Btp Italia e Valore, le novità e i piani del ministero dell'Economia per il 2025

• Il piano del dipartimento del Tesoro prevede emissioni lorde a medio e lungo periodo nel 2025 "in un intervallo compreso tra i 330 ed i 350 miliardi di euro", in calo dai 377 miliardi del 2024, e l'intenzione è quella di continuare a offrire titoli al retail

Per approfondire: Borse, i titoli sui cui conviene puntare nel 2025: dalla finanza alle energie

• Nel 2025 torneranno i Btp Valore: come sottolinea il MEF, infatti, "ove se ne riscontrino le condizioni ed in ragione delle esigenze di finanziamento, sarà valutata l'opportunità di effettuare una o più emissioni"
• C'è poi l'intenzione, flessibile su tempi e modi, di tornare con "almeno un'emissione" del Btp Italia, di cui nel 2025 andrà in scadenza un titolo da 18,5 miliardi di euro. In vista, per esigenze di gestione del debito, ci sono anche operazioni di riacquisto o concambio sui Btp Italia in scadenza nei prossimi anni
• Non manca, poi, anche la volontà di puntare sui Btp Green, continuando a spingere su un graduale allungamento della vita media del debito

• Il Btp Valore è il bond pensato dal Tesoro per incentivare i piccoli risparmiatori a investire nel debito pubblico italiano. Il Btp Valore può essere acquistato dai piccoli risparmiatori a partire da un minimo di 1.000 euro attraverso il proprio home banking, se abilitato alle funzioni di trading online, o rivolgendosi alla propria banca o all'ufficio postale presso cui si possiede un conto corrente con il conto deposito titoli

• I Btp Italia sono i Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all'inflazione italiana: in questo modo l’investitore è protetto sia per le cedole, pagate semestralmente, che per il capitale, la cui rivalutazione viene anch’essa corrisposta semestralmente. L’inflazione è misurata dall’Istat attraverso l’indice nazionale dei prezzi al consumo per famiglie di operai ed impiegati (Foi), con esclusione dei tabacchi

• I Btp Green sono titoli a medio-lungo termine e presentano le medesime caratteristiche degli altri Buoni del Tesoro Poliennali: garantiscono un reddito fisso stabilito dalla cedola, pagata semestralmente, ed il rimborso del valore nominale alla scadenza. Come spiega il Mef, "sono connessi al mondo della finanza sostenibile, i cui proventi sono destinati al finanziamento delle spese sostenute dallo Stato con positivo impatto ambientale per supportare la transizione ecologica del Paese"

• Le condizioni economiche di questo 2025, che segnerà l'uscita completa della Banca centrale europea come compratore di titoli, rischiano di essere altalenanti, tra promesse bellicose del presidente degli Stati Uniti eletto Donald Trump sui dazi, rischi inflazionistici da nuove strozzature commerciali, punti interrogativi sulle scelte della Cina alle prese con il rischio deflazione e bond condizionati dalla Fed

• I rendimenti sui treasures americani hanno infatti preso a correre: un palese segnale di sfiducia sulla discesa dell'inflazione Usa e sui prossimi tagli della Fed, già ridimensionati in un clamoroso dietrofront della banca centrale. Difficilmente la Bce potrà non tenerne conto, con la conseguenza che, in assenza di un rischio grave per la crescita, i tassi nell'area euro scenderebbero al livello neutrale del 2% solo nell'estate 2025 

• È qui che la prudenza, riconosciuta dai miglioramenti nell'outlook dell'Italia da parte di due agenzie di rating, viene in aiuto del Mef: secondo l'Upb con spread e rendimenti in calo negli ultimi mesi "le curve dei rendimenti italiani attese per il periodo 2025-29 nella prima metà di dicembre, rispetto alle ipotesi sottostanti le stime della spesa per interessi contenute nel Psb 2025, risultano più basse in media di circa 30 punti base in ogni anno del periodo". Il beneficio di un minore costo sulla spesa per interessi del debito pubblico è pari a 1,7 miliardi nel 2025, 2,6 miliardi nel 2026, 3,6 miliardi nel 2027, 4,5 miliardi nel 2028 e 4,7 miliardi nel 2029. Il valore cumulato supera i 17 miliardi

• Questi 17 miliardi rappresentano, più che un tesoretto, un valido cuscinetto per la traiettoria del deficit delineata nel Piano strutturale di bilancio, visto il quadro di crescita più incerto dopo gli ultimi dati sull'economia italiana a crescita zero nel terzo trimestre. Se lo stallo si replicasse anche nel quarto, farebbe arrivare l'Italia all'inizio del 2025 senza quella spinta positiva che è attesa contribuire all'obiettivo di crescita dell'1,2%. A pagare le conseguenze sarebbe proprio il deficit, che sale di un decimale ogni volta che la crescita scende di due decimali 

Per approfondire: Documento Programmatico di Bilancio presentato all'Ue: cosa prevede