomini guadagnano 5,6% più delle donne. I dati Istat

Le differenze

  • Ma dove si riscontrano le maggiori differenze? Guardando ai singoli inquadramenti, il divario percentuale, e anche in termini di valore assoluto, più ampio tra retribuzione fissa (RBA) media di uomini e donne si riscontra nell’inquadramento Impiegati, dove gli uomini guadagnano 38.877 euro lordi, mentre le donne il 12,1% in meno, cioè 34.153 euro. A seguire, la differenza maggiore la si riscontra tra i dirigenti, dove gli uomini ottengono l’11,5% in più delle donne, con stipendi rispettivamente di 125.289 euro e 110.843 euro

 

Per approfondire: A marzo stipendi più bassi con addizionali e Irpef. Come cambiano le buste paga

Le barriere per le donne nel mondo del lavoro

  • “Questi dati diventano ancor più significativi se letti congiuntamente a quelli sull’occupazione femminile. Secondo i dati Eurostat riferiti al 2023, in Italia il tasso di occupazione femminile tra i 20 e i 64 anni è pari al 56,5%, mentre quello maschile è del 76%, con un divario di 19,5 punti percentuali. Inoltre, i dati del recente Rapporto INAPP evidenziano che il 64% dell’inattività in Italia continua ad essere femminile e risulta prevalentemente legata a esigenze di carattere familiare. Questo quadro suggerisce non solo una maggiore difficoltà per le donne nell'entrare nel mondo del lavoro, ma anche la presenza di barriere che ne limitano la continuità professionale”, ha commentato Miriam Quarti, Responsabile dell'area Reward&Engagement di ODM Consulting

Fattore età

  • L'indagine, inoltre, ha analizzato il Gender Pay Gap in relazione alle generazioni (Gen Z, Gen Y, Gen X e Baby Boomers). È interessante notare come al crescere dell'età, cresca il Gender Pay Gap (da -3,5% per la Gen Z a -13,3% per la Gen Y fino a -21,9% per la Gen X e a -27,8% per i Baby Boomer)

La famiglia professionale

  • Per quanto riguarda l’inquadramento degli Impiegati, il Gender Pay Gap risulta minore nelle funzioni con una maggiore presenza femminile, come le Risorse Umane (-3,9%), mentre tende ad ampliarsi nelle aree a prevalenza maschile, come le Operations (-15,7%). Inoltre, il gap si riduce nelle aree funzionali caratterizzate da una carenza di competenze sul mercato, come ICT (-3,3%) ed Engineering (-4,7%)

L’impegno delle aziende in materia

  • L’impegno delle aziende nel ridurre il divario di genere sta crescendo, grazie anche al conseguimento della Certificazione di Genere UNI PDR 125:2022 e l’adeguamento alla Direttiva UE 2023/970. Queste iniziative hanno contribuito ad accrescere la consapevolezza sul tema, evidenziando come il divario si manifesti in modo ancora più marcato nel numero di donne in posizioni di responsabilità e nella tipologia di incarichi ricoperti. Nonostante i progressi, le donne restano sottorappresentate nel mercato del lavoro e prevalentemente impiegate in aree funzionali di staff. Inoltre, la loro presenza in posizioni apicali è ancora limitata – nei CdA meno del 5% delle donne presenti ricopre ruoli esecutivi e solo il 2% la carica di Amministratrice Delegata - e, quando ricoprono posizioni di vertice, raramente dispongono di un potere decisionale con impatto diretto sul business

I bonus e le agevolazioni

  • Per contrastare il gender pay gap esistono diverse agevolazioni, spesso poco conosciute o complesse da richiedere. La startup BonusX aiuta le donne a individuare e ottenere i benefici disponibili. Ecco alcuni dei principali:
  • Bonus assunzione donne: il Decreto Coesione 2025 prevede un’esenzione totale dal versamento dei contributi previdenziali per chi assume donne a tempo indeterminato. L’agevolazione, valida per tutte le lavoratrici indipendentemente dall’età, è soggetta a un limite di 650 euro mensili per un massimo di 24 mesi.
  • Bonus mamme lavoratrici: è un esonero del 100% sui contributi previdenziali, a carico delle madri lavoratrici, dipendenti del settore pubblico o privato, con almeno 3 figli. Che si traduce in un aumento dello stipendio delle madri che può arrivare fino ad un massimo di 3.000 euro. L’esonero è applicabile fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più giovane.
  • Fondo Impresa Femminile: è un’iniziativa del Ministero delle Imprese e del Made in Italy che mira a favorire la partecipazione delle donne al mondo imprenditoriale. Questo fondo offre contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per sostenere sia la creazione di nuove imprese femminili che il consolidamento di quelle esistenti. Le agevolazioni coprono una percentuale delle spese ammissibili, variabile in base all’anzianità dell’impresa e all’entità del progetto.
  • Assegno di maternità dello Stato: è un sostegno finanziario per mamme lavoratrici comprese quelle con lavori occasionali o irregolari, purché abbia versato un contributo minimo. Si può richiedere entro 6 mesi dalla nascita del bambino o dall’ingresso del minore in famiglia tramite adozione o affidamento. Questa misura è pensata per le mamme che non riescono ad accedere alla maternità obbligatoria pagata dal datore di lavoro oppure hanno una maternità di importo molto basso.
  • Misura ON, Oltre Nuove imprese a tasso zero: permette di finanziare, su tutto il territorio nazionale, la creazione e sviluppo di micro e piccole imprese fondate dai giovani tra i 18 ed i 35 anni oppure da donne di tutte le età. Il finanziamento prevede una copertura che può arrivare fino al 90% delle spese ammissibili a seconda delle caratteristiche dell’impresa e del tipo di progetto. Le risorse finanziarie vengono destinate a iniziative per l’acquisto di beni materiali e immateriali, la consulenza e altre spese relative all’avvio e al consolidamento dell’impresa.

I dati Istat

  • Una differenza certificata di recente anche dall’Istat, che ha constatato come nel 2022 la retribuzione oraria media, nelle unità economiche con almeno 10 dipendenti, tra le donne sia stata pari a 15,9 euro (0,5 euro inferiore alla media calcolata su tutti i dipendenti) e tra gli uomini pari a 16,8 euro (0,4 euro superiore).  La differenza rispetto agli uomini, pari al 3,5% per il primo decile, sale al 14,9% per il nono: una disparità che, come anticipato, è in crescita rispetto al 2021

Il differenziale retributivo di genere

  • Il differenziale retributivo di genere (Gender Pay Gap o GPG), calcolato come differenza percentuale tra la retribuzione oraria media di uomini e donne rapportata alla retribuzione oraria degli uomini, nel 2022 è pari al 5,6%, ed è più marcato tra i laureati (16,6%, un valore circa triplo di quello medio) e tra i dirigenti (30,8%)

 

Per approfondire: Retribuzione, in Italia stipendio orario medio di 11.75 euro. Cresce divario uomini-donne