Superbonus e aggiornamenti rendite catastali, cosa succede a chi non è in regola?

Economia
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Introduzione

Chi ha usufruito del Superbonus deve aggiornare i dati catastali relativi all’immobile su cui è intervenuto con la maxi agevolazione fiscale. Non è una novità: lo prevedeva già la Legge di Bilancio 2024. Non tutti però lo hanno fatto. Nelle prossime settimane al loro indirizzo di casa arriveranno le lettere dell’Agenzia delle Entrate per mettersi in regola. Altrimenti potrebbero scattare le sanzioni.

Quello che devi sapere

Come funziona la normativa sulle rendite catastali

  • La variazione della rendita catastale va comunicata obbligatoriamente in tutti i casi in cui si eseguono lavori che comportano una variazione della pianta dell’immobile. A questo bisogna aggiungere tutti gli interventi che possono far variare del 15% la rendita. 

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I lavori che modificano la pianta dell’immobile

  • A titolo esemplificativo, tra i lavori che modificano la pianta di un immobile ci sono le costruzioni di nuove unità fuori terra, le modifiche a tramezzi e porte, le modifiche di destinazione d’uso e l’installazione di impianti fotovoltaici o comunque di tutto ciò che può incidere sulla classe dell’immobile stesso.

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L’aumento di valore del 15%: come calcolarlo?

  • Si deve poi procedere ad aggiornamento della rendita, anche in caso di interventi diversi da quelli già citati, quando i lavori effettuati portano l’immobile a raggiungere un valore del 15% superiore a quello di partenza. Qua la difficoltà sta nel calcolo, non sempre agevole (soprattutto se non ci si affida a esperti del settore). Si può però procedere a fare alcune stime anche da sé

Il rapporto tra il costo dell’intervento e il valore catastale

  • Come spiega il portale Biblus, dedicato all'edilizia, bisogna partire dal rapporto tra il costo dell’intervento totale e il valore catastale di partenza. Non tutti i lavori hanno però lo stesso effetto: quelli semplicemente migliorativi (come può essere la sostituzione dei vecchi infissi) si considerano soltanto al 50%, mentre quelli più grandi (come l’arrivo di un impianto fotovoltaico) vanno invece considerati per intero

I valori del 1988/1989

  • Una volta calcolata precisamente la spesa bisogna poi parametrarla al valore che avrebbe avuto nel 1988/1989 (l’epoca censuaria) e rapportare il nuovo risultato alla rendita catastale d’origine rivalutata, moltiplicata per 100. Se si va oltre il 15% scatta l’aggiornamento della rendita

Un esempio pratico

  • Biblus fa un esempio pratico: un intervento di installazione del cappotto termico e di sostituzione degli infissi su una casa con rendita catastale di mille euro. Il cappotto vale 40mila euro (e si considera spesa piena), gli infissi valgono 20mila euro (e se ne considera metà, quindi 10mila euro). La rivalutazione della spesa da 50mila euro con i valori dell’88-’89 la porta a 20.424 euro (si divide la spesa attuale per 2,448). Abbiamo detto che la rendita catastale è di mille euro, quindi moltiplicata per 100 fa 100mila euro. Il rapporto finale è quindi quello tra 20.424 euro e 100mila euro: 20,4%. Scatta l’obbligo di variazione

L’impatto sulle tasse da pagare

  • Con l'aggiornamento della rendita può scattare il passaggio da una classe catastale all’altra, che significa dover pagare imposte più alte. Per fare un esempio: l’Imu, nei casi in cui è dovuta - ovvero sulle seconde case e sulle prime esclusivamente di lusso - cresce in modo proporzionale alla rendita catastale. La questione influisce poi sull’imposta ipotecaria, su quella sulle compravendite e sulla Tari. Più in generale la rendita catastale rientra anche tra i parametri con cui si calcola l’Isee

Cosa succede se si riceve la lettera del Fisco

  • Secondo diverse previsioni gli aggiornamenti delle rendite catastali per ora sono stati pochi nel nostro Paese, anche se non si può parlare con certezza perché i dati definitivi devono ancora arrivare. Probabile comunque che le lettere del Fisco arrivino a migliaia di italiani. Mettendosi in regola si potranno evitare future sanzioni pesanti.

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