Mutui, verso una possibile riduzione del tasso variabile (dopo 10 rialzi)
Le rate dei finanziamenti variabili sono cresciute fino al 78% in più: chi pagava una rata di circa 500 euro al mese oggi ne spende 890. Tuttavia, si prospetta una possibile e progressiva discesa: lo spiega l’analisi della Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani
- Dopo 10 rialzi consecutivi, nelle successive riunioni di fine 2023 e di inizio 2024 la Bce ha lasciato i tassi fermi. Si ipotizza così che nella sessione del 6 giugno possa essere avviata l’auspicata riduzione. Intanto, le rate dei vecchi mutui a tasso fisso - quelli erogati fino alla fine del 2021 o inizio 2022 - non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso
- Al contrario le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono cresciute fino al 78% in più. Chi pagava una rata di circa 500 euro al mese oggi paga 890 euro, quindi 390 euro in più. Tuttavia "è molto probabile che, alla luce della decisione di giugno, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano iniziare una progressiva discesa, anche se è difficile, al momento, indicare una traiettoria precisa", spiega un'analisi della Fabi, Federazione autonoma bancari italiani
- A partire da luglio 2022, rileva la Fabi, i nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa l’1,8% anche fino a oltre il 6% con le rate mensili che, pertanto, sulla base delle offerte delle banche erano anche più che raddoppiate
- Negli ultimi mesi, le banche hanno iniziato una progressiva riduzione dei tassi praticati alle famiglie con il tasso medio fisso che è sceso al 3,69% a marzo scorso. La riduzione è stata meno accentuata sui mutui a tasso variabile con la media stabile sopra il 4%
- Nel corso del 2023, i nuovi mutui a tasso variabile erano arrivati anche oltre il 6% dallo 0,6% di fine 2021, oggi la media è pari al 3,67%: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile è di 1.180 euro, 515 euro in più (+77,4%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta due anni fa ovvero 665 euro
- Le famiglie indebitate, in Italia, sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Emerge sempre dall’analisi della Fabi, secondo la quale il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine marzo 2024, a 423,4 miliardi di euro. Si tratta di una cifra in crescita di circa 33 miliardi rispetto a fine 2020 (+9%), ma in calo di 3 miliardi rispetto a fine 2022 (-1%)
- Sul totale di 423,4 miliardi erogati, 144 miliardi - circa un terzo - è a tasso variabile e i restanti 279 miliardi sono a tasso fisso
- Tra credito al consumo e prestiti personali, rileva la Fabi, le banche hanno erogato 244 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in leggero calo con i valori di fine 2020 e in progressivo rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse registrato a partire da luglio 2022
- Nel corso del 2022 e del 2023, i tassi di interesse sui prestiti sono assai aumentati con il costo del denaro progressivamente arrivato al 4,5 per cento
- Come accennato, però, da alcuni mesi le banche stanno anticipando la prevista riduzione dei tassi, in previsione di un ritorno a una politica monetaria meno restrittiva da parte dell’Eurotower. Di qui, vantaggi già significativi per le famiglie, sia per comprare casa sia per comprare automobili o elettrodomestici