Bonus, dall’edilizia alle spese mediche: ecco i 626 sconti fiscali attivi
Secondo indiscrezioni, in vista della Manovra 2025, il ministro dell’Economia starebbe valutando una revisione di alcune agevolazioni per varare un piano "shock" a sostegno della natalità, dal costo di 5-6 miliardi di euro. Come evidenziano i dati del Mef, le detrazioni pesano sulle casse dello Stato per circa 82 miliardi di cui la maggior parte concentrati in 20 misure dalle esenzioni Irap all'Imu prima casa. Anche di questo si è parlato nella puntata di “Numeri”, di Sky TG24, andata in onda l'11 settembre
- Si allungano i tempi per il varo del Piano strutturale di bilancio e il governo Meloni studia le priorità. Come filtrato in queste ore, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (foto) starebbe valutando una revisione di alcune detrazioni per varare un piano "natalità" dal costo di 5-6 miliardi di euro. Il Mef calcola che sono oltre 600 i bonus attivi sui quali l’esecutivo potrebbe potenzialmente intervenire. Di questo si è parlato nella puntata di “Numeri”, programma di approfondimento di Sky TG24 in onda l’11 settembre 2024
- Come stimano i dati dell'Ufficio parlamentare di bilancio e governo, la Manovra 2025 richiede almeno 25 miliardi di euro, di cui solo 10,8 per confermare il taglio del cuneo fiscale. Da qui nasce l'esigenza per l'esecutivo di reperire maggiori risorse a fronte di appena 6,5 miliardi già assicurati tra fondo per la delega fiscale, risparmi e concordato preventivo
- Secondo i dati del ministero dell'Economia, la "selva" composta da 626 sconti fiscali costa allo Stato circa 82 miliardi di euro all’anno. Di questi, 60 miliardi servono a finanziare appena una ventina di misure, dall’edilizia alla sanità. Mentre ammonta a 20 miliardi il costo per sostenere 606 detrazioni “minori”
- Tra i settori dove fioccano i maggiori sconti fiscali c’è l’edilizia con 20 miliardi di euro all’anno. A seguire troviamo le esenzioni all’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive (17 miliardi). Richiedono circa 5 miliardi l’anno le esenzioni legate all’Imu prima casa, l’assegno universale per i figli a carico e gli sconti sugli investimenti delle imprese. Poco meno di 4 miliardi occorrono invece per finanziare il sistema sanitario nazionale
- Oltre ai sussidi più onerosi, si contano centinaia di contributi "minori" che da soli pesano relativamente poco sulle casse dello Stato ma sommati costano 20 miliardi. Alcuni bonus affondano le radici in oltre mezzo secolo di storia come l'esenzione dall'imposta di bollo per gli atti relativi alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto che il 21 agosto 1962 colpì l'Irpinia. Nel 2023 la misura è costata 500mila euro
- Mezzo milione di euro è anche la cifra che lo Stato italiano ha speso nel 2023 per gli incentivi fiscali destinati ai pensionati stranieri che scelgono di stabilire la propria residenza in una delle regioni del Mezzogiorno
- A seguito delle riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il ministero dell'Ambiente stima un calo dei sussidi dannosi per l'ecosistema. Dai 22,4 miliardi spesi quest'anno, nel 2026 i bonus potenzialmente "tossici" per il clima scenderanno a 20,4 fino a raggiungere i 16,9 miliardi entro il 2030
- Come evidenziano i dati del Mase, nel 2021 l'uso di combustibili fossili poteva contare ancora su 13,8 miliardi di euro di sconti fiscali, circa il doppio di altre attività che hanno ripercussioni negative sull'ambiente (7,3 miliardi)
- Nel 2022 gli sconti fiscali sul diesel sono costati allo Stato intorno ai 3,4 miliardi, pari ad una riduzione di 11 centesimi al litro. In caso di abolizione in quanto inquinante, il prezzo del carburante salirebbe di 5 euro per ogni pieno
- Tra i sussidi fiscali ci sono anche quelli relativi al comporto agricolo. Secondo il Mase lo sconto per il carburante destinato alle macchine agricole ammonta a 1,2 miliardi all'anno